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Come liberare la mente: trascrizione

Carlo un amico del Come Meditare Coaching domanda: “Ciao Claudio, mi rendo conto di avere una mente invasa da pensieri di ogni tipo Come liberare la mente da tutta questa attività celebrale?”

Beh, diciamo che esistono due menti, chiamiamole così, la mente, per sua natura, allora c’è un’attitudine naturale della mente e una natura della mente, la natura della mente è libera, è vuota, è in grado di accogliere qualsiasi cosa, anche il proliferare dei pensieri.

come liberare la menteLa natura della mente è vuota, l’istinto naturale della mente, diciamo la mente grossolana, quella del nostro quotidiano invece è quello di perdersi in una miriade di pensieri, pensieri che sorgono, che passano, che si trasformano, diventano un altro pensiero, ne parte un altro filone di pensieri, e poi comunque ogni tanto tra un pensiero e un altro noi riusciamo ad avere degli spazi di consapevolezza…

ecco più noi dilatiamo quegli spazi di consapevolezza più noi siamo in grado di tornare allo stato naturale della mente, perché lo stato naturale?

Perché in realtà è la nostra vera natura, teoricamente dovrebbe essere facile arrivare a quello stato, sicuramente può succederci in modo spontaneo, noi usiamo delle tecniche ma in realtà.. se ci pensi bene..

quando noi siamo completamente rilassanti, non abbiamo pensieri, siamo in vacanza e percepiamo la brezza che ci pervade, sentiamo il suono della risacca del mare, sentiamo i piedi sulla sabbia, siamo pienamente consapevoli, in quel momento la nostra mente è nell’esperienza e non c’è spazio per i pensieri.

Ti ho fatto un esempio di grande pace, di vacanza, ma potrei farti un esempio apparentemente opposto, una situazione molto più stressante, tra virgolette “stressante”, quello ad esempio, un esempio che a me piace:

quando uno si arrampica, uno sport estremo, negli sport estremi tu non è che ti puoi permettere molto di farti mille pensieri, cioè devi stare nell’esperienza, ad esempio uno che sta scalando una montagna, che si sta arrampicando su una montagna deve essere ben consapevole della presa delle sue mani sulla roccia, la pressione che esercita sul piede, per potersi arrampicare con consapevolezza, anche lui è pienamente nell’esperienza che sta vivendo.

Quindi come vedi è naturale approdare a questi stati lì, assoluta presenza mentale.

Anche, ci è successo, qualcuno di noi può avere un’esperienza che succede qualcosa di traumatico, che so, un incidente, per cui ci si spegne la macchina in mezzo alla strada, immaginati in una situazione del genere, c’hai i bambini dietro, prendi, sposti i bambini, non stai, i pensieri stessi che tu hai sono rivolti al presente, all’agire, all’azione che stai facendo, la tua attenzione è pienamente in quello che sta succedendo, è pienamente nell’azione che stai facendo, non hai spazio per “ho lasciato il gas acceso”, non c’è spazio per il proliferare di pensieri, stai nell’esperienza, semplicemente nell’esperienza.

Stare nell’esperienza

E questo stare nell’esperienza tra l’atro è uno stato molto pacifico, non c’è preoccupazione, non c’è ansia.

Perché ti stai occupando, cioè immaginati queste situazioni molto estreme, addirittura mi si ferma la macchina in mezzo alla strada, è chiaro che è uno stato in cui la mia attenzione è interamente richiamata da quello che sto facendo perché devo fare, non c’è spazio per preoccuparmi, devo occuparmi, devo occuparmi subito di quello che sto facendo, devo prendere i miei bambini e metterli in salvo, quindi è uno stato di pace perché non c’è spazio per preoccuparmi.

Così come un altro esempio che ho letto recentemente in un bel libro è, ti rubano casa, arrivi a casa, trovi la casa completamente vuota, c’è un momento in cui ti perdi e in quel momento tutto è possibile, cioè hai perso tutto, c’è sicuramente un momento di sconforto ma c’è anche un momento in cui i pensieri sono fermi, tutto è possibile, ecco questi sono momenti di grande presenza, tutti momenti estremi come vedi, perché naturalmente la mente in quei casi va nel suo stato naturale, quindi noi che cosa facciamo per allenarci a stare in quello stato, ci alleniamo, usiamo delle tecniche per riportarci in quello stato naturale.

Le tecniche normalmente che cosa, su che cosa vertono, non sull’annullare il pensiero ma sull’orientarlo, perché è molto più semplice fare una cosa del genere.

Quindi io prendo il pensiero e lo oriento su un oggetto, di meditazione, un oggetto di meditazione può essere ad esempio il respiro, è uno dei più usati, un mantra, il mantra va molto di moda, io preferisco il respiro personalmente, e poi dopo, con la meditazione Vipassana, dopo aver raccolto la nostra attenzione, quindi avere riportato la mente in uno stato di quiete, tecnicamente stai in Samadi.

