La meditazione per andare oltre la compulsività
tratto dal corso sull’ Ansia, lo Stress e la Compulsività (DOC): clicca qui per saperne di più sul corso: www.comemeditare.it/ansia
guarda il video o continua a leggerne la trascrizione sotto:
Con i meccanismi compulsivi di cui siamo un po’ tutti soggetti e non solo che soffre di DOC, la meditazione ci aiuta sotto molti profili.
Crea una distanza tra noi e i pensieri, quindi: ci accorgiamo che è un pensiero – che magari c’è del vero, ma che è un pensiero – e l’ansia cala (e abbiamo visto come lavorare sull’ansia).
Ci fa ritrovare il momento presente, e quindi abbassa questo livello di ansia (e questo riguarda ancora il mondo dei pensieri).
Ci fa osservare i nostri schemi ripetitivi, che la mente tende sempre a mandare in zona ansiosa, e a portarci sempre più alla consapevolezza, fino a farci creare anche altre forme pensiero;
quindi, non farci credere sempre solo a quella forma pensiero, ma vedere anche come funzioniamo quali sono i meccanismi, dare un po’ meno retta al nostro mondo, idealizzato ed esasperato dalla mente, e a farci stare con le cose così come sono.
“C’è un problema?”, “Sì, ok, c’è un problema: ed è questo; ma è questo, non è quello”, e quindi: stiamo con le cose così come sono.
E poi, la meditazione ci fa operare una sospensione rispetto a questo pensiero automatico prima di attuare un comportamento meccanico; e ci permette, questa sospensione, di adottare poi dei comportamenti diversi da quelli di cui eravamo schiavi.
E già stiamo passando alla risposta comportamentale rispetto all’idea.
C’è un pensiero, e c’è una risposta comportamentale; magari non è nemmeno un pensiero chiaro, ma emotivo: “Oddio, oddio, mi devo lavare le mani” (ognuno di noi ha delle compulsività, io sto usando questo delle mani perché è molto sentita).
Possiamo accorgerci che c’è qualcosa che non va.
Vedi come agisce a vari livelli?
Stiamo entrando sempre più nel comportamento, partendo dall’idea.
Possiamo andare alla radice del problema, e poi, mano mano, possiamo accorgerci di quello che stiamo facendo: “Mi sto lavando le mani… ma ne ho davvero bisogno? Me le sono lavate poco fa, non è che me le sto rovinando? Ho proprio bisogno?”
E mi fermo.
Però me ne posso accorgere prima: “c’è questa forma d’ansia, cresce… che sto facendo?”
“C’è un’ansia, ci posso stare?” Mi fermo, sto un attimo con l’ansia.
“Posso fare qualcosa di diverso, come comportamento, piuttosto che essere schiavo di quel meccanismo?”
“Posso farlo, ok: lo faccio.”
Posso accorgermi che c’è qualcosa di strano, se non di sbagliato, mentre è partito il comportamento; il testimone, però, è attivo durante il comportamento: ho attivato quella parte che sta sulla riva, a testimoniare quello che sto facendo o sto per fare, invece di essere solo in balia.
Quindi, mi posso chiedere: “Che sto facendo? Quale emozione è presente in questo momento? Quale è la sensazione fisica? Sono libero di fare questo? O di non farlo? Riesco a non farlo o sono schiavo di questo comportamento? Non riesco a fare altro che questo?”
E intanto mi domando, e già il domandarmi mi apre alla possibilità di fare qualcos’altro.
Se non me lo domando, lo faccio, e scopro di averlo fatto solo dopo averlo fatto: apro il frigorifero compulsivamente (c’è anche questa come possibilità), e ingurgito cose.
Posso accorgermi del comportamento disfunzionale non solo mentre lo faccio, ma anche prima.
Con la dovuta attenzione e consapevolezza allenata meditanndo posso chiedermi: “Sono libero di farlo o non farlo? Sono libero di non lavarmi le mani?”
E questo, prima di andare al rubinetto per lavarmi le mani, prima di alzarmi per andare al frigorifero.
La Presenza generata può così intervenire a tantissimi livelli diversi: durante il comportamento; prima del comportamento; durante il pensiero; prima del pensiero.
E può prevenire tutto questo perché, se ho una mente più calma, meno ansiosa, sarò meno soggetto a tutto questo.
Quindi, la meditazione ci libera: passiamo dall’essere una marionetta meccanica all’essere liberi.
Siamo un po’ meccanici quando siamo schiavi di un comportamento.
Un esempio che io faccio spesso è quello della macchinetta, dove metti un gettone e ti da una bibita: non può fare altro, è una macchina.
E noi, come nell’esempio della favola di Pinocchio, siamo degli apparati meccanici e non possiamo fare altro che essere schiavi di quel comportamento compulsivo: non c’è altro.
Invece, con la meditazione, cominciamo a creare delle alternative. ed essere liberi da questa schiavitù.
Posso fare anche qualcos’altro?
Ci provo, imparo a fare qualcosa di diverso; metto dello spazio di consapevolezza, di luce, in quello che faccio.
Senza accusarmi, ma mi accorgo di quanto sono meccanico. La buona notizia e che se stai qui già hai cominciato ad accorgerti che c’è qualcosa che non va anche se soffriufficialmente di DOC.
Dicevamo prima durante il corso, che il problema quando è più grave non si chiama più DOC, ma è un problema egosintonico: non ti accorgi neanche che c’è, per te è normale.
Scopri il corso sull’Ansia, lo Stress e il DOC
clicca su: www.comemeditare.it/ansia
Gentile Claudio,
Confesso che sono molto spaesata in questo momento per un evento traumatico successomi solo qualche giorno fa. Non riesco a restare immobile ad aspettare che passi e anzi penso che perché passi si debba passare all’azione. La lezione che ho scaricato, la prima volta mi sembrava di avere più ansia di prima, al secondo me ho sentito i benefici. Cosa mi può consigliare come corso?il mio obbiettivo è migliorare la mia persona grazie a una maggiore consapevolezza/reale conoscenza di me.
La ringrazio
Anna
ciao Anna, immagino che quando parli di lezione ti riferisca alla meditazione del calmo dimorare. Proprio recentemente spiegavo che provare ansia succede se tecnicamente non ti fermi veramente a meditare ma hai smania di cambiare quello che c’è. Ed in effetti da quello che midici non vuoi “fermarti” a stare con quello che c’è ma vuoi “passare all’azione”. Meditare richiede il fermarsi a contemplare. Forse fintanto che c’è in te quest’energia del “voler fare” e non stare ferma, meditare non ti è congeniale. Pertanto attenderei a consigliarti un corso, ma nel caso ti consiglierei senz’altro quello sull’ansia che trovi qui: http://www.comemeditare.it/corsi/meditazione-ansia-presentazione/
ma ascoltati dentro c’è un momento per agire ed uno per rielaborare, quando credi che sia giunto il momento di volere andare a fondo e comprendere, con meno bisogno di fare allora quello sarà il momento. Adesso non funzionerebbe, secondo me.