
Dedicato a chi vuole indagare il mondo dell' Al di Là
interpretare il sogno con un caro defunto
Magari ti è capitato di svegliarti con ancora addosso la sensazione di un abbraccio, di una voce familiare, di una presenza che non dimentichi. E subito dopo, la domanda: “Cosa significa questo sogno? Mi voleva dire qualcosa?”
Ti capisco. È una delle esperienze oniriche più intense e allo stesso tempo più misteriose. Ma come si interpreta un sogno del genere? E poi, dobbiamo davvero interpretarlo?
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Proviamo a vederci più chiaro insieme. Non da un punto di vista razionale e freddo, ma da quello più autentico: quello del sentire.
Quando sogni una persona cara che è morta, spesso non è solo un ricordo. Quel sogno ha qualcosa di diverso. È più vivido, più “vero”. A volte ti sembra quasi di averla davvero incontrata. Ti ha parlato, ti ha abbracciato, magari ti ha lasciato un messaggio che ti ha scaldato il cuore.
Perché accade?
Il sogno è uno spazio particolare. Non è solo un’attività mentale: è un ponte. Un momento in cui il corpo si riposa ma la coscienza può spingersi oltre. È lì che, secondo molte tradizioni spirituali, possiamo connetterci con dimensioni più sottili. E in queste dimensioni potremmo davvero incontrare chi non è più in questo piano fisico.
Ma attenzione: non serve credere per forza nella vita dopo la morte per sentire il potere di un sogno del genere. A volte, basta essere aperti.
E qui veniamo al punto: cosa significa sognare un defunto?
Molti cercano su internet il significato preciso: “Se ti abbraccia, vuol dire che…”, “Se sorride, allora significa che…”.
Ma la verità è che non esiste un significato oggettivo. Ogni sogno parla la lingua di chi lo vive. Non ci sono dizionari universali che possano tradurre le immagini interiori che la tua psiche — o forse la tua anima — sceglie di mostrarti.
Il grande psicoterapeuta Fritz Perls diceva: “E che ne so, mica l’ho sognato io”, quando gli chiedevano di interpretare un sogno. E aveva ragione.
Solo tu puoi sentire cosa significava davvero quel sogno. Solo tu puoi sapere se quell’abbraccio era solo un ricordo, un bisogno, o una vera visita.
La nostra mente razionale ha bisogno di capire. È fatta così. Vuole mettere etichette, vuole spiegare tutto, vuole certezze.
Così ci viene naturale chiedere a qualcuno: “Secondo te cosa significa questo sogno?”, come se esistesse una risposta giusta per tutti.
Ma forse stiamo sbagliando domanda. Forse dovremmo chiederci: Come mi sono sentito in quel sogno? Cosa mi ha lasciato dentro? Perché è questo che conta. Il significato non è fuori, non è nelle parole o nei simboli: è in quella sensazione che resta al risveglio.
Se hai sognato tua madre che ti abbracciava, e sentivi amore, tenerezza, calore… non ti basta questo?
E se ti dicessi che nei sogni andiamo davvero “da qualche parte”?
Molti insegnamenti spirituali — dal buddhismo alla tradizione sciamanica — parlano del sogno come di un viaggio. Un’esperienza extracorporea, simile a quella che vivremo nell’al di là. In questi momenti, possiamo entrare in contatto con mondi sottili, con dimensioni non visibili, e forse anche con anime che hanno lasciato il corpo.
Quando sogni una persona defunta, potresti semplicemente essere in uno spazio in cui la connessione è più facile. Non devi fare nulla di speciale. Basta dormire, lasciarti andare, e restare aperto.
Alla fine, cosa resta davvero di un sogno? Non l’immagine. Non il messaggio. Ma la sensazione.
Se ti svegli e senti ancora il calore di un abbraccio, quella sensazione è reale. Se ti senti più leggero, più sereno, come se qualcuno ti avesse davvero detto “ci sono”, allora quel sogno ha fatto il suo lavoro.
Non è importante stabilire se è stata “una visita” o solo “la mente che elabora”. Importa solo quello che ti ha lasciato dentro. Ed è questo che rende il sogno potente.
Ogni tentativo razionale di trovare un senso oggettivo a un sogno del genere… secondo me è vano. Non serve a nulla, davvero.
Non c’è bisogno di catalogare, di capire se era un sogno, un ricordo, una proiezione. Quello che conta è che ti ha toccato. Ti ha scaldato. Ti ha fatto sentire qualcosa di profondo.
Ed è lì che dovresti rimanere. In quella sensazione. Custodiscila. Non cercare risposte, perché forse non ce ne sono. Ma quel sogno, in fondo, non è arrivato per essere spiegato: è arrivato per essere vissuto.
Se hai fatto un sogno con un tuo caro defunto, fermati un attimo. Respira. Ripensa a quella scena. E chiediti: Cosa ho sentito? Cosa mi ha lasciato?
Non serve capire. Serve accogliere.
Il sogno è un dono. Una carezza dell’anima. Una visita forse, ma soprattutto un ponte con la parte più vera di te. Quella che sa, anche se non capisce.
anche un “caffè” o una “pizza” possono esser di aiuto
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2 risposte
Salve Claudio e da diversi mesi che sei ricoverato ma cosa ti è successo? Spero che sia un qualcosa di superabile, sono preoccupata per te aggiornami sulla tua salute. Un bacio da Antonella
ciao Antonella, grazie mille per l’interessamento. Recentemente ho fatto un video dove mi racconto: https://youtu.be/san-QQjwNQI