Quando si vedono i risultati in meditazione?

Un abbonato al Come Meditare Coaching domanda:

Quando si vedono i risultati in meditazione? In quanto tempo arrivano?

Questa è una domanda che ha due risvolti: uno individuale e uno scientificamente provato, diciamo così. E i due non sempre coincidono. Perché dico questo?

questo video è stato estrapolato da una sessione del Come Meditare Coaching qui trovi maggiori informazioni su questo servizio di sostegno nel tempo: http://www.comemeditarecoaching.it

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Quando si vedono i risultati della meditazionePerché non coincidono? Perché in realtà non coincidono nell’aspettativa.

Cioè, noi possiamo avere delle aspettative molto alte rispetto ai benefici che possiamo ottenere in meditazione, però che cosa facciamo?

Facciamo una cosa molto naturale, una cosa che dovrebbe essere il nostro stato naturale della mente, cioè stare un attimo in silenzio, stare in raccoglimento con noi stessi, qualcosa che potrebbe apparire anche molto noioso.

Quindi non succede nulla. Non succedendo nulla, non abbiamo la percezione di stare meglio.

I benefici invisibili ma reali

Ma se qualcuno ti mettesse degli elettrodi, si accorgerebbe che già da subito tu avresti dei miglioramenti.

E il paradosso è che questi miglioramenti arrivano anche quando tu hai la percezione di aver meditato male — che non esiste “meditare male” in realtà, però è un altro discorso. Rimaniamo su questo aspetto: i benefici arrivano comunque, anche se tu non hai la percezione di averne.

I benefici sono a breve e a lungo termine.
Quelli diciamo registrabili in qualche modo da questi elettrodi sono, intanto, che la mente si calma.

E poi si è verificato che alcuni di questi benefici addirittura riguardano la circolazione. Quindi tutto ciò che comporta la circolazione, la digestione, l’insonnia eccetera eccetera — tutto questo va piano piano a migliorare.
L’ansia cala.

Tutto ciò che in qualche modo abbassa il cortisolo… cioè, la meditazione porta dei benefici a livello di salute.

La percezione soggettiva dei miglioramenti

E più questi benefici arrivano, però — questo lo abbiamo detto — al di là della nostra percezione.
Ma noi come ci accorgiamo che stiamo migliorando, che stiamo veramente avendo dei benefici?
Perché non è che noi ci mettiamo degli elettrodi e ci possiamo misurare, no?

E visto che la percezione è quella di stare lì a non fare nulla, potrebbe essere veramente frustrante.

Beh, c’è da dire che magari la primissima volta non te ne rendi conto, ma dopo che tu ripeti la meditazione qualche volta — basta una spicciolata, una manciata di meditazioni diciamo così, però fatte con cura, fatte con dedizione — ecco che dopo un po’ ti accorgi che stai meglio, che hai dei momenti di piacevolezza, hai dei momenti di pace.

Sia durante la meditazione, magari brevi attimi — perché la distrazione ricorre — sia dopo la meditazione.

C’è anche chi per un momento, invece, gli sale l’ansia e poi dopo trova questa pace, se riesce a non farsi trascinare via da quest’ansia.

Perché meditare significa stare con quello che c’è, quindi permettere a quello che c’è di essere visto.

E permettere a quello che c’è di essere visto significa che, se c’è dell’ansia, invece di negarla in qualche modo, la guardiamo con gli occhi e prendiamo atto che c’è.

E quindi, prima non la notavamo, adesso la notiamo.
Ma è questo che la calma: attraversarla.

E quindi, in effetti, anche se magari qualcuno addirittura può avere la percezione che un pochino l’ansia è salita, poi alla fine si calma.

E questa calma la si può avere veramente dopo una spicciolata di esperienze, dopo 4, 5, 6 esperienze.

Il rischio delle aspettative

Però questa prima calma può creare delle aspettative, per cui si cerca questa calma.
Ma come abbiamo detto, la meditazione funziona e calma comunque, ma non c’è da aspettarsi di essere calmi.

A forza di meditare, ci si accorge che non si è più gli stessi.
Ma non ci si accorge dall’oggi al domani.

È un po’ come guardarsi allo specchio: noi invecchiamo, e se tu guardi una foto di qualche anno fa, ti accorgi che non sei più lo stesso.
Con la meditazione funziona nello stesso modo.

Se tu pensi a come eri prima di meditare, dopo un mese che stai meditando, dopo un anno che stai meditando, dopo decenni che mediti, ti accorgi di come non sei più lo stesso di prima.

