La meditazione dei cinque elementi
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Anzitutto bisogna dire che gli elementi cambiano a seconda delle varie tradizioni buddhiste di riferimento.
Nella tradizione tibetana, la Vajrayāna, gli elementi sono cinque, laddove noi siamo abituati normalmente a vederne quattro.
Nell’antica tradizione Theravada, quella che a me piace di più, il quinto elemento non è presente; sono presenti i più classici: terra, aria, acqua e fuoco.
Nella tradizione tibetana invece è presente anche un quinto elemento: l’etere.
Io conosco la meditazione sui quattro elementi, e suggerisco di fare prevalentemente quella, tuttavia posso immaginare come sia anche quella dei cinque elementi e ti dirò poi come farla.
Cerchiamo comunque di capire cos’è esattamente questo quinto elemento per poterlo affrontare in meditazione ed entrare poi nel pratico.
cos’è l’etere e come differisce dall’aria
Come già detto il quinto elemento è l’etere; per comprenderlo consideriamo l’aria: l’etere è lo spazio in cui l’aria è inclusa.
Del resto anche la scienza asserisce che l’aria è fatta di atomi e molecole, occupa quindi uno spazio, l’etere è quindi lo spazio offerto da un luogo per contenere anche l’aria.
Noi siamo abituati a pensare che l’aria è il vuoto, invece non è così: occupa uno spazio.
meditare sugli elementi
Adesso entrando più nel vivo della meditazione iniziamo a ragionare sui primi quattro elementi, anche perché ci sarà più facile, e vediamo poi come includere anche il quinto elemento.
Nel Sathi Pattana Sutta, che è un sutra sui fondamentali di consapevolezza (un discorso di Buddha su come sviluppare la consapevolezza), uno dei suoi quattro pilastri è l’osservazione del corpo, ed in esso è inclusa una meditazione sui componenti del corpo e gli elementi che lo costituiscono.
Questi elementi, come abbiamo già detto, sono: terra, acqua, aria e fuoco; quando osserviamo il corpo notiamo che ha delle caratteristiche, e tutti questi quattro elementi sono contenuti nel corpo.
la terra
Se osservo attentamente posso facilmente individuare la terra: ovvero dove c’è della materia, come per esempio, ossa e denti, e anche l’interno delle cellule, in cui al netto della parte liquida di cui ci occuperemo con l’acqua, posso individuare una parte più solida.
Ecco che tutto quello che è solido si può ricondurre all’elemento terra, ed è una cosa piuttosto semplice da notare.
Quando osserviamo il corpo possiamo fare una scansione, una sorta di Body Scan, dalla testa ai piedi e poi risaliamo, e possiamo focalizzarvi sull’elemento terra.
Quindi andiamo prima alla testa e sentiamo, percependolo, dov’è l’elemento terra; poi passiamo alla bocca; al petto; alla pancia; gambe; piedi; ecc. ecc.; e poi risaliamo.
Portando la nostra attenzione entriamo in contatto con la qualità della terra nel nostro corpo, con la sua parte solida.
Poi c’è l’elemento acqua.
l’acqua
Si tratta di un elemento meno solido dell’elemento terra, ed è anch’esso facile da individuare, lo troviamo nel sangue, nella parte liquida e gelatinosa delle stesse cellule, o in altri nostri liquidi come il liquido gastrico, l’urina, la saliva, le lacrime.
Gran parte di noi è costituita da liquidi, più del 70%.
L’elemento acqua, come qualità, ha la tendenza ad andare verso il basso, se rovesciamo l’acqua infatti scende.
Dopo essere entrati in contatto prima con l’elemento terra, ora ci siamo focalizzati sull’acqua e ne abbiamo percepito la presenza; ora continuiamo e passiamo al prossimo elemento: il fuoco.
il fuoco
Dove lo troviamo il fuoco?
Il nostro corpo ha un suo calore, legato al movimento e alla vita stessa.
È anche una qualità legata alla trasformazione, per esempio dei cibi; durante la digestione è come se ci fosse un calderone, un fuoco, che appunto trasforma quanto noi ingeriamo praticamente in acqua, scindendo gli alimenti che ingeriamo
È un elemento che tende verso l’alto, come una bella fiamma, e ne facciamo esperienza sempre scansionando il nostro corpo.
