Meditazione VS Viaggi Astrali
Non so perché ma ci sono degli incontri che sono tematici, e si ripetono le cose.
Quello che si ripete oggi è la tendenza è essere meno concreti, meno “terra terra”, mentre il mio invito è invece quello di essere terra terra.
Vediamo comunque questa domanda:
“Mi hanno detto che i viaggi astrali sono molto più belli della meditazione. Cosa sono esattamente, come si differenziano dalla meditazione e come si fanno?”.
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La meditazione, non faccio altro che dirlo, è un modo per aderire al qui e ora; la meditazione, soprattutto quella di consapevolezza, ci fa stare con le cose così come sono.
I viaggi astrali non sono le cose così come sono.
Vengono chiamati anche OBE (“Out of Body Experience”, viaggi fuori del corpo): ci sono delle persone che, in modo anche naturale, vedono il loro corpo dall’alto – come se non fossero più nel loro corpo – e riescono a muoversi in mondi sottili, e a incontrare anche persone sottili; c’è chi, come dicevo, lo fa in modo naturale e c’è chi queste cose le va a cercare.
Questi sono i cosiddetti viaggi astrali: dei viaggi in mondo non fisici, in mondi astrali.
Io, come sai, invito a stare con i piedi per terra, e allora tu potresti dirmi: “Esistono queste cose o non esistono?”
A me sarebbe piaciuto dirti che non esistono, perché preferisco stare terra terra e non viaggiare in astrale, evidentemente.
Però, sempre rimanendo terra, devo ammettere – e vedrai in seguito quanto è imprescindibile – che, anche quando sogniamo, noi facciamo qualcosa di molto molto simile ai viaggi astrali.
Perché?
Perché il nostro corpo fisico (quello terra terra) è sdraiato nel letto e la nostra coscienza se ne viaggia in un corpo che non è quello, è un corpo da sogno, di fatto è un corpo sottile.
E fa le sue esperienze, incontra delle persone ecc.
Questo nei sogni lo facciamo sempre.
Questi comunque sono sogni, non viaggi astrali, però come vedi dobbiamo ammettere – pur rimanendo con i piedi per terra – che la nostra coscienza è in grado, evidentemente, di abitare un corpo diverso da quello fisico, come è quello che abbiamo durante i sogni.
Che è, in qualche, un corpo sottile: un corpo astrale, quindi (intendendo, con il termine “astrale”, un corpo non fisico).
E questo, pur volendo rimanere con i piedi per terra, dobbiamo ammetterlo.
Io, in questo periodo, sto facendo una classe sui sogni lucidi – sono quasi alla fine: non credo ne farò un’altra a breve, in genere faccio passare uno o due anni tra una classe e l’atra – e ho notato che molti vogliono fare i sogni lucidi proprio per fare delle OBE, dei viaggi astrali.
Perché, nel sogno lucido, tu puoi fare delle cose.
Nel sogno normale, tu ti vivi tutto, diciamo così, “passivamente”: non sei tu che guidi il sogno, stai accanto a chi guida, e chi guida è il sogno stesso (che poi è il tuo inconscio, non è la tua coscienza che decide volontariamente di andare da una parte o dall’altra).
Nel sogno lucido, invece, c’è una buona connessione tra conscio e inconscio, e tu puoi suggerire al tuo inconscio di andartene, coscientemente, da qualche altra parte.
E da lì a fare i viaggi astrali è un passo, è molto facile.
E quindi molte persone vogliono fare il percorso per i sogni lucidi proprio per fare i viaggi astrali.
E ancora una volta io lo sconsiglio.
Poi, per carità, ci sono persone che cose di questo genere le fanno in maniera naturale, ma io personalmente le sconsiglio.
Perché?
Perché un conto è stare nei tuoi sogni: te ne stai nel tuo inconscio – il materiale che emerge fuori è, per lo più, parte del tuo inconscio (i tuoi cari, certe suggestioni come incontrare l’anima di qualcuno) – ma è un comunque un sogno; ti può anche venire il dubbio che quello che hai sognato potesse essere vero, ma potrebbe benissimo anche essere soltanto un sogno.
