La Vera Pace dopo l’Ansia
Spesso mi viene detto, da chi si approccia alla meditazione da poco, per “combattere l’Ansia” che l’ansia “stranamente a lui cresce”.
Ora immagina la situazione: moltissimi si approcciano alla meditazione perchè hanno saputo, magari dal proprio psicoterapeuta o dalle ricerche scientifiche riportate nei giornali che per l’ansia la meditazione è potentissima e risolutiva.
Poi la fanno e trovano più ansia di prima, ciò che credono è che “per loro non funziona”, anzi sembra peggiorare e quindi smettono.
Vorrei rassicurarli e spronarli a continuare, prima di descrivere a parole perchè potrebbe succedere questo fenomeno, vorrei invitarti a vedere questo video che ben descrive cosa accade ad un meditante, come vissuto personale, prima di raggiungere la pace: qual’è l’atteggiamento disfunzionale e quello funzionale.
Guarda il video: rende l’idea più di qualsiasi altra parola (poi ne riparliamo) dura meno di 3 minuti
Anche nel corso sull’ansia, lo stress e la compulsività, lo ripeto spesso, ma non basta mai, sempre meglio ripeterlo: non è con un atteggiamento ostile verso l’ansia che troveremo la pace.
Facendo la pace con quello che c’è -fosse anche ansia- e integrandolo nella nostra vita tutto cambia.
L’ostilità, il fastidio, è l’energia matrice del rancore, della fretta, della repulsione, dell’ansia. L’atteggiamento di “combattere” o “vincere” o “mandare via” l’ansia, non farà altro che alimentarla.
Invece la pace è accogliente, contempla l’esperienza per quella che è senza trattenerla ne respingerla.
“Non c’è una via per la pace la pace è l’unica via”.
Pensare che mettersi a meditare non significa che sotto sotto alimento un pensiero nascosto del tipo:
“vai via ansia; adesso medito e l’ansia dovrebbe andare via; ma a me non sembra che se ne stia andando; ma io non la voglio; con me non funziona; funziona con tutti ma ovviamente con me non va; ecco adesso sto peggio di prima”
beh diciamolo, questo non è meditare: questo è solo mettersi seduti in meditazione ma non ci si è messi con l’anima in pace a fare pace con quello che c’è nel qui ed ora.
Al contrario, con questo atteggiamento si nutre, fretta, sfiducia e repulsione.
Il respiro è sempre un grande faro che nel bel mezzo dei pensieri ci può far riportare l’attenzione al qui ed ora: con fiducia e pazienza -moooolta pazienza- vai avanti e piano piano quella pace sarà alimentata.
La fretta, il fastidio alimentano l’ansia, la pazienza e la fiducia alimentano la pace.
Smettila di volere cacciare le cose come se non fossero parti di te, ma comincia da dentro a generare quella pazienza che prima o poi si trasforma in pace: una pace in grado di integrare la vita nei suoi alti e bassi.
Lo ripeto spesso e volentieri: la meditazione non è uno strumento che asfalta le strade e le rende lisce, la meditazione ti da quegli ammortizzatori che ti permettono di attraversare gli alti e bassi della vita, non avrai paura di attraversare alcuna strada.
Ecco perchè oltre al corso sull’ansia con le classiche meditazione di presenza e consapevolezza, suggerisco poi di fare anche quelle che sviluppano la pace nel cuore, l’equilibrio (o equanimità), la gioia e la compassione; 4 qualità che Buddha chiamava 4 Dimore Sublimi. Perchè stare con la mente in quello stato è come stare in paradiso: una dimora sublime appunto.
Ma se continui a meditare, con fiducia e pazienza in qualche modo queste qualità potrebbero comunque sorgere spontaneamente.
Il mio suggerimento quindi è indirizzato a chi ne capisce il poenziale e intende lavorare parallelamente anche sullo sviluppo diretto di questi piacevoli 4 stati d’animo
Ma soprattutto a continuare a meditare con fiducia e pazienza!
Per saperne di più su queste 4 meditazioni clicca qui:
https://comemeditare.it/corsi/4dimore-presentazione/