Meditazione per andare oltre la PAURA
Grazie Claudio, ogni giorno medito e mi sembra di aver fatto dei passi avanti. Ora però di nuovo sono affondata nella paura più nera che possa esistere e tante volte mi dico a che serve se i medici mi hanno detto che la mia paura è ciclica.
Arriva mi fa stare molto male per giorni e giorni e poi passa.
Purtroppo ritorna e si ripete il giro. È pazzesco!! Quando avevo 18 anni ho subito molti traumi e questi mi hanno portato a star male in questo modo.
Credimi è una tortura perché non ha mai fine. Tu mi puoi aiutare? Elena
guarda il video di circa 12 minuti o leggi la trascrizione sotto:
Sì, sicuramente il fatto che tu mediti, ti sta già aiutando, non scoraggiarti e continua a meditare perché è la cura migliore per le paure!
La paura a è un’emozione primaria, quindi la paura le emozioni primarie sono quattronon sono tante, quindi in quanto emozioni primarie ci aiutano a sopravvivere:
se arriva un camion ,io ho paura, mi scanso di colpo quindi è fondamentale per l’esistenza umana.
Se mi sono scottao una volta con la pentola, ci sto più attento quando mi riavvicino.. ecco questa è la funzione della paura che una funzione importante.
Non è che un essere illuminato smette di avere paura, però noi esseri umani abbiamo una cosa unica: abbiamo il pensiero e questo pensiero ci proietta nella situazione.
Cioè ci basta pensare al fuoco per averne paura, ci basta pensare di avere paura per avere paura..
Quando ti leggo, Elena, mi viene da pensare che la tua maggiore paura non è altro che avere paura della paura, che è ancora peggio!
Cioè se io ho paura del fuoco e c’è il fuoco, ha un senso; se io immagino -quindi è una fantasia- il fuoco e non c’è in questo momento, nel qui e ora, può tornare.. può darsi.. ma in questo momento non c’è fuoco..
in questo momento non ho motivo di avere paura, ecco che noi essere umani invece abbiamo come se ilfuoco ci fosse davvero.
Poi io posso avere paura di avere paura del fuoco ecco che diventa un loop tremendo che mi fa vivere più costantemente nella paura.
Questo questa cosa si può risolvere, piano piano, con la meditazione!
Ora che i tuoi medici dicono che è ciclica, ok, anche se fosse, ammettiamo che lo sia: a parte il fatto che nelle nella tradizione buddista cui fa riferimento la meditazione vipassana, si dice che le cose vanno “trascese” cioè non è che tu superi le paure, cioè si le superi, ecco ovvero le trascendi: non è che le elimini!
Non si tratta di non volere la paura, non si tratta di eliminare la paura, si tratta di guardarla con gli occhi; si tratta di aprire l’armadio e guardare dentro.
All’inizio la visione di uno scheletro ci fa paura, lo guardi ci metti tutta la tua attenzione, porti la luce dentro l’armadio buio e ti rendi conto che il buio non fa paura.. e alla fine quello scheletro, non era così pauroso..
capisco che la paura non aveva motivo di essere, ma era caricato di tanta fantasia e alla fine era robina, poca cosa..
Ecco con la meditazione noi impariamo a stare con “quello che c’è”, ma soprattutto facciamo una cosa ancora più semplice: se sono i pensieri che ci fanno avere paura, di norma i pensieri ci portano nel futuro è proprio il futuro..
..ma ci arriviamo fra un attimo..
..ti dicevo se sono i pensieri che ci fanno avere paura ecco che con la meditazione noi cominciamo a a dare meno importanza ai pensieri, ma più importanza a quello che c’è nel adesso.
Possiamo persino osservare i pensieri che ci fanno paura e quindi piano piano abbassare il livello della paura.
Ti dicevo che i pensieri hanno questa caratteristica: non ci fanno stare nell adesso. Ci fanno stare nel passato o nel futuro!
Il futuro normalmente, non conoscendolo, così come il buio non lo conosciamo, -una definizione di paura è avere paura di quello che non conosciamo- il futuro da una parte ci eccita e dall altra c è ci fa paura ci fa proprio paura!
Soprattutto se tu fai una cosa tipo: “in passato ha avuto una brutta esperienza” e riguarda il passato non riguarda adesso e che cosa fai?
La proietti nel futuro.. hai paura di quell esperienza si ripeta e questa ti fai bypassare completamente il presidente: dal passato vai direttamente nel futuro.
Allora io ti faccio osservare una cosa.. intanto io ti suggerisco non di eliminare le paure, cosa che a questo livello potrai piano piano arrivare a fare, ma piano piano e poi ti leggo un bel brano che ci aiuta a capire, piano piano, come si fa.
Quello che ti invito a fare è proprio guardare dentro l’armadio – ammettiamo per un attimo che i medici abbiano ragione supponiamo che sia così perché tu ti i fissi sul fatto che torna- allora ci sono dei momenti up e dei momenti down.
a parte il fatto che tutti quanti noi abbiamo momenti su e momenti giù, diciamo che i tuoi momenti down sono molto faticosi c’è molta paura ed uno magari anche troppo.
