Perché nel sogno non c’è Ansia (dispersione mentale)

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Questa riflessione nasce dalla domanda:

“Perché nel sogno mi sembra sempre di vivere pienamente il presente, l’ora, non sentire l’ansia e la dispersione mentale che talvolta mi accompagnano di giorno?

Nel sogno mi vivo appieno l’esperienza, eppure durante il sogno la mente è in funzione.”

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Ebbene sì, è proprio così, e mi compiaccio che te ne sei accorta.

Durante il sogno non è presente l’intelletto.

È presente la mente, la nostra mente duale, ma l’intelletto vero e proprio, quella parte estremamente cognitiva, logica, intellettiva e intellettuale, è assente.

Se compare, e compare in modo delicato, deve quasi farsi da parte.

Quando facciamo i sogni lucidi, ci mettiamo un pizzico di questa energia, giusto per dire al sogno di cambiare canale e di andare da quella parte; ma il sogno poi ci restituisce un’esperienza che non è intellettuale, ma totalmente esperienziale.

Io definisco la parte intellettuale parte maschile (energia yang, come direbbero i cinesi), mentre quella percettiva, tipica dei sogni, parte femminile (energia yin).

Per la parte intellettuale nei sogni non c’è spazio.

E quando la parte intellettuale si fa dominante, la nostra esperienza è che non riusciamo ad addormentarci.

Rimuginiamo di continuo, intellettualmente, da un pensiero all’altro: “Devo fare questo”; “Devo fare quest’altro”; “E adesso come faccio?”; “Oh, guarda cosa mi è venuto in mente!”; “Adesso non riesco ad addormentarmi”… e ci rigiriamo insonni come una cotoletta nel letto.

Sogni-senza-AnsiaE questo è perché la parte intellettiva si è manifestata, ed è quella che, effettivamente, è la matrice delle ansie.

Io normalmente associo l’ansia alle paure, ed effettivamente l’ansia è una forma di paura, però è una forma più sottile.

La paura rimane nei sogni, abbiamo anche gli incubi.

Perché?

Perché viviamo comunque in una dimensione dualistica: se abbiamo paura di un mostro, quel mostro appare; ma non è un’ansia, è una paura.

Nel sogno il mostro è realmente – nel senso della “realtà” del sogno – davanti a noi, e quindi la paura svolge una funzione ben precisa.

L’ansia invece è intellettuale, collegata ai pensieri, strettamente legata al fatto che io porrei, forse, sognare e, oddio, se mi addormento sogno il mostro e c’ho paura.

E questa è ansia; e se hai ansia non riesci ad addormentarti neanche.

E questa non c’è nei sogni: non c’è questo tipo di paura.

C’è la paura, ma non c’è l’ansia.

E questo lo hai colto benissimo.

La scienza afferma, anche se ultimamente sta iniziando a metterlo in dubbio, che la mente è legata al cervello; ma in base all’esperienza delle premorti, e per quello che ci dicono i buddisti, questo non è vero.

Nell’aldilà, noi non abbiamo un cervello e viviamo comunque delle esperienze.

E questo accade anche nel sogno.

Oddio, quando sogniamo non è che moriamo, il cervello ce lo abbiamo ancora, ma quando ci muoviamo nel sogno lo facciamo con un corpo che non è quello fisico, ma è un corpo sottile.

Però è assente la parte intellettiva, e sarà assente anche nell’aldilà.

Avremo una mente più chiara, sette volte più veloce.

E a seconda delle varie fasi che attraverseremo nell’aldilà potremmo essere anche più tranquilli, ma non è detto, perché sarà un’esperienza molto simile ai sogni e, come capita nei sogni, potremmo viverci anche degli incubi; però, se gli riconosci come incubi, ne esci subito (un po’ come nei sogni veri e propri, se riconosci un incubo come tale, lo risolvi).

Infatti gli addestramenti per i buddisti tibetani – non per quelli più antichi, quindi – servono proprio per riconoscere i prodotti della mente anche nell’aldilà, in cui la mente è molto più libera, proprio perché non ha un corpo e non c’è più un cervello.

E quindi nei sogni, come nell’aldilà, non c’è spazio per la mente logica.

Saremo in grado di ragionare, potremo viverci delle esperienze dualistiche, e in entrambi i casi potremo fare un sacco di belle cose; ma l’aspetto più intellettuale sarà assente.

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Guarda il video – Perché nel sogno non c’è dispersione mentale

 

 

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