Messaggio per tutti coloro che meditando non riescono o gli succedono cose strane
Nonostante i miei ripetuti inviti a “stare con quello che c’è” puntualmente c’è chi mi dice: “io non ci riesco” o “va bene ma a me succede che..” o “io controllo il respiro” come se tutto ciò impedisse di “essere” e si cercasse da me qualcosa da “fare” (qualche altra meditazione o qualche trucco).
Peccato che io invito a “essere” più che a “fare” ma spero ti sarà più chiaro dopo questo video..
Più si è ansiosi di fare qualcosa e peggio è! Non è un caso che queste cose mi vengono dette proprio da chi soffre di Ansia e di Compulsività (ovvero desiderio di fare qualcosa per cacciare via l’ansia)..
ma guarda il video (o continua a leggerne la trascrizione sotto):
questo video è una integrazione al corso sull’ansia, lo stress e la compulsività
clicca qui per scoprirne i dettagli: www.comemeditare.it/ansia
Se hai domande clicca qui
C’è ancora una cosa che ci tengo a ribadire, ed è dedicata a tutti coloro che vorrebbero ancora dirmi: “Ma io non ci riesco”; “A me l’ansia cresce”; “Col respiro ho problemi”; “Hai delle alternative?”; “A me succede che…”; e qui emerge di tutto: A chi gli si irrigidiscono i muscoli; a chi sente dei suoni; chi sente freddo, caldo ecc. ecc.
Ebbene, la mia risposta a tutte queste domande – e anche tu potresti avere una domanda del genere, quindi la prevengo – è sempre quella, ed è quella che dico per tutto il corso.
L’ho già detto e ridetto, ma è utile ribadirlo perché mi aspetto comunque una forma d’ansia che fa dire: “E io però c’ho questo, c’ho quest’altro”.
E la risposta è sempre questa: stai con quello che c’è.
Esiste una alternativa al respiro?
Sì, ad esempio una è osservare il corpo.
Ma, a maggior ragione, a te dico di continuare a stare con quello che c’è; più cerchi alternative e più hai l’ansia: è ansia che attua un atteggiamento compulsivo.
Abbiamo parlato anche di compulsività (nel corso), che è un modo per controllare la situazione.
Hai l’impressione che la mente vaga, ma è normale: in meditazione non controlliamo nulla.
Osserviamo, contempliamo: questo fa calmare, non cercare di cambiare quello che c’è. Più ci provi a cambiare quello che c’è e più sorge ansia.
Stare, però, con quello che c’è – e questa è la bella notizia – significa anche stare con la voglia di cacciare quello che c’è.
Ti è sorta quella voglia, ci stai.
Oppure stare con la frustrazione che può emergere, quando vorresti un’esperienza diversa da quella che ti sta capitando, ma sai che è con quella che devi fare i conti, e che io ti invito proprio ad osservare.
Facciamo un esempio pratico.
Sto meditando, e sorge un pensiero; io non lo voglio questo pensiero, come faccio?
“Io ho mille pensieri, io non ci riesco, Claudio non capisce, la meditazione non è fatta per me, sono proprio negato, adesso glielo chiedo a Claudio…”
Sono tutti pensieri, sono tutti meccanismi mentali, stai con quella situazione.
Che cosa vedi?
Vedi la tua frustrazione, vedi tutti questi pensieri: ci sono tutti questi pensieri, e nemmeno te ne sei accorto che ci sono.
E quindi il mio invito è: stai con la situazione, stai con il disagio.
Se emerge quel disagio, stai con il disagio.
“Se lo chiedo a Claudio, lui mi dice di starci per forza, ma io non so che vuol dire”.
Vuol dire che ci stai, stai con questo disagio.
Ti accorgi che c’è un disagio, lo senti fisicamente, prova a sentire il fisico e lì non ti sbagli.
Lo puoi sentire fisicamente, emotivamente: accorgiti di cosa succede dentro di te mentre c’è frustrazione, disagio, voglia di smettere, ti dici le cose.
Stai.
Stai con tutto questo e, piano piano, ti potresti accorgere che forse dietro a questo atteggiamento, questo chiacchiericcio mentale, c’erano solo pensieri.
Lì per lì ci credi, credi che sia vero che non riesci a meditare, e che tutti gli altri ci riescano e tu no; ma sono tutti pensieri, aspettative, tutte idealizzazioni: appartengono al mondo delle idee, sono fantasie.
Stai con quello che c’è.
Se c’è frustrazione perché non ci riesci, stai con quella frustrazione, questo ti calmerà.
Succederà, a un certo punto, che ci puoi stare: puoi stare con l’ansia – senza aggiungere altra ansia – e questo ti calma.
Anche sapere che l’ansia c’è, e che ci si può stare, è il motivo per non innescarne altra, per calmarla.
Quindi, come vedi, il mio invito non è quello di cacciar via qualcosa avendo l’ansia di cacciarla via, come del resto ho detto per tutto il corso.
Spero che questo esempio pratico faccia la differenza; spero che questo esempio sia ancora una risposta in più per capire quanto è utile stare con le cose così come sono, qualsiasi esse siano.
Perché si pensa solo al respiro?
Perché è naturale, ci sta; lo seguiamo, fa parte del corpo: puoi sentirlo e sperimentarlo, puoi sperimentarlo con naturalezza.
