
Dedicato a chi vuole indagare il mondo dell' Al di Là
c'è vita dopo la morte: LE PROVE
C’è vita dopo la morte?
Una di quelle domande che, prima o poi, arriva per tutti. Magari in silenzio, durante una notte insonne. O quando perdi qualcuno. O semplicemente guardando il cielo, cercando qualcosa che non sai spiegare.
Ma come possiamo rispondere davvero?
Credere non basta. Negare neanche. Serve un’indagine. Sì, proprio come farebbe uno scienziato, anzi meglio ancora come farebbe un detective pronto a dare le prove al sistema giudiziario per un verdetto finale. Senza dogmi, senza preconcetti. Solo prove, testimonianze, logica.
Questo è quello che faremo adesso. Immagina di essere un investigatore. Hai un caso da risolvere: scoprire se davvero esiste qualcosa dopo la morte. Pronto? Si parte..
clicca qui per andare al video se disponibile o continua la lettura
Contenuti
Il primo passo è chiaro: lasciar fuori ogni convinzione. Se credi che l’aldilà non esista, l’indagine finisce prima di cominciare. E se invece pensi che ci sia perché “lo dice la religione”, non stai davvero indagando: stai solo confermando un’idea.
Un detective vero raccoglie indizi, interroga testimoni, verifica. Non si fida solo dell’intuito. Non dà niente per scontato. Ed è proprio così che affronteremo questo viaggio. Con mente aperta, ma anche con occhio critico.
E la prima cosa che cerchiamo? Le prove circostanziali.
Se pensi all’idea che dopo la morte non ci sia nulla… ha davvero senso?
Cioè: viviamo, soffriamo, lottiamo, amiamo… per poi svanire nel nulla?
Forse anche tu, come molti, trovi più logico che ci sia “qualcosa”. Non perché lo hai letto su un libro sacro. Ma perché, dentro di te, senti che la vita potrebbe avere bisogno di un significato più grande.
Anche la morte ha un suo senso.
Una tribù asiatica vhe vive sulle palafitte, raccontata da Tiziano Terzani, crede che se nessuno morisse, le feci finirebbero col sommergere le palafitte in cui vivono.
Sembra una battuta, ma contiene una verità enorme: la morte serve. Fa parte dell’equilibrio.
E se la morte è necessaria, non potrebbe anche essere solo un passaggio?
Ovviamente al momento non stiamo ancora indagando, ma riflettiamo su come procedere verso l’indagine con la logica.
Qui entra in gioco un altro indizio: le religioni.
Per quanto diverse, quasi tutte parlano di un “aldilà”. Di un qualcosa oltre la vita terrena.
Questo non è di per sé una prova. Ma può essere una pista.
Perché culture lontanissime, mai entrate in contatto, descrivono esperienze simili dopo la morte?
Coincidenze? Archetipi universali? Oppure… qualcosa di vero?
Un detective non scarta queste coincidenze. Le segna sul taccuino. Le tiene d’occhio.
Ed eccoci al punto più forte dell’indagine: le testimonianze dirette.
Parliamo di persone che hanno vissuto esperienze di premorte, le famose NDE (Near Death Experience).
Gente che era clinicamente morta. Cuore fermo. Nessuna attività cerebrale. Eppure, al ritorno, raccontano storie pazzesche.
Volavano sopra il corpo. Ascoltavano i medici da fuori. Vedevano mondi indescrivibili, pieni di luce, colori, pace.
Molti fanno fatica a trovare le parole. Ma tutti – o quasi – raccontano qualcosa di simile.
Un testimone? Ok. Due? Forse suggestione. Se ascolti solo una testimonianza i dubbi rimangono..
Ma qui parliamo di centinaia di migliaia. Da tutto il mondo. Epoche diverse. Culture diverse. Ma con lo stesso tipo di esperienza.
E allora… è davvero solo immaginazione?
Invito sicuramente ad ascoltarle in questi documentari:
Documentario storico di Raymond Moody sula Vita oltre la vita
e
Documentario recente con casi italiani di Dalia Peviani
Qui il nostro detective si ferma. Non c’è una prova fisica. Nessun oggetto fisico portato indietro dall’aldilà. Nessuna “pistola fumante”.
Ma le testimonianze sono troppe per essere ignorate. Così tante, così coerenti, da far tremare anche lo scettico più tosto.
Allora il caso passa di mano: entra in gioco la scienza.
La maggior parte della scienza, quella materialista, è chiara e ferma: la coscienza è prodotta dal cervello.
Se il cervello smette di funzionare, la coscienza sparisce. Fine. Senza materia non esiste la coscienza. punto e basta.
