Come meditare – L’atteggiamento mentale – il mindset
Con quale atteggiamento mentale mi metto a meditare?
L’ideale è: pura osservazione. Senza etichette o pregiudizi o aspettative
Vuoi ottenere qualcosa? Ad esempio rilassatezza, benessere? Ebbene è un atteggiamento mentale che potrebbe risultare controproducente!!
Intendiamoci è bene ed è utile avere una motivazione forte per meditare, quindi anche rilassatezza e benessere, e sono cose che effettivamente facilmente si ottengono con la meditazione, può diventarne un problema se si trasforma da motivazione ad aspettativa.
Mi spiego meglio: se sei sovrappeso e vuoi dimagrire ti metti a dieta.
Ok, va benissimo, mangi più sano e vivrai meglio. Il problema è che se ti aspetti che la bilancia segna che pesi meno appena dopo il pasto potresti rimanerci male…
Dimagrire è la motivazione, credere di dimagrire subito dopo l’esperienza del pasto è una aspettativa.
Con la meditazione questa confusione è maggiore ed io stesso ne sono spesso vittima. Se sono nervoso e non riesco a rilassarmi, penso che la meditazione è inutile e non ha funzionato ed invece non è così.
Sono nervoso e “sono consapevole di esserlo” prima magari non lo sapevo o facevo finta con me stesso di essere calmo e tranquillo o magari solo un pelino nervosetto….
In meditazione mi accorgo che non è così. E sai cosa? Posso fare meno danni che se non avessi meditato.
Certo stare fermi ed osservare il respiro la stragrande maggioranza delle volte rilassa, ma non è quello l’obiettivo della singola meditazione.
L’obiettivo della singola meditazione è “stare con le cose come sono”.
Se c’è tensione stai con la tensione, se c’è calma stai con quella. Se passi da uno stato all’altro nota cosa succede.
Senza etichette, giudizi o aspettative.
Stai con ciò che c’è!
Tutto ciò che serve dire su come meditare si riassume in questo: stai con ciò che c’ è!
L’atteggiamento mentale che consiglio lo trovi in questa citazione di Padre De Mello (un prete cattolico gesuita) tratta da Anthony De Mello – “Messaggio per un’aquila che si crede un pollo”:
“Nessun giudizio, nessun commento, nessun atteggiamento: semplicemente, si osserva, si studia, si guarda, senza il desiderio di cambiare ciò che è. Perché se si desidera cambiare ciò che è in ciò che “dovrebbe essere”, si cessa di comprendere.
Un istruttore di cani cerca di capire l’animale in modo di insegnargli a eseguire determinate azioni. Uno scienziato osserva il comportamento delle formiche senza avere in mente altro scopo che lo studio delle formiche, per imparare il più possibile riguardo esse.
Non ha altro fine. Non sta tentando di insegnare loro qualcosa o di ricevere qualcos’altro in cambio. E’ interessato alle formiche, e vuole imparare il più possibile su di loro. Questo è il suo presupposto.
Il giorno in cui riuscirete ad assumere un atteggiamento simile, assisterete a un miracolo. Cambierete – senza sforzo, correttamente. Il cambiamento si verificherà, non dovrete andarlo a cercare.
Mentre la vita della consapevolezza prende il posto delle tenebre, tutto il male scomparirà. Tutto ciò che c’è di buono verrà nutrito, alimentato. E’ un’esperienza che dovete fare voi stessi.
Ma tutto ciò richiede una mente disciplinata. E quando parlo di disciplina, non parlo di sforzo.”
Come meditare al meglio? Si tratta di essere “disciplinati” e regolari nel “non mettere” etichette e mantenere una mente aperta, ricettiva e attenta.
Se ti accorgi che hai messo nella meditazione una aspettativa osserva anche quella e, invece di “colpevolizzarti” (a me talvolta ancora succede) puoi gioire di esserne diventata/o consapevole!!
Puoi farti aiutare all’inizio dalla meditazione guidata audio che trovi in alto a destra.
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Buonasera Claudio. Ho apprezzato molto tutto quello che hai scritto riguardo la meditazione. Spiegazioni dettagliate, esaurienti e approfondite. Ho fatto anche la meditazione guidata e mi è piaciuta la tua voce e il tono pacato e tranquillo. La mia intenzione è trovare un corso dal vivo perché ho problemi di udito e le voci riprodotte spesso non mi permettono di capire bene le parole. Inotre non sono una indaffarata!😊 Io vivo ad Alicudi e mi ero fatta l’idea che tu vivessi a Milazzo. Ma mi sembra di aver capito che non è così. Io ho già provato a meditare da sola ma sento il bisogno di avere una guida. Mi piacerebbe che fossi tu. C’è la possibilità che tu faccia un corso dal vivo? Magari a Milazzo? Lo spero e ti ringrazio di cuore
ciao Paola, mi dispiace, ma non faccio da anni corsi dal vivo e comunque li ho fatti a Roma e Milano. Però ho scritto un po’ di libri, li trovi su amazon..
io questa cosa sto ancora cercando di capirla, alcune volte credo di averla capita, e alcune volte mi ritornano dei dubbi. questo che hai scritto mi è successo ultimamente, quindi voglio dire: si dice e il mindset giusto della meditazione sia quella dell’accettazione: accetta i pensieri, accetta il momento, accetta le emozioni, ecc…. però che si intende precisamente? se io ho prurito devo resistere e continuare con la meditazione? e se io sono arrabbiato devo fare la meditazione arrabbiato? o semplicemente devo fregarmene e continuare a osservare il respiro?
se tu senti prurito e sai di sentirlo (quindi ne sei consapevole) puoi scegliere consapevolmente di grattarti.
