Meditazione nei disturbi ossessivi compulsivi

Sempre più persone mi chiedono di consigliare loro un percorso di meditazione come supporto per chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo (DOC).

Ecco come funziona la meditazione in questi casi e quale percorso consiglio.

Innanzitutto per Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) si intende un disturbo di matrice tendenzialmente nevrotico ed in quanto tale potenzialmente risolvibile (cosa un po’ più complessa nel caso di disturbo di personalità O.C. chiamato OCPD).

Chi ne soffre tende a dovere compiere delle azioni (compulsivamente) che dovrebbero aiutarlo a risolvere delle ossessioni.

Disturbo Ossessivo Compulsivo meditazioneAd esempio se ho paura (e ansia) che possa accadermi qualcosa cerco di controllare tutto attraverso una serie di comportamenti rituali che immagino possano “proteggermi” dagli eventi che temo: Accendo e spengo le luci più volte, o mi lavo le mani ripetutamente, o cammino solo al centro delle mattonelle evitando le fughe (o il contrario), o altro ancora.

In questi casi non sempre la sola risposta farmacologica ha avuto successo come testimonia anche wikipedia, ma un buon psicoterapeuta sa come agire e a quali strumenti (anche farmacologici) fare riferimento.

Mi fa piacere vedere che molti che soffrono di Disturbo Ossessivo Compulsivo, si rivolgono a me proprio perché è stato il loro terapeuta a suggerire di fare un percorso meditativo, ed a me chiedono con molta chiarezza non un percorso di counseling ma di sapere quale meditazione fare.

Questo mi fa molto piacere sia perché stanno già facendo un percorso di crescita con un professionista qualificato per questo tipo di disturbo, come uno psicoterapeuta, sia perché effettivamente la meditazione fa molto, vediamo perché.

Perché La meditazione aiuta

Wikipedia dice che un buon approccio per il DOC è quello della psicoterapia cognitivo comportamentale ecco cosa dice:

Nell’ambito della psicoterapia comportamentale si utilizza in particolare la tecnica di esposizione e prevenzione della risposta ma anche quelle di arresto (sospensione) dei pensieri, imitazione di modelli, desensibilizzazione sistematica e intenzione paradossale.

La psicoterapia cognitiva per questo disturbo invece centra la sua attenzione sulla modificazione in particolare dei seguenti processi di pensiero automatici e disfunzionali: eccessivo senso di responsabilità, eccessiva importanza attribuita ai pensieri, sovrastima della possibilità di controllare i propri pensieri e sovrastima della pericolosità dell’ansia

Nella parte del comportamento c’è una particolare attenzione alla meccanica del comportamento ed anche una sospensione del pensiero che lo precede. La meditazione è un allenamento sia a porre attenzione ai comportamenti che stiamo facendo sia a osservare i nostri pensieri sino a anteporre uno spazio di sospensione tra un pensiero ed un altro.

Nella parte cognitiva wikipedia evidenzia la meccanicità di alcuni pensieri “automatici e disfunzionali”, anche in questo caso il supporto della tecnica meditativa può essere di grande utilità nel prendere le distanze dal mondo compulsivo dei pensieri e riportarli alla loro funzione relativa.

Chi medita da un po’ sa quanto i pensieri (che sono solo fantasie) non sono il mondo reale. Pensare è una nostra funzione ma non siamo noi.

Quindi chi medita si allena ad osservare i meccanismi dei propri pensieri togliendo quelle ansie che spesso li accompagnano.

I pensieri spesso ci portano nel futuro con i loro bagaglio di ansie e preoccupazioni o ci riportano al passato con un carico di ripensamenti e sensi di colpa.

Con la meditazione ritroviamo l’Adesso. Il luogo in cui veramente viviamo (non in balia delle fantasie) ed in cui possiamo ritrovare la pace.

Un luogo in cui possiamo anche “divertirci” a vedere come funzioniamo e come funzionano i nostri pensieri compulsivi (che tendenzialmente rimangono, ma sono sempre più “osservati”).

Non c’è bisogno di soffrire di un Disturbo Ossessivo Compulsivo per conoscere i pensieri compulsivi (quelli che tecnicamente chiamo: “pippe mentali”) ciascuno di noi ne è soggetto.

La meditazione ci aiuta quindi sotto molti profili:

Quale percorso meditativo consiglio.

Se non hai mai meditato prima allora sicuramente prima di suggerirti una tecnica specifica mi sento di consigliarti di fare un corso specifico di meditazione sull’Ansia lo Stess e il Disturbo Ossessivo Compulsivo che trovi cliccando qui.

La tecnica che meglio permette di sviluppare questa presenza è la meditazione Vipassana, che è alla base sia della meditazione mindfulness, sia della meditazione per indaffarati (http://www.meditazioneperindaffarati.it), nonché il fulcro del percorso in abbonamento che propongo a chi vuole fare un percorso strutturato con me, ovvero il Come Meditare Coaching (http://www.comemeditarecoaching.it).

Benchè tutte queste cose vanno bene, io ritengo che in caso di Disturbo Ossessivo Compulsivo, potrebbe (dipende poi da ogni soggetto) essere utile un percorso in abbonamento pensato per essere fatto e mantenuto nel tempo.

Quindi consiglio di prendere in esame, per il futuro, il Come Meditare Coaching, specie se unito alla meditazione per indaffarati, tuttavia se sei alle prime armi NON AVERE FRETTA di acquistare tutto, anzi, non cadere nella compulsività della meditazione ma comincia col fare il corso specifico: questo, poi ( e sottolineo POI) mi scriverai e vedremo assieme il da farsi, ma DOPO che lo hai fatto ed ultimato.

Quindi se eri in dubbio su quale percorso fare e volevi sapere da me quale consiglio in caso di Disturbo Ossessivo Compulsivo, la mia risposta è:

Guarda il video che ho fatto apposta per un uso migliore della meditazione in caso di Disturbo Ossessivo Compulsivo:

Inoltre in questi articoli (gratuiti) che parlano di ansie, forse potrebbero darti una migliore chiave di lettura per comprendere in che modo la meditazione interviene nell’autoosservazione e incidere piano piano anche sui meccanismi compulsivi.

Come Meditare per curare l’ansia (prima parte)

Come Meditare per curare l’ansia (seconda parte)

 

 

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