Di come la tua vita è migliorata in meglio.

Ma non te ne accorgi dall’oggi al domani. Perché? Naturale.
Perché meditare è un aspetto estremamente naturale.
E i cambiamenti sono naturali.

Emozioni e consapevolezza

Stare calmi dovrebbe essere il nostro modo naturale, ma l’agitazione fa parte del quotidiano.

Non è che il meditante smette di avere emozioni come paura, rabbia, tristezza.
Semplicemente non diventano più un problema, piano piano, sempre meno, sempre meno, sempre meno.

E per esempio, avere paura di avere paura, almeno questo cala.
Non smetti di avere paura: se c’è un fuoco che ti sta bruciando la mano, scansi la mano — serve a quella la paura, quindi la paura ha una sua funzione.
Non puoi impedire di esserci.

Ma puoi avere — e smettere di avere — paura dell’idea di un fuoco che non c’è.
Noi spesso abbiamo paura di avere paura.

Le ansie, gli attacchi di panico ne sono un esempio: io ho paura di avere quella paura che mi ha fatto soffrire in passato.

Il problema non è nella paura in sé, è nell’astrazione mentale che genera, è l’idea che genera la paura.

La paura ha una sua funzione. Il fuoco ha una sua funzione.
Pensare che potrei scottarmi in assenza di un fuoco e soffrire per quello è un’astrazione, è legata a un pensiero generato dalla mente.

Ecco, questo piano piano, meditando, si scardina sempre di più.

Non dico che si risolve a priori totalmente, ma lo si rende talmente innocuo che in qualche modo non sopraggiunge più, o sopraggiunge talmente raramente — e quando sopraggiunge, lo riconosci subito che non è un problema.

Quindi ci sono benefici a breve, medio e lungo termine.
E non sono così intelligibili immediatamente, ma ci si diventa veramente trasformati.

La mia vita non è più la stessa di quella di prima che meditassi.

Una trasformazione che tocca ogni ambito

E tra l’altro, anche il mio quotidiano, il mio lavoro, tutto quanto ha subito delle trasformazioni.

Perché? Perché ho cercato, in modo spontaneo, naturale, di allineare di più la mia vita con quello che veramente voglio della vita.

Voglio una vita più felice.
Sono andato a vivere al mare.
Sono andato a vivere in posti belli.
Mi godo di più la natura.
Non faccio più un lavoro stressante.

Certo, ne pago le conseguenze economiche, nel senso che prima facevo un lavoro dove muovevo tantissimi soldi, ma mi stressava anche tanto.

Adesso ne muovo molti meno, ma la mia vita… non tornerei indietro.
Assolutamente non tornerei più indietro.

Libertà e scelta consapevole

E quindi, poi, questa trasformazione, che all’inizio è sottile, delicata, poi piano piano trasforma dal profondo tutta la nostra vita.

In qualche modo si torna ad amare.
Io, prima di cambiare lavoro, mi ero reso conto che non amavo più il lavoro che facevo prima — ed era un bellissimo lavoro.

Ma prima di rendermi conto che lo volevo cambiare, mi sono accorto che ero libero di poterlo fare.

Cioè ero libero di poterlo cambiare, come ero libero di continuare a farlo.
E per un periodo ho scelto di continuare a fare quel lavoro che prima mi pesava.
Qual è la differenza?

È che, se prima lo subivo, dal momento in cui invece scegli tu di farlo perché sai che lo puoi lasciare, lo fai con amore di nuovo.

E quindi ho riscoperto il piacere di fare quel lavoro — che poi, comunque, dopo un po’ ho deciso di smettere di fare.
Ma capisci che ti cambia la vita.

Se prima tu quotidianamente fai un lavoro che non ami, il tuo quotidiano cambia radicalmente.

Se fai un lavoro che ti piace perché lo fai con passione, perché torni la sera a casa che non sei distrutto ma sei contento — sei magari stanco, ma felice di aver fatto un bel lavoro — cambia la tua giornata, ti cambia la vita.

E ma è così che ti cambia la vita, in modo naturale.
Quasi non pensi che è stata la meditazione a cambiarla.
Anche perché la meditazione è solo un mezzo per sviluppare consapevolezza.
Quello che cambia è il tuo modo di stare al mondo.
È la consapevolezza che tu hai.

E questo grazie alla meditazione.
Ma non è tanto la meditazione: è la consapevolezza che fa la differenza.

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