Se invece metti un giudizio prima (tipo è sbagliato avere prurito) quando ti gratterai non avrai nemmeno notato il prurito e il grattarsi non è più una azione consapevole ma una reazione istintiva. Per essere consapevole meglio prima accorgersi (magari, per essere più sicuri, rimandando per un solo istante la grattata) prima del fenomeno accogliendolo pienamente e poi decidere il da farsi. Con la rabbia la stessa cosa.
Certo si può meditare anche da arrabbiati, è faticoso ma utilissimo. Se quando ti arriva uno stimolo ti dici: “ho già capito è questo..” smetti di esserne consapevole e reagisci di botto, se invece accogli per un attimo permetti al prurito e alla rabbia di esserci (per essere osservata, consapevolizzata, compresa ed accolta) e poi dopo avere abbracciato (la rabbia o il prurito) decidere consapevolmente cosa fare. e a quel punto, solo a quel punto agire (o non agire).
facciamo così: quando hai dubbi rimanda ancora ogni azione e concediti di stare ancora un poco con la sensazione, nota se entrano pensieri e giudizi e come ti fanno stare, puoi riconoscere pensieri tipo: “che ci sto a fare?” “c’è questa cosa e io me ne sto impalato qui come un imbecille” “adesso mi gratto o gli do un pugno”.
Come noti sono tutti pensieri e molti sono anche giudizi: è la mente compulsiva che governa il quel momento. Se riesci ad andare oltre e notare come anche questi pensieri ti fanno stare fai bingo.
A volte ti sarà difficile altre volte più facile, l’importante e sviluppare una maggiore comprensione nel viverle queste esperienze. e va bene comunque ti viene.
Salve, vorrei un consiglio un po’ particolare non so chiamiamola meditazione sul bacio…
da qualche mese ho una donna e con le ho provato per la prima volta diciamo il bacio in bocca cosa che provo nello specifico da 4-5 mesi.. diciamo che mi piace il bacio come incontro di labbra mentre ci sono due aspetti che ho difficoltà a farmi piacere ( anche se continuo a provarci) l’aspetto diciamo fluido-salivare e il calore dell’alito pure ultimamente chiaramente non ce l’ho con lei dato che è naturale ma con me stesso forse perchè per anni me la sono immaginata come una cosa dolce ma non anche fluida e calda come respiro diciamo forse me l’ero immaginata solo come una cosa fresca e dolce e non anche questi aspetti sopra citati
è una situazione particolare ma forse tu un consiglio me lo puoi dare cque dato che c’è di mezzo anche il pensiero… attendo grazie
Ciao Valerio sei un tantinello off-topic.
Comunque da quello che mi dici credo che tu già sappia che c’è molto “pensiero”, baciare in bocca qualcuno è molto intenso come contatto e molto intimo “fa schifo” se non c’è trasporto, ma è dolcissimo se ne senti il desiderio.
ok grazie magari piu’ in la andrà meglio..
si possono prevenire pensieri che frenano il senso di trasporto? o rimpicciolire pensieri che senza volerlo in un momento di noia li si ha un po’ ingigantiti anche se all’origine erano ok?
Con la meditazione suggerisco di osservare cosa ci accade per capire come funzioniamo cercando di non alterare le “cose così come sono” o come appaiono.
Lascia che sia e osserva in piena consapevolezza: osserva “il trasporto” e la sua natura.
Osserva i pensieri che giudichi “ok” come quelli che giudichi “non ok” e nota come ti fa stare.
La pace deriva dall’osservare con consapevolezza, conoscere e dopo, semmai trascendere. non dal respingere ciò che non ci piace.
Non si tratta di lasciare gli scheletri dentro l’armadio, ma di aprire l’armadio illuminarlo con la nostra consapevolezza e renderci conto che questi scheletri alla fine sono quello che sono.. normalmente fanno paura solo al buio dell’inconsapevolezza
è che mi sento un po’ in colpa quando mi vengono pensieri a volte sbagliati che potrebbero forse rovinare il clima diciamo del rapporto
cioè a livello di gesti e verbale sono corretto mentre a livello di pensiero a volte quando sono sotto stress o non ho dormito o mi annoio mi possono venire pensieri che non mi fanno stare in pace nel rapporto con gli altri eh ha volte ho fretta di liberarmi di alcuni pensieri ed invece mi rendo conto che non devo avere fretta di liberarmene così è piu’ probabile che si dissolvono da soli i pensieri, inoltre vorrei abbandonarmi di piu’ al momento presente invece a volte è come se rimandassi o perchè sono stanco o distratto o non trovo la forza in quel momento o è ora di andare a dormire o mangiare o mi aspettano e non voglio fare tardi ad un appuntamento
esatto: se stai meditando e ti sei concesso del tempo per quello non è (ancora) ora di dormire o fare altro: quelle azioni riguardano il futuro
Ok grazie!!!