Sviluppiamo invece la consapevolezza, la presenza a quello che c’è.
C’è tutto un mondo da scoprire se aderiamo alla realtà, invece che fantasticare.
Perché quando fantastichiamo, e siamo perciò sempre persi nei pensieri, non aderiamo alla realtà, e non aderendo alla realtà, non la conosciamo: continuiamo sempre a conoscere quelle stesse cose, rimanendo sempre legati a delle idee preconcette – che magari abbiamo ereditato dalla società, dai telegiornali o dai nostri genitori – e tendiamo sempre a riformulare quelle.
E non facciamo veramente parte della realtà.
Se invece aderissimo davvero alla realtà, scopriremmo un mondo bellissimo.
Questo respiro, che sto avendo adesso, è unico: è similissimo a tanti altri, e quindi potrebbe apparire “noioso”, ma è unico.
Se io riuscissi a vivermi l’esperienza di ogni singolo respiro, mi coglierei ogni attimo fuggente della mia vita.
E così se mangio un mandarino; se parlo con qualcuno mi rendo conto che quella persona è viva, e anche l’interlocuzione è più viva, e la vita è più intensa, e già questo è un miracolo: è il miracolo della vita.
Stiamo con le cose così come sono, non c’è bisogno di andare a disturbare i mondi sottili.
I sogni ci appartengono, il nostro inconscio ci appartiene, come lavoro è già molto sottile ma è più terra terra: ci sta, sono sogni, sogniamo tutte le notti e allora perché non approfittarne per saperne di più?
Ma non andiamo a disturbare mondi astrali con personaggi che non conosciamo: ci sono buoni e cattivi anche in questa vita, non andiamo a cercarci i buoni e i cattivi anche nell’altra.
Non è che se uno mi dice che è buono è per forza vero: se vado all’autogrill e qualcuno vuole rifilarmi una telecamera, e mi dice di fidarmi perché lui è buono, magari non è il caso di fidarmi troppo, perché magari mi prendo il pacco.
E questo vale anche nell’astrale.
Se non sai quello che fai, lascia perdere.
Poi, sì, ti dicono che è più affascinante, e in un certo senso lo è: più particolare, più colorato, tutto quello che ti pare; ma viviamo meglio la vita, con più presenza, più consapevolezza.
Anche se può sembrare più banale, stiamo con i piedi per terra: stiamo con le cose così come sono.
Questo è quello che io esorto a fare: sviluppare presenza e consapevolezza, non di andare a fare i viaggi astrali.
Tornando al testo della domanda, sul cosa sono i viaggi astrali e in cosa si differenziano dalla meditazione ho già risposto; sul come farli, si cerca di uscire dal corpo.
Ci sono degli esercizi in cui immagini di proiettarti fuori dal tuo corpo fisico, oppure – per aiutarti a farlo – ti puoi immaginare il corpo come una sfera… ma, ripeto: non li fare che è meglio.
Stiamo con le cose così come sono, cerchiamo di aderire alla realtà delle cose.
Apriamo gli occhi a quello che c’è, che già c’è tanto da scoprire, qui.
Qui e ora.
Complimenti, Claudio! Continui ad essere l’unico sprazzo di luce che riesce a illuminare i miei cinquant’anni di pratica Vipassana e la sua corona di decine di libri.
felice ed onorato di essere di sostegno, grazie anche del tuo sostegno!
Sono d’accordo che la vera sfida è “incontrare” la realtà, sfrondata da stereotipi e pregiudizi che ci tengono legate/i a un costrutto sociale che sentiamo non appartenerci. Lo chiamo percorso di consapevolezza e negli anni scoprire il mio “esserci” ogni volta è stato/ è entusiasmante.
grazie Silva della tua testimonianza
Trovo la tua risposta molto, molto, molto sensata.
E se poi ti ritrovi a vagare per i campi del tennessee e non sai come tornare?
ahahah vero
Grazie. Namastè ????????
namastè