Quanto tempo meditare

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 Intanto cerca di meditare quotidianamente, nei limiti del possibile.

I tempi classici di meditazione

Tempo-in-meditazioneQuando salti un giorno, non succede niente; se ne salti due, non muore nessuno; se ne salti tre, è un peccato, ma va bene lo stesso; ma comunque ricomincia, ricomincia appena puoi e cerca di mantenere una pratica costante.

In questo senso io, nella “Meditazione per indaffarati”, non insisto tanto sul meditare per tanto tempo.

C’è una strana abitudine, qui in occidente, in cui molte meditazioni sono fatte di venti minuti; nella meditazione trascendentale, per esempio, si consiglia di fare due pratiche di venti minuti, una la mattina e una la sera (quindi, due pratiche quotidiane di venti minuti ciascuna).

La costanza vince sul “tanto tempo”

Io sono dell’idea che, se siamo molto indaffarati, imporci venti minuti funzionerà le prime volte – finché sei innamorato della pratica (finché ti sta gasando il meditare) – e poi, però, diventa difficile da mantenere come impegno.

Oddio, venti minuti si possono sempre trovare (anche un quarto d’ora va bene), però se ti proponi di fare – soprattutto all’inizio – almeno dieci minuti, è più facile che tu mantenga la costanza per tutti i giorni.

Io preferisco dirti di fare dieci minuti tutti i giorni, piuttosto che dirti di farne venti e poi finisce che oggi lo salti, domani lo salti e dopodomani lo salti pure; e questo è un peccato.

Dieci minuti basta che li rubi al cellulare e alle chat – ma se fai così te ne trovi venti, anche mezz’ora – e anche se rubassi solo cinque minuti al cellulare e cinque al sonno, li hai trovati dieci minuti.

Dieci minuti li trovi sempre, è impossibile che non si trovano.

Ma anche, e soprattutto, quei giorni in cui siamo talmente indaffarati che abbiamo l’acqua alla gola per gli impegni, sono proprio quei giorni in cui quei dieci minuti sono davvero preziosi, perché ci ritroveremmo talmente stressati che se non meditassimo riusciremmo a fare tanti errori, e quegli errori costano in termini di tempo.

Già soltanto scordare le chiavi o il cellulare in casa, e dover poi risalire in casa per recuperarli, hai già perso dieci minuti (se non di più).

E poi si possono far danni; puoi far male una cosa, perché la fai in fretta e furia.

Mentre la meditazione ti aiuta a ritrovare quella calma, quella centratura e quella lucidità mentale che ti servono.

Nei limiti del possibile.

Se sei molto stressato, dopo che hai meditato dieci minuti continui a essere stressato; ma un po’ di meno.

Se sei molto distratto, continui a essere distratto; ma un po’ di meno.

Questo “po’ di meno” è un capitale, per cui agisci meglio, hai più lucidità mentale.

Non voglio dare false aspettative, e dirti che poi diventi lucido come un laser con soli dieci minuti; non sto dicendo questo.

Sto dicendo che comunque vale assolutamente la pena investire dieci minuti del tuo tempo, perché ne perderai molto meno dopo, e farai le cose più a cuor leggero, con maggiore lucidità mentale.

E quindi anche la tua salute risentirà di meno di un carico di stress eccessivo.

La costanza prima di tutto.

Se dieci minuti ti aiutano a fare la costanza, dieci minuti vanno bene.

Se senti che puoi farne venti, fanne venti; ma piuttosto che non farlo, fanne dieci.

Oggi ne fai venti, domani ne fai venti: “Io voglio farne sempre venti!”, “Ne farò sempre venti!”; “Eh, ma… adesso venti non ce li ho…”, “Vabbè li faccio dopo”; e poi non lo fai.

Allora fanne dieci.

Questo è, per esperienza, quello che mi sento di dire.

