1a e 2a Nobile Verità: Corso Buddismo

Tratto dal corso di buddismo “Semplicemente buddismo

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le 4 nobili verità

Quali sono queste 4 Nobili Verità? Sono:

1) la Nobile Verità della sofferenza;

2) la Nobile Verità delle cause della sofferenza;

3) la Nobile Verità della cessazione della sofferenza;

4) la Nobile Verità della Via che porta alla cessazione della sofferenza.

la Nobile Verità della sofferenza

Quando era un principe e viveva nell’agio sentiva che c’era qualcosa da scoprire oltre quello stile di vita.. e come abbiamo visto quando è uscito dalla sua prigione d’oro: ha dovuto prendere atto che esistono fattori come la vecchiaia, la malattia e la morte e come sono fonte di sofferenza.

Soffriamo quando ci troviamo in prossimità di qualcosa che non ci piace.

Quando siamo lontani da qualcosa che desideriamo o quando la perdiamo.
Ma anche quando, magari per ignoranza, non siamo in grado di capire come funzioniamo in questo mondo.

Beh che esista la sofferenza mi sembra una cosa assai ovvia.

Ricordo una volta che il mio maestro, ex monaco buddista ed ex presidente dell’Unione Buddhista Italiana (occhio all’”acca” nella parola “buddista”, poi ne riparliamo), Mario Thanavaro, chiese ad una nutrita platea di praticanti: “chi non ha mai sofferto alzi la mano”; ovviamente ci guardammo tutti intorno ma nessuno alzò la mano.

Ma perché Buddha questa Verità la chiama “Nobile”? Sentii domandare un giorno da un altro grande Maestro: Ajahn Sumedho (che poi sarebbe il maestro del mio maestro).

“Nobile la sofferenza”.. Strano vero? Perché Nobile?

In sintesi ritengo che è Nobile prendere atto di quello che c’è e partire da quello che abbiamo “tra le mani” nel qui ed ora e spesso quello che c’è è sofferenza. Il problema è che invece di lavorarci su il più delle volte ci facciamo a braccia di ferro alimentandola ulteriormente.

Quando ci affrettiamo a mettere nell’ armadio i nostri scheletri quelli si fanno sempre più grossi. Basterebbe portare la luce nella consapevolezza e quegli scheletri, che all’inizio potrebbero apparire paurosissimi, alla fine sono poca cosa o scompaiono.

Padre Anthony De Mello è molto bravo nel dire che quando ci affrettiamo a giudicare o a etichettare un fenomeno, smettiamo di conoscerlo e cessiamo di esserne consapevoli. Ci affrettiamo semplicemente, nel caso di qualcosa che non ci piace, ad eliminarlo o ad archiviarlo.

Ma a questo punto stiamo già di fatto parlando delle cause della sofferenza.

Ribadisco velocemente ancora una volta, in sintesi l’importanza della sofferenza come Verità Nobile, è riconoscerne l’esistenza evitando di negarla, visto che per risolvere i nostri problemi non serve negarli o alimentarli, ma comprenderli per superarli e lasciarli andare.

Se non partiamo da questa prima Nobile Verità, non c’è percorso di crescita che tenga.

Del resto perché stai leggendo questo libro e ti interessi di cose del genere? Probabilmente perché è successo qualcosa in te, una sofferenza, che ti ha spinto a fare qualcosa per uscirne.

 

2a Nobile Verità delle cause della sofferenza

 Wikipedia ci dice che la sofferenza: “non è colpa del mondo, né del fato o di una divinità; né avviene per caso. Ha origine dentro di noi, dalla ricerca della felicità in ciò che è transitorio, spinti dalla sete, o brama, per ciò che non è soddisfacente.”

 Arthur Schopenhauer dice che: “la vita è come un pendolo che oscilla incessantemente tra dolore e noia.”

 Se cerchiamo la felicità nell’ultima crema anti aging o nel cellulare ultimo grido, soffriremo finché non l’avremmo ottenuto e poi sarà scontato averlo, ma l’insoddisfazione si manifesterà di nuovo e di nuovo con la brama di qualcosa sempre d’altro.

Non è da qualcosa esterno a noi che troveremo soddisfazione. Ma le radici della sofferenza sono dentro di noi è in noi che risiedono le cause della sofferenza.

E questa è un’altra bella notizia, anzi doppia bella notizia! La prima bella notizia è che se esistono delle cause della sofferenza vorrà dire che ci saranno anche delle soluzioni, la seconda parte è anche meglio: se dipende da noi possiamo farci qualcosa! Wow!

Buddha dice infatti: “nella mente ha origine la sofferenza, nella mente ha origine la cessazione della sofferenza”

Tra l’altro Buddha parlando di sofferenza (e della prima nobile verità) usa il termine in pali dukkha.

Il Dizionario Buddhista scritto da Christmas Humphreys (edizioni Ubaldini) ci dice riguardo a dukkha:

“Comunemente tradotto con ‘sofferenza’ o ‘dolore’, ma nessun termine occidentale copre l’espressione del pali dukkha. Normalmente è messo in opposizione con sukha, ‘tranquillità’ e ‘benessere’. Significa ‘malessere’ nel senso di sconforto, frustrazione e disarmonia con l’ambiente” (pag. 44).

Ogni tanto l’ho sentito tradurre come insoddisfazione. Tutto questo ribadisce quanto questa sofferenza origina dentro di noi, come un profondo e diffuso malessere, frustrazione e insoddisfazione.

 

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