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"perché nella bibbia non si parla di reincarnazione?"
La reincarnazione è un concetto presente in molte tradizioni spirituali, ma viene accettata anche dal Cristianesimo? “La Bibbia non ne parla?” Non lo affermerei così frettolosamente, in realtà di qualcosa del genere ne parla molto bene e chiaramente lo stesso Gesù..
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Molti credono che la dottrina cristiana insegni che abbiamo una sola vita e poi, dopo la morte, il nostro destino sia determinato per sempre. Tuttavia, alcuni passaggi biblici sembrano suggerire una realtà più complessa. Nel Vangelo, per esempio, Gesù fa un’affermazione su Giovanni Battista, che potrebbe far pensare alla possibilità di una rinascita dell’anima del profeta Elia morto secoli prima.
Allo stesso tempo, l’ipnosi regressiva ha portato molte persone a raccontare esperienze di vite precedenti con dettagli impressionanti, talvolta storicamente verificabili. Se questi ricordi fossero reali, significherebbe che la nostra esistenza non si limita a un solo passaggio terreno.
Come conciliare tutto questo con la visione cristiana dell’aldilà? Esiste una possibilità che la reincarnazione sia parte della spiritualità biblica, ma sia stata rimossa o reinterpretata nel tempo? Esploriamo insieme queste domande.
Prima di approfondire la questione, è utile chiarire un punto fondamentale: credere o non credere nella reincarnazione non dovrebbe cambiare il nostro modo di vivere.
A volte si pensa che, se esistono più vite, allora non sia così importante impegnarsi in questa. Ma questo ragionamento è pericoloso e poco logico. La vita presente è preziosa, indipendentemente dal fatto che ci siano altre esistenze dopo questa.
Anche nel buddhismo, che contempla il concetto di rinascita, si sottolinea l’importanza del “qui e ora”. Ogni momento è unico, ogni azione lascia un segno, ogni scelta ha il suo peso. Se anche dovessimo rinascere, non saremmo mai la stessa persona con gli stessi ricordi e le stesse esperienze.
Dunque, che ci sia una sola vita o molte, la domanda più importante non è quante vite abbiamo?, ma come scegliamo di vivere questa?
Uno degli aspetti più affascinanti della reincarnazione riguarda il tempo. Noi percepiamo il tempo in modo lineare: passato, presente e futuro. Ma è sempre stato così?
Molte tradizioni spirituali suggeriscono che nell’aldilà il tempo non abbia lo stesso valore. Se il tempo fosse un’illusione, la reincarnazione potrebbe essere qualcosa di più complesso di un semplice susseguirsi di nascite e morti.
Anche alcune teorie della fisica moderna ipotizzano che il tempo sia solo una costruzione della mente umana. Alcuni esperimenti quantistici suggeriscono che il tempo potrebbe essere più flessibile di quanto pensiamo. Se così fosse, potrebbe spiegare il fenomeno delle regressioni a vite passate e le esperienze di premonizione che alcune persone riferiscono.
In un’ottica più ampia, la reincarnazione potrebbe essere un fenomeno multidimensionale, dove ogni esistenza è vissuta simultaneamente in diverse realtà.
Molte persone che si sottopongono a ipnosi regressiva raccontano esperienze di vite precedenti con dettagli storici precisi. Alcuni terapeuti utilizzano questa tecnica per aiutare le persone a superare traumi inspiegabili, che a volte sembrano avere radici in esistenze passate.
Ma è necessario credere alla reincarnazione per ottenere benefici da questa pratica? No. Anche chi è scettico può trovare sollievo da un problema emotivo o fisico dopo aver esplorato i ricordi emersi durante una regressione.
Ciò che conta, infatti, non è tanto se queste esperienze siano “vere” in senso oggettivo, ma il loro impatto sulla persona. Se un trauma scompare dopo aver portato alla luce una memoria (vera o simbolica di una vita precedente), il risultato è comunque reale.
L’Antico Testamento enfatizza spesso l’unicità della vita terrena. Tuttavia, non esclude del tutto la possibilità che l’anima possa tornare in un altro corpo.
Ma è nel Nuovo Testamento che troviamo un passaggio particolarmente interessante. Quando gli apostoli chiedono a Gesù se prima della venuta del Messia sarebbe dovuto tornare il profeta Elia, lui risponde:
“Elia è già tornato, ma non lo avete riconosciuto.”
I Vangeli indicano chiaramente che Gesù si riferiva a Giovanni Battista. Questo significa che Elia si era reincarnato in lui?
I teologi cattolici sostengono che Gesù non parlasse di reincarnazione nel senso letterale, ma piuttosto del ritorno della sua missione spirituale, energetica. Tuttavia, se una coscienza o una energia strutturata, può tornare a manifestarsi in un altro corpo, questa non è forse una forma di reincarnazione?
Forse non in senso stretto, ma nella pratica è quello che conta ancora più rispetto ad una improbabile anima sempre uguale a se stessa che continua a reincarnarsi: se questa “anima” non cambia che si reincarna a fare?
Ma allora ciò che si reincarna non è esattamente identica all’anima precedente anche se appunto ha la sua energia spirituale
Se la Bibbia accenna alla possibilità di una continuità dell’anima, il buddhismo offre una prospettiva ancora più chiara sulla rinascita.
Secondo il Bardo Thodol (noto come Libro tibetano dei morti), l’anima attraversa diverse fasi dopo la morte e, dopo 49 giorni, rinasce in un’altra forma di esistenza.
Tuttavia, nel buddhismo non si parla di reincarnazione nel senso occidentale, perché non esiste un’anima fissa e immutabile. Il “sé” è visto come un insieme di tendenze e karma che si trasferiscono in una nuova esistenza.
Se paragoniamo questo concetto alle parole di Gesù su Giovanni Battista, vediamo delle similitudini: una missione o una qualità spirituale può tornare in un’altra forma.
Quindi, la Bibbia parla di reincarnazione? Non esplicitamente, ma ci sono riferimenti che lasciano spazio a questa possibilità.
Il Cristianesimo tradizionale ha sviluppato una visione dell’aldilà basata su un’unica vita e un destino eterno, ma alcuni passi dei Vangeli sembrano indicare che la questione sia più articolata.
La reincarnazione potrebbe essere vista non come una semplice rinascita dello stesso individuo, ma come una continuità dell’anima che si manifesta in nuove forme.
Alla fine, più che chiederci se esistano vite passate o future, dovremmo porci una domanda più importante:
Come possiamo vivere questa vita in modo pieno e consapevole?
anche un “caffè” o una “pizza” possono esser di aiuto
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