Approfitta dei fine settimana per meditare più a lungo

Io quello che suggerisco è questo: noi, di solito, abbiamo due routine – una per in giorni feriali (in cui lavoriamo), e una per quelli festivi (in cui non lavoriamo, in genere il sabato e la domenica) – e allora, mantieni la routine dei dieci minuti nei giorni in cui lavori, in questi giorni avrai già i tuoi rituali (ti alzi, poi vai a fare pipì, poi mangi, poi ti lavi; ciascuno di noi ha un suo ordine con il quale fa le cose), e allora inserisci i dieci minuti di meditazione all’interno di questo schema di rituali; queste abitudini, però, cambiano il sabato e la domenica.

E quindi a questo punto, io ti invito a valutare se, il sabato e la domenica, tu puoi trasformare questi dieci minuti in venti, per esempio.

Oppure, meglio ancora, fai i tuoi dieci minuti come d’abitudine – magari inseriti nella tua routine più o meno come gli altri giorni (magari non sarà proprio uguale, ma sarà simile) – e poi, magari, durante la giornata ci infili anche una meditazione da venti minuti (e, perché no, pure di mezz’ora).

Autorizzati anche a distrarti di più; cioè i benefici, con una meditazione più lunga, sono maggiori ma, allo stesso tempo, è più facile distrarsi, tienilo in conto: fa parte del gioco.

Si può dedicare alla meditazione tutto il tempo che ritieni opportuno: un’ora intera, o anche una giornata intera (ovviamente una giornata ogni tanto sarà un po’ spezzata: per fare pipì, mangiare e altro; nei ritiri di meditazione, durante una giornata intera – alternando meditazione seduta, meditazione camminata, silenzio mentre mangiamo – alla fine si medita tutto il giorno, anche se facciamo tante cose).

Cosa succede quando allunghi i tempi della meditazione?

Che attraversi più momenti, e ti accorgi dei diversi momenti che stai vivendo: momenti di distrazione, momenti di intolleranza (in cui ti dici: “Ma io non voglio più meditare”, “Non ce la faccio più a meditare”, “Ma chi me lo fa fare”); attraversali questi momenti, metti in conto tutto questo.

Il bello, la vera ricchezza, è attraversarli e sapere che li puoi attraversare.

Quando tu li attraversi questi momenti di difficoltà, e trovi comunque la pace, a questi momenti gli dai meno retta.

Prima, c’erano momenti in cui dicevi: “Ma chi me lo fare di stare qui a meditare”, “Sto solo perdendo tempo”, “Sono irritato”, “Sono distratto”, “Dovrei solo meditare e non irritarmi”; e invece no: stai solo aprendo gli occhi a quello che ti sta succedendo nel qui e ora (e sei irritato, sei irritato).

Quando attraversi questi momenti, e non gli dai più retta, non dai più retta a quando ti irriti, non dai più peso a quando ti irriti; sai che tutto passa.

E dopo questa consapevolezza – fatta quindi per esperienza personale – nella quale ti sei accorto di quanto attraversiamo tutto, e di quanto tutto sia attraversabile, allora ci stai: non ti pesa più.

Se durante la meditazione ti distrai un pochino o ti innervosisci, ci stai, e ti innervosisci di meno: perché se sai che ti puoi innervosire, e smetti di farci a braccio di ferro, e non smetti di meditare quando sei nervoso perché: “Sono nervoso! Basta, non ne posso più!”, ci stai; e ti dici, invece: “Sono nervoso, ma tu guarda: cos’è questo nervosismo? Guardiamo un pochino”.

E allora rimani con curiosità a vedere cosa ti sta succedendo, ed ecco che il nervosismo passa.

Ma passa non perché lo stai cacciando via, passa perché lo stai accogliendo.

Passa perché lo stai osservando.

Perché lo stai mettendo in conto: fa parte di te.

Questi sono dei doni preziosi che ti offre la meditazione.

Guarda il video – Quanto tempo Meditare

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