il primo discorso di Buddha: Corso Buddismo
Tratto dal corso di buddismo “Semplicemente buddismo”
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il primo discorso di Buddha
Buddha appena raggiunta l’illuminazione se ne stette ancora lì in pace sotto l’albero. Non sapeva come poter aiutare gli altri esseri a vivere un’esperienza così unica, si domandava come potere trasmettere tutto ciò -a parole sembrava impossible- e probabilmente avrebbe rinunciato a farlo. Ma apparve una visione celestiale che gli disse che se è vero che a molti esseri sarebbe difficile, se non impossibile, realizzare ciò che lui stesso aveva realizzato, ad alcuni invece basta che qualcuno gli levi quel sottile strato di polvere da davanti gli occhi per potersi aprire alla Realtà Ultima delle cose.
Gli vennero in mente i compagni di meditazione con cui condivideva quelle pratiche estreme che aveva fatto fino a pochi giorni prima. Così si alzò e andò verso il “parco dei cervi” nei pressi della città di Benares, il luogo in cui aveva lasciato i suoi compagni.
Questi vedendolo arrivare da lontano, sapendo che aveva accettato del cibo, inizialmente si misero d’accordo per ignorarlo, visto che ai loro occhi si “era perso” rispetto alla dure pratiche ascetiche a cui si erano sottoposti, ma mano a mano che lo videro arrivare si accorsero che irradiava una pace immensa e capirono che qualcosa gli era effettivamente capitato.
Ed è così che Buddha tenne il primo discorso, il discorso che si dice abbia avviato la “ruota del Dharma” permettendo a tantissimi uomini, da quel momento in poi, di risvegliarsi dalle tenebre e illuminarsi, cominciando proprio dai suoi primi uditori.
Discorso in pali si dice sutta ed in sanscrito sutra, (come vedi anche in questo caso magari hai già sentito parlare di sutra)
questo discorso quindi prese il nome di:
“Discorso della messa in moto della Ruota della Legge” che in pali suona così:
“Dhamma-cakka-ppavattana-sutta” (che si legge: damma ciacca pavattana sutta)
Cosa disse quindi Buddha in quel famosissimo discorso?
Beh oltre a parlare della “via di mezzo” fece riferimento ad un’altra parte fondamentale del Buddhismo: parlò di 4 Verità talmente importanti ed utili da capire da chiamarsi “Nobili Verità” e con esse parlò anche dell’ “Ottuplice sentiero”.
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