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Tempo nell’aldilà: differenze con il mondo terreno e come avviene il contatto

Il tempo nell’al di qua e nell’al di là: come si incontrano due realtà così diverse

Ti sei mai chiesto se il tempo scorre allo stesso modo qui e… dall’altra parte?
Molti racconti spirituali e anche alcune teorie scientifiche ci dicono che no, non è così. La percezione del tempo cambia radicalmente a seconda della dimensione in cui ci troviamo. E allora nasce la domanda: se i piani temporali non sono sincronizzati, come fanno a comunicare tra loro?

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Non è solo filosofia o misticismo.  In questo articolo vedremo come il mondo fisico e l’aldilà vivono il tempo in modi diversi, e come — nonostante tutto — possano incontrarsi.

1. Due mondi, due percezioni del tempo

Qui, nell’al di qua, siamo immersi in un tempo scandito da secondi, minuti, ore. Viviamo in uno spazio misurabile, fatto di distanze che possiamo percorrere solo muovendoci fisicamente. Questo è possibile perché abbiamo un corpo, e il corpo è vincolato alle leggi dello spazio-tempo.

Nell’al di là, invece, il corpo fisico non c’è. E se non c’è un corpo, non c’è nemmeno uno spazio fisico da attraversare, né un tempo da misurare. In quella dimensione non si ragiona in termini di “qui” e “lì” o di “prima” e “dopo”. È tutto opera della mente.

È un po’ come togliere le lancette da un orologio e scoprire che il concetto stesso di “tardi” o “presto” smette di avere senso.

2. Il sogno come chiave di comprensione

La nostra esperienza onirica può darci un’anteprima di come potrebbe funzionare il tempo nell’aldilà. Quando sogni, ti basta pensare a un luogo e… sei lì. Non devi prendere un aereo, aspettare ore, fare il check-in. È immediato.

A meno che tu non stia sognando di viaggiare (magari per il gusto di farlo), il pensiero stesso è lo spostamento. In sogno, lo spazio e il tempo sono piegati dalla tua intenzione.

Chi pratica i sogni lucidi lo sa bene: basta decidere di essere in cima a una montagna e in un istante ci si ritrova lì, respirando aria pura, senza alcuno spostamento fisico. Questo è molto simile a ciò che accadrebbe nell’al di là, dove la volontà e l’attenzione creano la realtà esperita.

3. Velocità del pensiero e immediatezza nell’aldilà

Immagina di voler essere a Tokyo. Qui, dovresti comprare un biglietto, andare all’aeroporto, passare i controlli, salire sull’aereo e volare per ore. Nell’altra dimensione, invece, il solo pensiero di Tokyo ti ci porta istantaneamente.

È una modalità di esistenza senza attese, senza tappe intermedie, senza “trasferimento” come lo intendiamo qui. Potremmo dire che la velocità del pensiero è la misura del movimento nell’aldilà.

Ed è proprio per questa immediatezza che la nostra mente terrena fa fatica a comprenderlo: noi siamo abituati a collegare il cambiamento a un processo che si svolge nel tempo. Lì, il cambiamento è istantaneo, perché tempo e spazio non sono vincoli reali.

4. Realtà a matrioska

Un’altra immagine potente per capire la relazione tra le due dimensioni è quella delle matriosche: quelle bambole di legno che si aprono rivelandone altre più piccole all’interno.

Quando sogni, ti sembra reale finché non ti svegli. Allora capisci che quel mondo era contenuto in un altro più grande: la vita di veglia. Allo stesso modo, la nostra vita di veglia potrebbe essere contenuta in un’altra “scatola” più ampia, l’aldilà.

Dal punto di vista di chi è “di là”, la vita terrena potrebbe sembrare un episodio intenso, pieno di dettagli e sensazioni, ma pur sempre un’esperienza temporanea all’interno di un contesto più vasto.

5. Simultaneità degli eventi

Se nell’al di là non esiste il tempo lineare, cosa significa “prima” o “dopo”? In quella dimensione, tutti gli eventi esistono in una sorta di simultaneità. Non è che accadano proprio nello stesso istante secondo la nostra misura, ma non sono separati da intervalli come li intendiamo qui.