Bene, ok, è così per il momento, intanto tutto può cambiare e tutto impermanente.. questa legge dell’impermanenza, che tutto cambia, ci dice anche quello dicono i medici che è ciclico!
Oggi hai paura domani hai meno paura..
Quello che mi impressiona, da quello che tu scrivi, è che tu ti fissi sul fatto che “non serve a niente, tanto ritorna la paura” anche quando stai bene..
..ma allora perché non usi lo stesso ragionamento quando hai paura? e non ti dici “ok questa cosa è impermanente non durerà per sempre ritornerò a smettere di avere paura!” perché è ciclico!
Lo ripeto: perché ti fa paura quando stai bene -che è ciclico che dici non serve a niente- e allora non serve neanche niente avere paura se comunque prima o poi anche quella paura svanirà?
Il fatto che si ripeta è faticoso ma è un lavoro che puoi fare! Vedrai che piano piano questa cosa andrà migliorando.
Per spiegarmi meglio ti leggo un brano tratto da: Il libro tibetano del vivere e del morire (Civiltà dell’Oriente) Di Sogyal Rinpoche, molto bello
e all’inizio c’è questa autobiografia in cinque parti di Portia Nelson e dice:
1. Cammino per strada.
C’è un buco profondo nel marciapiede.
Ci cado dentro.
Sono perduta, sono disperata.
Non è colpa mia.
Ci vorrà un’eternità per uscirne.
2. Cammino per la stessa strada.
C’è un buco nel marciapiede.
Fingo di non vederlo e ci cado di nuovo.
Non posso credere di essere allo stesso posto.
Ma non è colpa mia.
Ci vorrà molto tempo per uscirne.
3. Cammino per la stessa strada.
C’è un buco nel marciapiede.
Lo vedo.
Ci cado dentro, è un’abitudine.
I miei occhi sono aperti, so dove sono.
E’ colpa mia.
Ne esco immediatamente.
4. Cammino per la stessa strada.
C’è un buco nel marciapiede.
Ci giro attorno.
5. Cambio strada.
Ecco per eliminare un’esperienza in realtà la conosciamo, ci caschiamo tante volte, l’attraversiamo tante volte..
dopo piano piano gli cominciamo a capire meglio, a livelli sempre più profondi, che cosa succede:
all’inizio ci cado do tutta la colpa agli altri, ci metto tanto ad uscire.. poi, piano piano ne esco prima.. ma continua per la colpa degli altri..
poi capisco che è colpa mia e quindi quando capisco che io ci metto del mio, a quel punto succede una cosa magica: posso migliorare
perché se è mia responsabilità io ho il manubrio in mano e posso cambiare le cose.. se tutto è al di fuori di me io subisco solo: non posso fare niente!
ecco si può fare qualcosa quando capisci come funzionano le cose, quando capisci quali sono i meccanismi;
anche perché tutte queste belle parole non servono a niente, se non apprese in una comprensione che non è solo teorica ma è pratica messa nella concretezza di tutti i giorni!
Ecco perché la meditazione ti può aiutare anche perché la meditazione -che aiuta a capire meglio le cose mentre si verificano- ci aiuterà a stare meglio persino mentre c’è la paura
ti aiuta e a guardarti mentre hai paura quindi la paura c’è, ma ti guardi dall’alto!
Quindi una parte di te osserva quella stessa paura la riconosce, è una parte di te; è una parte di te che sta in alto a guardare quella che ha paura e le vuole bene e quindi ad una sensazione di paura comincia ad aggiungersi una specie di serenità legata ad un’altra angolatura, ad un’altra posizione a qualcuno che guarda quella persona che ha paura.
ed, in qualche modo è divertita ma mai divertita benevolmente, nel senso che non è canzonatoria è una posizione di grande benevolenza, per la sofferenza di questa povera persona che sta osservando.
Vedrai che facendo questo tipo di lavoro, le paure in più, quelle che sono legate ai nostri pensieri, piano piano perdono di importanza.
Ora io non dico che dopo tanti anni che medito ho smesso di avere paura, anch’io mi faccio le cosiddette “pippe mentali” e ho paura di cose di cui so che potrei non avere paura, però mi osservo, cerco di capire, e cerco di essere benevolo con le mie difficoltà e alla fine ci convivo meglio!
Ecco io ti invito a fare questo percorso: continuare con la meditazione, falla, cerca di fare proprio un corso, fa un corso! prosegui se sei dentro il come meditare coaching perfetto!
cerca anche una occasione di andare ad incontri dal vivo, meglio se ripetuti nel tempo, quindi non solo magari un episodio come quelli che sto facendo io, io ho con il programma di fare anche delle cose ricorrenti, ma adesso non sono strutturato per farlo.. ma magari nella tua città c’è un posto dove farlo e soprattutto può fare molto bene fare un percorso di questo tipo anche perché sente il sostegno degli altri che è sempre diretto
Un altro pezzo “rubato” al “come meditare coaching” clicca per saperne di più su come funziona: “come meditare coaching”
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