Ma c’è un’altra parte, più nascosta, più coraggiosa, che dice il contrario. Spesso sono psichiatri.
Studiosi che si chiedono: e se fosse il corpo a ospitare la coscienza, ma non a generarla?
Istituti come l’Università della Virginia studiano la coscienza e la sua continuità oltre il corpo fisico: NDE, Bambini che ricordano vite precedenti, e altri casi vengono studiati, soppesati e li analizzano con rigore scientifico.
Ma tra chi sostiene che la coscienza esista oltre al corpo è il cardiologo olandese Pim van Lommel.
Ha studiato centinaia di pazienti in arresto cardiaco.
E ha trovato casi in cui, nonostante la completa assenza di attività cerebrale, le persone hanno avuto esperienze nitide, dettagliate, spesso verificabili.
E non ha pubblicato su un blog new age. Ma su riviste scientifiche serie.
Da un lato, la scienza tradizionale chiede prove materiali.
Dall’altro, la scienza della coscienza dice: le prove ci sono, sono esperienziali, non fisiche.
E allora il nostro detective… cosa fa?
Si trova davanti a un bivio. Non ha ancora la verità. Ma ha una montagna di indizi. E allora decide: porto il caso in tribunale.
E se non bastassero le NDE, arrivano anche altri tipi di testimonianze.
Bambini che ricordano con incredibile precisione vite precedenti. Sotto ipnosi regressiva, adulti che raccontano dettagli di epoche mai studiate, luoghi mai visitati, che poi si scoprono reali.
E ancora: segnali inspiegabili, sogni vividi in cui i defunti lasciano messaggi, esperienze medianiche studiate in ambienti controllati.
Troppo? Può darsi.
Ma sono testimonianze raccolte da psichiatri, psicologi, medici. Non da “creduloni”.
Gente con metodo, con rigore, con reputazione da difendere.
Chi fa il detective non può ignorare tutto questo solo perché “sembra strano”.
Immagina ora che il caso passi dal detective e arrivi al giudice.
Non uno qualsiasi: un giudice esperto, di quelli che non si fanno incantare facilmente.
Il suo problema? Sa che dovrebbe seguire “la scienza ufficiale”, quella che vuole la prova fisica.
Ma ha anche sotto gli occhi migliaia di testimonianze. Persone credibili. Alcune ex scettiche. Altre ex atei convinti. Tutte diverse, ma tutte con la stessa storia.
E allora? Può davvero ignorarle?
C’è una scena emblematica: questo giudice, poco tempo prima, ha condannato un colpevole senza avere la pistola fumante. Basandosi però su ben quattro testimoni oculari.
E adesso, con queste migliaia, cosa fa? Fa finta di niente?
Durante una partita a golf, il giudice parla con un amico.
L’amico è un fisico, uno di quelli che studiano la meccanica quantistica. E gli dice: “Sai, a livello subatomico, la materia non è solida. Tutto è vibrazione, possibilità. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
Il giudice lo ascolta, confuso. Ma una frase uscita dalla bocca del conducente della golfcar lo colpisce:
“Se nulla si distrugge… la coscienza che fine fa?”
Domanda potente, no?
Ed eccoci alla fine. O forse, all’inizio di qualcosa.
Il giudice, per non esporsi, decide di “non decidere”.
Lascia che siano i giurati – cioè noi – a scegliere.
Il verdetto spetta a chi ha ascoltato, a chi ha osservato tutte le prove, le testimonianze, i racconti, i dati scientifici.
Cosa ne fai, adesso, di tutte queste informazioni?
Magari sei già convinto. O magari sei ancora scettico.
Ma se hai letto fin qui, una cosa è certa: ti interessa capire, indagare, andare oltre la superficie.
E allora non si tratta di credere o non credere.
Si tratta di cercare, con cuore aperto e mente lucida.
Di ascoltare anche quello che ti sembra strano.
Di non fermarti a ciò che è comodo.
Perché forse, dietro questa vita che viviamo ogni giorno, c’è qualcosa di più.
Qualcosa che non si vede, ma che tanti hanno intravisto.
Qualcosa che chiamiamo “aldilà”, ma che potremmo chiamare semplicemente continuità.
Del resto se esiste un aldilà tu vieni proprio da lì, in cuor tuo conosci e saresti in grado di riconoscere profondamente questa seppure bencelata Verità, a te il verdetto finale per la tua Verità
anche un “caffè” o una “pizza” possono esser di aiuto
torna alla Homepage per istruzioni semplici su come meditare:
https://comemeditare.it/
Altro sull'argomento:






© ComeMeditare.it · All Rights Reserved