Tendi a controllarlo? Va bene, osservati mentre tendi a controllarlo.
Prima o poi, in maniera spontanea, ti sorprenderai che, dopo la centesima meditazione, il respiro fluisce in modo naturale e non sarai più vittima del fatto che tendi a controllarlo.
E lo farai stando sul respiro, anche se lo alteri, perché, prima o poi, smetterai di farlo: è naturale.
È tutto molto naturale, è molto semplice la meditazione, torniamo alla semplicità: torniamo a stare con quello che c’è.
Questo è stato l’invito per tutto il corso, e questo è quello che ribadisco: stai con quello che c’è, non ti preoccupare.
Hai voglia di cambiare qualcosa?
Stai anche con questa voglia, stai con la frustrazione che potrebbe emergere dal dirti di stare con quello che c’è anche se vorresti qualcos’altro.
Alla lunga ti abituerai a questo, scoprirai tanti meccanismi tuoi, personali, che fanno scaturire tutte queste cose; e tutto questo lo vivrai con più leggerezza e, quello che sorge, è veramente una pace.
Del resto, stare con quello che c’è, è consapevolezza: quando io osservo le cose così come sono ne sono consapevole, sono presente a me stesso, ed è questo che ti esorto a fare.
Medita, stai con quello che c’è, e non ti preoccupare.
Spazio per le domande (per chi ha già fatto il corso)
Se hai fatto il corso ed hai comunque domande lascia un tuo commento qui sotto e sarò felice di risponderti (se non hai fatto il corso troverai molte risposte sull’ansia, lo stress e il DOC cliccando qui)
Ciao Claudio, grazie per il video e per la tua pazienza,
io mi trovo in questa situazione: non ho mai meditato in vita mia, sono totalmente profana in materia per ora, però mi succede di svegliarmi presto al mattino (cosa normale) e di non riuscire più addormentarmi a causa di pensieri spiacevoli su cui inizio a ruminare, si tratta di ansia, preoccupazioni o pensieri su fallimenti del passato, che mi arrivano automaticamente. Per affrontare questo problema ho iniziato da pochissimo la meditazione nella speranza che mi aiuti a ridurre queste brutte sensazioni. Per ora però non riesco a concentrarmi sul respiro, la mia mente continua a vagare quando provo a meditare.
Ho due domande:
1) secondo te faccio bene a provare a meditare quando mi sveglio presto alle 5 del mattino se non l’ho mai praticata? io credo che probabilmente farei meglio ad allenarmi una volta al giorno, durante la giornata, per 10 minuti e aspettarmi benefici dopo diversa pratica.
Non penso di dover meditare quando mi sveglio presto, perché per adesso non riesco a stare concentrata sul respiro e questo mi porta della frustrazione che non mi fa dormire.
2) nelle meditazioni che ho trovato nel corso quando tu dici di ascoltare il corpo non so cosa fare. Spesso mi succede che sto bene perché sono comoda e non ho nessun dolore o fastidio, ma di conseguenza il corpo non mi dà nessuno stimolo con cui stare, e non capisco cosa voglia dire stare nel corpo che occupa uno spazio. So che occupa uno spazio, ma non trovo niente su cui concentrarmi in pratica.
Intento ti ringrazio, il tuo corso è molto interessante.
ciao Chiara, trovi le risposte alle tue domande (specie alla prima ma in parte anche alla seconda) qui:
https://comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/risorse/come-meditare-per-dormire-per-addormentarsi-per-linsonnia/
La seonda domanda riguarda le tecnica del Body scan
trovi qualche dettaglio in più qui:
https://comemeditare.it/come-si-medita/meditazione-guidata/meditazione-guidata-per-dormire/
Tuttavia per essere ancora più chiaro quando sei sdraiata sul letto pasi in rassegna tutto il corpo come se fossi in uno scanner. Senti cosa percepisce il corpo. Sensazioni di ogni tipo, ad esempio sotto sentirai la pressione del corpo sul materasso, sopra una specie di carezza delle lenzuola con le coperte… Insomma senti il corpo nello spazio (lo spazio sarà il materasso con le coperte o l’aria fesca laddove è scoperto). Spero sia più chiaro così.
Tanta gioia
Ciao Claudio, grazie ancora per questa integrazione video.
Effettivamente come dici in tutte le occasioni, “questo stare con le cose come sono”, è la chiave che permette di aprirsi alle esperienze e quindi di esperire e “guarire”. In meditazione, essendo un “ambiente protetto”, che poi protetto non è perchè spesso come una lente di ingrandimento, visualizza gli stati ansiosi, quello che dici è fondamentale. Certo, l’abitudine delle strategie mentali prende il sopravvento, ma è quello il trucco della nostra mente. Questa insicurezza che mi racconto in meditazione , la ritrovo nella vita di tutti i giorni, con i miei dubbi su tanti aspetti della vita. Per esempio anche quando faccio Tai Chi, che poi è strettamente collegato alla meditazione, mi ritrovo a pensare se si espira durante un attacco con le braccia, oppure si inspira mentre le braccia si ritraggono. Anche in questo campo, come nella meditazione, spesso i pareri sono diversi. Ma siccome poi tutto si riconduce al vivere l’esperienza, stare con quello che c’è. Le tue parole sono di estremo aiuto.
sono felice che questo articolo ti sia stato di aiuto