Questa idea è difficile da immaginare perché noi ragioniamo in termini di cronologia. Ma chi ha fatto esperienze di sogni lucidi o stati di coscienza espansa racconta momenti in cui tutto sembra avvenire “in una volta sola”, senza sequenza temporale.

La simultaneità non significa confusione, ma libertà: non sei obbligato a seguire un ordine, puoi accedere a qualsiasi momento o situazione senza passare per il “punto A” prima di arrivare al “punto B”.

6. Il tempo come convenzione

Il nostro modo di vivere il tempo è basato su una convenzione: lo immaginiamo come una linea che va dal passato al futuro, con il presente che scorre in mezzo. Ma se ci pensi, esiste solo l’adesso. Il passato è già accaduto, il futuro non è ancora arrivato: sono entrambi costruzioni della mente.

In un certo senso, viviamo sempre in un “punto fisso” che chiamiamo presente. Tutto ciò che percepiamo e ricordiamo si manifesta in questo istante, e questo vale anche per ciò che immaginiamo. L’aldilà, nella prospettiva che abbiamo visto finora, sembra essere una dimensione in cui questa verità è ancora più evidente, perché lì non c’è nemmeno l’illusione di un orologio che ticchetta.

Vivere nel presente non è solo una pratica spirituale: è un dato di fatto che dimentichiamo continuamente.

7. Scienza e spiritualità: punti di incontro

Anche la scienza moderna ha messo in discussione l’idea di tempo assoluto. Con la teoria della relatività, Einstein ha mostrato che spazio e tempo sono strettamente legati e che la loro percezione cambia a seconda della velocità e della gravità.

In altre parole, il tempo è relativo. Non scorre uguale per tutti e in tutte le condizioni. Questo apre a ipotesi che, almeno sul piano teorico, contemplano persino la possibilità di viaggiare nel tempo, sia verso il passato che verso il futuro.

Ovviamente, tra la teoria e la pratica c’è un abisso, e per ora non abbiamo i mezzi per farlo realmente. Ma il fatto che la scienza stessa consideri il tempo come una dimensione flessibile e non assoluta è un punto d’incontro sorprendente con ciò che molte tradizioni spirituali sostengono da millenni.

8. Riflessione personale e invito all’esperienza

La teoria è affascinante, ma finché rimane solo teoria resta qualcosa di esterno a noi. Per capire davvero cosa significhi vivere senza i vincoli del tempo lineare, bisogna fare esperienza diretta.

Come? Ci sono diversi modi per “avvicinarsi” a quella prospettiva: la meditazione profonda, i sogni lucidi, le esperienze di pre-morte (NDE) raccontate da chi le ha vissute, o anche certi stati di coscienza indotti da pratiche di respiro o rilassamento intenso.

Il punto non è fuggire dalla vita terrena, ma portare nella vita di ogni giorno un po’ di quella libertà: ricordarci che ciò che conta è questo momento, e che molte delle nostre preoccupazioni sono legate a un’illusione di tempo che in realtà non esiste.

Guardare alla vita come a un sogno dentro un sogno può renderci più sereni, meno attaccati a ciò che non possiamo controllare, più grati per ciò che c’è ora.

Conclusione

Il tempo nell’al di qua e nell’al di là non scorre allo stesso modo. Qui, lo viviamo come un flusso lineare scandito da orologi e calendari. Lì, sembra essere assente, sostituito da una simultaneità in cui tutto è accessibile attraverso il pensiero.

Queste due realtà, pur così diverse, possono incontrarsi perchè sono esperienze che si collocano una dentro l’altra come nei sogni, nelle esperienze spirituali e in certi stati di coscienza in cui anche qui, sulla Terra, riusciamo a sentire — per un attimo — cosa significhi vivere al di fuori del tempo.

Che tu lo veda come scienza, spiritualità o semplice curiosità, il messaggio resta: l’unico momento che esiste davvero è adesso.
Vivilo pienamente, con consapevolezza.

Guarda il Video – come si sincronizzano il tempo aldilà e al di qua

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