diverse forme di Buddismo
Tratto dal corso di buddismo “Semplicemente Buddismo”
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diverse forme di Buddismo
Cosi come quando si parla di cristianesimo si parla in realtà di varie forme come quella cattolica, quella ortodossa, quella protestante, quella anglicana, copta, eccetera eccetera anche per il buddismo ci sono svariate scuole e forme di pensiero.
In questo libro mi sono concentrato prevalentemente su quanto professato originariamente da Buddha, ovvero Sakyamuni, Siddharta Gautama, perché il suo approccio, le sue parole sono comuni a tutte le forme di buddismo, anche se ciascuna scuola successiva, nel tempo ha assunto e aggiunto nuovi concetti e aspetti più peculiari.
Insomma se mi attengo a quello che è stato detto da Buddha in persona siamo tranquilli che è certamente buddismo ed è un minimo comun denominatore di tutti gli approcci buddisti.
Ora è venuto il momento di fare una rapidissima carrellata di alcune tra le più note forme di buddismo. Non entro nei dettagli di ciascuna, mi limito solo a farne un breve cenno a beneficio di chi non le conosce.
il buddismo Theravada: la scuola degli antichi
Delle varie scuole antiche una sola è sopravvissuta: la cosiddetta scuola Theravada, ovvero la scuola degli anziani e i suoi seguaci ancora seguono fedelmente gli originali scritti buddisti in lingua pali (ovvero il Tipitaka o Canone Pali) e vivono ancora nei modi in cui viveva Buddha al suo tempo.
I monaci spesso vestiti in varie sfumature dal giallo al rosso, vanno ancora passeggiando di prima mattina spesso scalzi a fare la questua (raccolta del cibo donatogli). È diffuso in tutto il sud-est asiatico: Sri-Lanka, Thailandia, Laos, Myanmar (Birmania), eccetera
il buddismo Mahayana
Settecento anni dopo la “morte” di Buddha, probabilmente influenzato da un grande Maestro del secondo secolo dopo Cristo chiamato Nagarjuna, nacque il buddismo denominato Mahayana ovvero del “grande veicolo” a cui aderiscono tutte le altre forme di buddhismo che non siano Theravada.
Se durante il tempo del Buddha il focus principale era lo sguardo rivolto a sé stessi -che avrebbe permesso una apertura del cuore ed una grande compassione- con l’approccio Mahayana l’attenzione rivolta verso l’altro e la compassione diventano direttamente il focus principale.
Se la maggiore aspirazione antica era quello della cessazione della propria sofferenza e la non rinascita nel ciclo dell’esistenza del samsara, con il nuovo approccio la maggiore aspirazione di un praticante buddista non è più la “non rinascita” bensì la rinascita al fine di essere di aiuto a più persone possibili.
Quindi se prima la maggiore aspirazione era diventare degli arahant (o arhat in sanscrito) ovvero dei risvegliati e raggiungere definitivamente il Nirvana, il nuovo scopo diviene diventare dei bodhisattva ovvero chi, colmo di compassione per gli altri esseri, si incarna al fine di aiutarli rimandando il proprio risveglio finale.
All’antico Canone in lingua pali si sostituisce un nuovo Canone arricchito di nuovi testi in sanscrito. Ogni scuola successiva arricchirà i propri testi con traduzioni e commentari nelle varie lingue a cominciare dal cinese.
buddismo Chan e Zen
Alla morte di Buddha Sakyamuni il buddismo era diffuso in tutto il nord dell’India, nei primi secoli si diffuse verso est nelle regioni adesso in Afghanistan per poi mano a mano, specie con l’approccio Mahayana, estendersi sempre più in oriente e sempre più a nord.
Nel seicento dopo Cristo il leggendario Bodhidharma lo portò in Cina dove si integrò bene con il Taoismo e il Confucianesimo: nacque così il cosiddetto buddismo Chan.
Dalla Cina passò in Giappone e la parola Chan divenne Zen.
Lo Zen è noto per la sua ricerca dell’essenziale, famosi sono i suoi Koan, delle affermazioni paradossali rivolte a mettere in crisi la mente razionale per favorirne il risveglio.
buddismo tibetano – Vajrayana
Dall’oriente il buddismo si avvicinò di nuovo all’India, nelle cui regioni montuose, nel Tibet ritrovò una matrice culturale Tantrica più esoterica.
Si formarono così varie scuole molto fervide, ciascuna con il suo capo spirituale, il più famoso dei quali è il premio Nobel per la pace SS il XIV Dalai Lama, ovvero è considerato la quattordicesima reincarnazione del primo Dalai Lama.
Famoso è il Bardo Thodol, ovvero il Libro tibetano dei Morti.
Per enfatizzare la forza dirompente e adamantina (del diamante) del cuore rappresentata dal simbolo chiamato Vajra viene denominata anche buddismo vajrayana.
buddismo della Soka Gakkai
Nel 1930 in Giappone nasce la scuola laica della Soka Gakkai che si rifà agli insegnamenti di un monaco riformatore vissuto secoli prima chiamato Nichiren.
Alla base della loro pratica vi è la recitazione del titolo del Sutra del Loto: “nam myoho renge kyo”.
In Italia è un approccio molto diffuso.
UBI “Unione Buddhista Italiana”
Come vedi le tradizioni buddiste sono molteplici, e ce ne sono ancora altre, ciascuna meriterebbe un ben più ampio approfondimento, suggerisco di recarsi presso il sito dell’”Unione Buddhista Italiana” e da lì scoprire i vari centri che puoi trovare in Italia divisi anche per approccio e partire da lì se in te dovesse covare il desiderio di saperne di più:
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