Dimagrire con la meditazione: come uscire dai condizionamenti del cibo

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guarda il video (Tratto dal “Come Meditare Coaching”) di circa 10 minuti o leggi la trascrizione sotto:

condizionamenti: come perdere peso con la meditazione

…allora facciamo l’esempio pratico: c’era un mio amico, uno con cui lavoravo quando facevo teatro, era un regista  e autore, ho fatto con lui un bel lavoro… mi era piaciuto tanto;

ed era molto grosso, sarà stato 120-140 kg, cioè un omone, veramente molto grosso, faccia tonda, veramente grande…a distanza di anni, quando io avevo già smesso, avevo già attivato un blog, avevo studiato counseling, ero diventato counselor, ecc. a un certo punto lui si fa vivo e mi ha detto:

“guarda ho visto…ho seguito il lavoro, mi piace tantissimo quello che hai fatto, mi piacerebbe incontrarti” tra l’altro è diventato counselor anche lui, l’abbiamo…l’ho coinvolto nella meditazione nelle carceri, quindi anche lui è stato coinvolto, insomma abbiamo fatto un bel lavoro insieme, è stato per me un piacere ritrovarlo.

Fatto sta che quando lo incontro a distanza di anni, lui era la metà, cioè era più o meno come me, forse anche più magro, era diventato 60-70 kg, quindi era la metà…proprio dai 120-140 kg era la metà, esattamente la metà (ho poi scoperto con esattezza che da 143 kg ed è diventato di 83 kg perdendo 60 kg).

E quando gli ho chiesto come ha fatto, lui mi ha detto “con la meditazione”, poi è entrato più nello specifico, mi ha spiegato “sai, io avevo dei condizionamenti”, 

nel suo caso degli impulsi ad aprire il frigo e mangiare, mangiare, mangiare, mangiare…proprio irrefrenabili e per anni, nei decenni precedenti lui si metteva a dieta, che cosa faceva:

si metteva a dieta, dimagriva, poi stava bene un pochino e poi ricominciava a mangiare e ridiventava grasso e così a fisarmonica, si imponeva una dieta, faticava tantissimo, dimagriva, e poi come mollava la dieta, ringrassava e così via, e così via.

Che cosa gli ha permesso invece di dimagrire senza più mettersi a dieta e senza più ringrassare? La consapevolezza.

Lui ha detto: “sono dimagrito grazie alla meditazione”, e in effetti lui ha usato delle tecniche di meditazione, ha portato la consapevolezza nella sua vita.

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La Meditazione Consapevole come chiave per capire i reali bisogni

E cosa ha fatto, cosa ha incominciato a fare, ha cominciato a osservare che cosa succedeva in lui quando per esempio si fiondava verso il frigo, e magari le prime volte osservava che c’era qualcosa di strano e continuava a mangiare, okay…

poi piano piano però, ha raffinato questa consapevolezza… è andato sempre un po’di  più alla radice, e quindi ha potuto vedere sempre di più questa convulsione, questa spinta ad andare al frigo, per prenderne le cose da mangiare, e ha capito che quello di cui cercava… l’appetito che cercava di soddisfare attraverso il cibo non era soddisfacente attraverso il cibo perché era il bisogno di qualcos’altro.

Ora, lui non mi ha detto specificatamente cosa, ma un classico in questi casi è il bisogno di affetto.

Ad esempio, se io ho bisogno di affetto e mi gratifico con il cibo, io lì per lì ho una gratificazione, ma non ho una gratificazione che va a soddisfare il mio reale bisogno che è di affetto, e quindi se io soddisfo un bisogno diverso da quello che ho, io ingrasserò e continuerò ad avere fame e continuerò a cercare di soddisfare qualcosa, come il bisogno d’affetto con il cibo che non può darmi quell’affetto.

E quindi non ha una soluzione, io continuerò ad avere quell’impulso e non mi sfamerò, perché la fame è diversa.

Quindi l’equilibrio suo è stato…lui continua ad avere questo impulso, cioè non è che ha smesso i suoi condizionamenti…i condizionamenti karmici sono molto forti, i condizionamenti sono molto forti, ma con la meditazione Vipassanā, con l’attenzione, con la meditazione, tu puoi osservarli sempre di più, conviverci, capire che sta succedendo qualcosa alla radice e permetterti di usare degli schermi diversi.

Per cui: hai fame? Hai fame di cibo? Ti nutri quel tanto che soddisfa questa fame.

Hai fame? Hai fame di qualcos’altro che non è cibo, è per esempio, affetto?

Allora cerchi di capire chi ti può soddisfare, come puoi soddisfare questa diversa fame, e la soddisfi. E a quel punto hai meno bisogno di buttarti sul frigo, perché sai qual è la natura della tua sofferenza e sai qual è il bisogno che…se devi soddisfare.

I condizionamenti come legame alla sofferenza

Questo è per fare, per tradurre in pratica, in un esempio di tutti i giorni, come la meditazione Vipassanā può effettivamente andare alla radice di alcuni condizionamenti, ora ho usato un condizionamento del quotidiano, diciamo che questi condizionamenti invece più karmici riguardano anche proprio l’impulso a rinascere in nuove vite, questo secondo la dottrina buddhista.