Quindi hai riportato l’attenzione piuttosto che gli stimoli esterni, al chiacchiericcio mentale, lo riporti al suo stato naturale, la mente, e non quello grossolano dei pensieri, dopo aver orientato il pensiero al respiro, al corpo, al mantra a quello che è, permetti, e questa è una fase di meditazione Vipassana, è la tecnica di meditazione Vipassana, permetti alla mente di osservare da osservatore, mi raccomando, tutto ciò che ti capita.

Sorge un pensiero, ti accorgi che sta sorgendo un pensiero e da osservatore noti come ti fa stare. E lì questo allenamento è un allenamento continuo.

È chiaro che la parte grossolana della mente tenderà a distrarti, mille e mille volte, e noi ci alleniamo mille e mille volte, e ogni volta che ci sarà possibile renderci conto che eravamo distratti di riportare l’attenzione al qui ed ora.

Liberare la mente nel quotidiano

Non solo ma anche nel quotidiano, questa è l’enfasi della meditazione per indaffarati, anche durante il quotidiano noi possiamo in qualche modo, anche se saremo più distratti, riportare l’attenzione a “come sto?”, una buona domanda è fermarci ogni tanto e chiederci “come sto?”, ogni tanto fermarci e mangiare una mela per mangiare la mela, fumarci una sigaretta per fumarci la sigaretta, io non fumo ma lo dico tanto per dire.

Prenderci anche una pausa sigaretta senza fumare la sigaretta, non c’è bisogno di fumare per forza una sigaretta per prendersi una pausa, possiamo fare una pausa, prendere tre respiri in consapevolezza, per tre respiri, quindi per tre ispirazioni e per tre espirazioni io sono consapevole, e poi riprendo la mia routine quotidiana…

ecco come possiamo allenarci a smettere di avere questo, cioè non smettere, fare la pace, perché è così che si smette, non è possibile smettere andando contro perché andando contro succederebbe un pasticcio, nel senso che i miei pensieri sarebbero giudicanti e mi direbbero di non pensare, ma sarebbero dei pensieri a farlo, e l’unica cosa che posso fare è accoglierla, la meditazione ci permette, la consapevolezza ci permette di avere un’attitudine di accoglienza rispetto all’esperienza, ecco questo è un po’ quello che possiamo fare, questo non significa non agire abbiamo detto, al contrario significa non preoccuparsi ma occuparsi come nell’esempio della macchina.

Quindi Carlo, spero di avere risposto alla tua domanda su come liberare la mente, con la presenza, la consapevolezza e la presenta e tanta tanta pazienza.

Bene, detto questo, non vedo altre domande online e quindi non mi resta che salutare, che tu sia felice e che tutti gli esseri siano felici.

Sullo stesso argomento guarda anche: 

“non riesco a meditare”? ecco come con la tecnica di meditazione Vipassana

 

se vuoi tornare a delle semplici istruzioni per fare la meditazione clicca su: come meditare

 

 

4 risposte

  1. Se io discuto animatamente con qualcuno cosa devo fare? È il mio istinto che mi fa rispondere in modo inadeguato o dovrei fermarmi pensare e poi se è il caso rispondere, devo essere più istintiva o più riflessiva? Come può la meditazione aiutarmi a agire nel modo giusto nella vita di tutti i giorni, come capisco se faccio o dico una cosa perché la voglio o perché è istintiva? Quando medito devo osservare un pensiero e analizzarlo o devo lasciarlo passare…es ho litigato con mio padre non volendo , ma lui è un po ottuso, quando medito mi viene in mente e la cosa mi rattrista è normale che mi rattrista , cosa devo fare , devo tornare sul respiro o devo analizzare la situazione..non riesco a capire quando è giusto ,perché oggi penso a una cosa domani a un’altra come faccio a capire quale sentimento è giusto, sul momento di impulso penso a qualcosa poi muta…a cosa devo dare retta? Sembra che sono incoerente, con quello che penso.scusa se sono complicata, io sono una persona che viaggia molto col cuore con l’istinto, ma a volte mi pento quando agisco male, come può aiutarmi la meditazione, devo essere più riflessiva.quale è la differenza tra istinto e impulso e come è meglio affrontare le cose? Con la meditazione?

    1. spesso agiamo di testa o di pancia (d’impulso) quando siamo consapevoli e presenti la nostra azione sarà quasi una “non azione” come dicono in oriente, nella misura in cui sarà fatta con la presenza e di cuore. Non perderti in questi dubbi amletici, sono anch’essi pensieri, stai con quello che c’è fosse anche disagio

  2. Grazie ! E’ vero nelle mie esperienze noto che la mia mente e’ libera dai pensieri quando e’ occupata in situazioni che richiedono la nostra attenzione! A volte la massima attenzione nelle situazioni estreme. I pensieri mi sommergono quando la mente non e’ occupata! E li dovrò’ fare attenzione! Per orientare la mente ad uno stato naturale meglio occuparla.

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