Mente ordinaria e stato naturale: due dimensioni a confronto
Cerchiamo di capire intanto e distinguere lo stato naturale della mente con la mente, quella ordinaria.
La mente ordinaria è quella che abbiamo comunemente, quella che ci spinge a ragionare sulla spesa, su cosa ci accadrà domani, sul futuro, sul passato… Insomma, quello stato in cui siamo immersi dalla mattina alla sera, che è fatto di mille distrazioni. È molto difficile che noi siamo presenti a noi stessi.
La nostra vera natura è straordinaria
Lo stato naturale della mente è uno stato che, a differenza della mente ordinaria, non è uno stato frammentato, non è uno stato che deve organizzare le cose come la mente ordinaria che fa la lista della spesa eccetera eccetera. È uno stato di fusione con l’universo. Ed è uno stato talmente naturale che, anche se non ce ne accorgiamo, ci ritroviamo ogni tanto in quello stato, perché è proprio la nostra dimensione più pura.
La nostra dimensione più pura non è ordinaria, è straordinaria, oserei dire. Cioè, è quell’assenza di ogni forma di divisione. Quindi è uno stato puro, è uno stato non frammentato, è uno stato univoco, è uno stato, oserei dire, divino. Ed è uno stato che, essendo nella nostra natura, ripeto, è naturale. E ogni tanto ci ritroviamo in quello stato.
Il ruolo della meditazione nell’accesso a questo stato
Quand’è che ci ritroviamo in quello stato? Lo possiamo riconoscere quando, per esempio, siamo assorti in meditazione.
Quando siamo assorti in meditazione e siamo veramente assorti — quindi, è chiaro che ci distraiamo — e lì vado a correggere una parte di quello che dici, quando tu dici che quella dimensione vuota, senza genere, forma e limiti… Esatto, è così. Ma quando poi dici “dove i pensieri, le emozioni, le sensazioni vanno e vengono” e poi chiedi se “muore con noi”, ecco, le sensazioni…
È vero che, nell’esperienza quotidiana, se tu ti metti a meditare, per esempio, hai dei momenti di assorbimento e dei momenti in cui ti accorgi dei pensieri che vanno e vengono. Ora, se i pensieri vanno e vengono, non vuol dire che sono comunque presenti e li puoi osservare. Quindi, questo va bene. Ma lo stato naturale della mente è uno stato in cui non ci sono pensieri, non ci sono sensazioni. Cioè, è… e quando li vivi è perché ne esci.
Quindi, lo ripeto: lo stato naturale lo viviamo, ma ne entriamo e ne usciamo spesso. Quando ti accorgi che hai pensieri, emozioni, vuol dire che ne sei uscito. Perché lo stato naturale della mente è sconfinato.
Quegli attimi perfetti in meditazione
E sai quando? Quei brevi momenti, magari brevissimi o più o meno lunghi — poi dipende dall’esperienza di ciascuno. Io ho notato che all’inizio lo si ha di più, poi mano a mano si tende a riconoscerlo di meno.
Quello stato in cui è perfetto… un momento perfetto di meditazione, magari dura anche solo un attimo, ma è un attimo perfetto. E poi torniamo a distrarci. Quell’attimo lì è un attimo che, potenzialmente, di grande assorbimento mentale, potrebbe essere effettivamente lo stato naturale della mente.
Il tramonto come metafora dell’Uno
Ora, ragioniamo poi su cosa accade se muore o non muore, lo capiamo subito. Volevo soffermarmi ancora su un altro esempio che faccio spesso, anche questo: quello del tramonto.
Quando io sono assorto nel tramonto, sono un tutt’uno col tramonto, e questo “io” non c’è più. C’è il tramonto, c’è l’esperienza del tramonto, e quello che prima sarebbe stato un “io” è semplicemente parte del panorama, parte dell’esperienza. Ecco, questa dimensione qui è una dimensione molto simile a quella dello stato naturale della mente.
I quattro stati di coscienza e il Turiya
Ora, che cosa succede? Che lo stato naturale della mente, oserei fare — ecco, lo compio per esempio — gli induisti dicono che noi abbiamo quattro livelli di coscienza, di cui lo stato naturale della mente è il quarto.
È il quarto, ma è il più puro. Cioè, gli altri tre sono la coscienza ordinaria, quella del sogno e quella del sonno profondo.
Ecco, diciamo che il Turiya, che vuol dire proprio “quarto stato”, questo Turiya è lo stato più puro. È come essere nudi, e ogni tanto indossare lo stato di veglia — la mente ordinaria, diciamo così — il sonno profondo o il sogno. Ecco, chi è che indossa? È il Turiya, è lo stato naturale della mente.
Amata Dhamma e il ritorno all’oceano
Quindi, lo stato naturale della mente, oltre a essere sempre presente, anche quando siamo distratti, in qualche modo in sottofondo c’è. Proprio come una persona che indossa un vestito: sotto il vestito continua a esserci, ma quello che appare è il vestito. Ecco, Turiya è sempre presente.
C’è uno stato, per esempio, che viene chiamato nella tradizione buddista theravāda Amata Dhamma. Amata Dhamma è lo stato di risveglio, in cui noi diventiamo l’Uno, tra virgolette. Cioè, la goccia diventa oceano, e l’oceano non è mai nato e mai morirà, perché è l’esperienza dell’Uno.