Meditazione col cibo - minfuleatingMa lo stesso ragionamento su un condizionamento del quotidiano vale anche su quei presupposti che fanno sì che noi in qualche modo, secondo la dottrina buddhista, ci reincarniamo, secondo per esempio, un piccolo, così tanto per rimanere un attimo nel dottrinale, secondo la dottrina buddhista, in realtà noi non nasciamo veramente, non moriamo veramente…

ci sono delle concause, degli aggregati che permettono di aggregare degli elementi, di cui tra l’altro uno solo è fisico e gli altri quattro sono mentali, questi elementi si aggregano, cause e condizioni permettono la vita, queste cause e condizioni sono estemporanee, cioè hanno un inizio e una fine, e cessano di esistere, quindi quella che noi percepiamo come vita, in realtà è un…

è una cosa che ha un inizio e una fini quindi in questo senso c’è una nascita e una morte, ma in realtà è un’illusione vista da un punto di vista generale, perché tutto si trasforma.

E quindi così come il mio corpo prima era uno spermatozoo o un ovulo, una cosina piccolissima, e poi grazie al nutrimento, al cibo che io ho mangiato, a immagino…che ne so…noi mangiamo l’insalata no, quanta insalata mi sono mangiato nella vita, quante bistecche, ecc. io a un certo punto però, tutto ciò permette al mio corpo, alle mie cellule di rinnovarsi..

tra l’altro si dice che anche le cellule si rinnovano totalmente nel giro di non so quanti mesi, quindi praticamente noi non abbiamo più neanche una cellula di quando siamo nati, e tutto si trasforma, proprio anche da un punto di vista prettamente fisico, sto facendo un esempio fisico, ma anche mentalmente, quello che io penso la mattina in un modo, la sera la penso in un altro.

Siamo sempre in trasformazione, ebbene questa trasformazione esiste prima che nasciamo, prima che le cause e condizioni permettono di esistere e continuano anche dopo che queste cause e condizioni cessano.

Questo da un punto di vista prettamente dottrinale.

La luce della consapevolezza nella vita di tutti i giorni

Però ecco, preferisco ritornare nell’esempio pratico, della visione proprio quotidiana, è il campo in cui mi trovo meglio e penso che lo apprezziate, anche apprezzate questa angolatura.

Però rimanendo in un discorso prettamente dottrinale, anche a livello di condizioni che creano questo aggregato, vale lo stesso esempio che ho usato invece nei condizionamenti della vita quotidiana.

 Cioè se io come coscienza,  questa coscienza che sta nel corpo di Claudio, riesco a essere così consapevole da andare alla radice e portare la luce laddove ci sono delle ombre, che non mi permettono…

la radice sta all’ombra, non a caso, e io porto la luce dove c’è la radice e capisco, faccio cessare questa ignoranza, che mi condiziona, quando io porto la luce alla radice dei condizionamenti e faccio cessare quest’ignoranza che permette a queste radici di evolvere, ecco che io posso permettermi di fondermi con l’Uno e non rinascere più in questa Terra, questo da un punto di vista prettamente dottrinale, da un punto di vista buddhista.

Ma è un po’ trasversale un po’ a tutte le religioni, se pensiamo anche nel cattolicesimo ci sono dei concetti che tra l’altro, visti alla luce di quella ruota della vita che suggerivo, per me sono stati più comprensibili, cioè paradossalmente il buddhismo mi ha spiegato la mia stessa religione, che è quella cattolica, nella quale sono cresciuto e nella quale comunque mi identifico, in qualche modo.

E spiega perché c’è un Paradiso, perché c’è un Inferno e come tutto ciò comunque…poi nella religione cattolica c’è un Paradiso terrestre, che è un certo tipo di paradiso, e poi c’è un altro paradiso che è qualche cosa di più vicino al Nirvana, più vicino proprio al ricongiungimento con Dio, al ritorno alla casa del padre come si dice in termini cattolici.

Quindi c’è un ritorno alla casa del padre e c’è invece uno stato paradisiaco che da un punto di vista almeno buddhista è estemporaneo, cioè non dura tutta la vita questo paradiso, mentre rifondersi con l’Uno è un’esperienza di estrema liberazione e permette di non nascere più in questo mondo di sofferenza.

Okay, sono stato fin troppo dottrinale, ma la domanda un pochino lo richiedeva…spero che l’esempio pratico vi abbia, come dire, permesso di riportare quest’esperienza altrimenti molto teorica nella vita di tutti i giorni, perché poi questo è, secondo me, quello che conta.

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Tratto dal “Come Meditare Coaching”

PS: il mio amico ha poi scritto un libro di questa esperienza eccolo:

perdere peso con la meditazione

 

3 risposte

    1. ciao Vania, grazie, cliccando sul link arrivi a questa pagina: https://comemeditare.it/meditaresubito/ in cui lasciando la tua email ti arriva gratis una meditazione guidata che puoi usare per dimagrire. Ovvero se vuoi usale la meditazione per dimagrire, ma non è una meditazione specifica fatta “solo per dimagrire”… é una meditazione di consapevolezza non una specie di autoipnosi.
      forse non riesci ad averla semplicemente perchè già ce l’avevi.

      Che tu sia felice
      Claudio

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