Facciamo un Body Scan, dall’alto verso il basso, focalizzandoci sulla nostra dimensione corporea e cercando di entrare in contatto con il fuoco, così come lo abbiamo fatto prima con gli altri elementi.
L’elemento aria.
l’aria
Rispetto agli altri, questo elemento ha una qualità un po’ diversa e lo notiamo spesso in interazione con l’elemento fuoco, come vedremo in seguito.
Lo si ritrova nei pori della pelle o nelle cavità del corpo: per esempio lo possiamo trovare nello scheletro, dove esistono della cavità; nei polmoni, che sono pieni d’aria; nei pori della pelle, a loro modo dei piccoli polmoni pieni d’aria; nel sangue, che trasporta delle molecole di aria.
L’aria come qualità tende verso l’alto e, a differenza del fuoco che ha caratteristiche trasformative, è un qualcosa che ha a che fare con la mobilità.
Tutto ciò che si muove all’interno del corpo, nel quale avvengono movimenti interni ed esterni, può essere ricondotto all’aria come il vento.
Vediamo ora di includere l’etere.
l’etere
Da un punto di vista meditativo l’etere è lo spazio che occupano tutti questi elementi, ed è anche la qualità originale di tutte queste cose.
Buddha diceva di guardare al corpo come a un sacco, di quelli che servono per spargere le sementi con una cavità in basso, e tu dall’alto verso il basso cominci a distinguere tra i vari tipi di semi: questo è riso, queste sono granaglie, questi sono ceci ecc. ecc.; cominci quindi a dividere le varie parti all’interno dello stesso sacco.
Il fatto di vedere gli elementi che costituiscono il corpo ci aiuta a guardare la realtà con occhi diversi.
Se siamo abituati a identificarci con il corpo nel suo insieme, scinderlo e vedere che è composto di diversi elementi può aiutarci a cadere meno nell’illusione e a identificarci col corpo, e a entrare di più nella transitorietà in cui siamo immersi (“vacuità” direbbe la tradizione Vajrayāna).
Noi siamo identificati, come ego, in qualcosa in cui in realtà non è facile identificarci, perché dove dovremmo farlo esattamente?
Nella terra? Nell’acqua? Nell’aria?
In realtà è più facile capire che tutto ciò ci riporta all’etere, alla vacuità; all’assenza di tutti questi elementi e, allo stesso modo, a dare loro spazio.
L’etere da spazio a tutti questi elementi.
Se ci fai caso, riguardo i vari elementi, si va dal più leggero al più pesante.
dal più leggero ed etereo al più condensato e materico
L’etere, una volta più condensato, diventa aria; l’aria che come sua caratteristica ha il movimento, come i venti, crea un attrito che crea energia, e nasce il fuoco; se noti, quando accendiamo un fiammifero, dal fuoco si genera una gocciolina di acqua, poiché il fuoco favorisce la condensazione, e quindi otteniamo qualcosa di ancora più denso come l’acqua; dall’acqua, invece, con una condensazione ancora maggiore si arriva a qualcosa di ancora più solido, che poi è il solido per eccellenza, ovvero la terra.
Quindi dall’etere, come vedi, in un processo di progressiva condensazione si arriva alla terra.
Se vogliamo meditare sul corpo io consiglio di meditare prevalentemente sui quattro elementi: aria, fuoco, acqua e terra; va benissimo inserire anche l’etere, ma così introdurremmo dei concetti filosofici che potrebbero risultare astratti.
La contemplazione sul corpo, attraverso la meditazione sui quattro elementi, è una tecnica piacevole da fare e la consiglio sicuramente.
Ho dato delle suggestioni: quando si percepisce il fuoco sentire il calore, pensare che va in alto, o quando consideriamo l’aria, alla suggestione del movimento, alle cavità e ai pori della pelle.
Cerchiamo di esperire questi elementi, come anche la terra o l’acqua, focalizzandoci su di essi uno alla volta.
La meditazione sui quattro elementi, o cinque se intendi includere anche l’etere, è quindi un’ottima meditazione.
Grazie chiara è semplice
prego, grazie a te di avere detto la tua