dualismo, non dualismo e non attaccamento

Tratto dal corso di buddismo “Semplicemente buddismo

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dualismo, non dualismo e non attaccamento

“Andare al di là”, ma dove? Beh in una prospettiva da risvegliati che è un modo di vedere la vita non-duale.

Che vuol dire non-duale? cos’è questo dualismo?

Certe volte ci sentiamo bene, in sintonia con l’universo come se fossimo un tutt’uno con esso, ma diciamolo è raro che ci sentiamo così sintonici.

Il più delle volte ci sentiamo separati, isolati. Il corpo fisico, con la pelle suggerisce che c’è separazione e distanza tra noi e gli altri, tra noi e il nutrimento, tra noi e i soldi, eccetera eccetera. Per ogni oggetto che percepiamo esterno a noi inevitabilmente si creerà una brama, cerchiamo di afferrare questo oggetto quasi a colmare quella distanza con esso diremo: “lo voglio mio”.

Ma tutto ciò è illusorio, ci viene suggerito, la Realtà Ultima non è duale, la realtà ultima è unificante possiamo definirla non-duale.

L’onda non esiste veramente in senso assoluto è solamente una delle tante manifestazioni dell’oceano: non puoi veramente separare l’onda dall’oceano.

Il problema è che noi costantemente, pur essendo parte del “tutto”, ci percepiamo come separati e facciamo di tutto per colmare quel divario che ci illudiamo che esiste tra noi e l’oggetto del nostro desiderio (o oggetto di avversione).

La realtà ultima quindi è assoluta, è “non duale”, è simile all’oceano che è fatto di infinite gocce, di infinite onde.

Una bella canzone dice che l’oceano non rifiuta l’acqua di nessun fiume: infatti la dimensione non duale è accogliente come l’amore che tutto accoglie e tutto permea.

La dimensione duale invece è quella relativa, è quella separata che analizza separatamente la singola onda o ciascuna goccia: una volta che si sente separata quest’onda, soffre proprio come soffriamo noi vinti da questo senso di separatezza, che ci spinge a bramare, (o a rifiutare) ciò che crediamo separato da noi vinti dall’ignoranza che non ci permette di “avere occhi per vedere” ciò che è la nostra Vera Natura.

Anche quello che percepiamo come un sé, come la mia coscienza in ultima analisi ha la stessa consistenza dei sogni: mentre lo viviamo è reale, ma quando ci svegliamo ci rendiamo conto che tutto quel che stavamo vivendo come coscienza era solo un sogno.

Questo sogno doloroso è alimentato quindi da un velo illusorio che ci separa (duale quindi) dalla Realtà Ultima; questa sensazione di separazione ci fa bramare tutto e crea un forte attaccamento.

“Io e Mio” diventano così delle forme pensiero da difendere a spada tratta. Guai se qualcuno mi offende o offende la “mia” squadra di calcio o sputa sulla “mia” macchina.

Mi identifico con tutto ciò e tendo a difendere queste forme pensiero, come se fossero reali e come se ne andasse della mia stessa vita.

Così l’attaccamento, frutto dell’illusione, alimenta la stessa illusione in un circolo vizioso che tende a mantenerci in questa visione dolorosa dualistica.

Abbiamo appena iniziato ad addentrarci negli aspetti più sottili e profondi del buddismo, non pretendo affatto che pur spiegandoli con semplicità ti siano chiari da subito ma tranquillo ci sono 2 cose che ci aiutano ad una maggiore comprensione:

Intanto è chiaro il dualismo e non dualismo? Concettualmente in apparenza mi potresti dire: “mm si ci può stare, ma vorrei capirlo meglio” quindi ti invito ad indagare: ti è mai capitato di sentirti bene, in sintonia con tutto?

Capita quando ad esempio ci sentiamo innamorati e tutto va a gonfie vele. Bene ecco come l’esperienza conta più delle parole, quella è una esperienza non-duale. Di contro ti sarà capitato di avere ansia perché non hai una cosa o non ti sta arrivando qualcosaltro di cui senti bisogno. Talvolta vinti da quell’ansia potremmo anche fare danni.

Ecco come tutte le parole possono ritrovare riscontro anche nel vissuto di ciascuno di noi se esplorate, indagate.

 

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