La meditazione del cuore

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“Ciao Claudio, vorrei capire meglio come si fa la meditazione del cuore. Ha a che fare con la meditazione del sorriso del cuore che ho trovato nella meditazione per Indaffarati? È davvero molto bella e mi lascia una bellissima sensazione, ed è proprio per questo che vorrei saperne di più.”

Trascrizione della “Meditazione del Cuore”

Beh sai, dipende molto dagli approcci, in generale ci sono delle meditazioni leggermente diverse.

Sì, comunque ha molto a che fare con la meditazione del sorriso del cuore.

meditazione del cuoreTecnicamente in lingua pāli, poi dipende dagli approcci come ti stavo dicendo, nella tradizione che seguo di più che è quella che usa il canone pāli, cioè quella della tradizione theravada la chiama metta, pratica di metta;

metta appunto è una parola in lingua pāli che significa amorevolezza, benevolenza, e sviluppa proprio un’apertura del cuore, una pacificazione.

Questa tecnica è stata poi tramandata anche nelle altre tradizioni soprattutto buddhiste ma non solo buddhiste, anche indiane, insomma c’è una grande tradizione di apertura del cuore, questo perché oltre ad essere molto piacevole da fare, forse è la meditazione più piacevole da fare in assoluto quella della pratica di metta, quella dell’apertura del cuore, è anche una meditazione che ti aiuta ad entrare meglio in relazione con gli altri, a relativizzare i tuoi problemi, a renderti più felice ma anche a desiderare la felicità degli altri,

e come si fa?

Più o meno se hai fatto la meditazione del sorriso la conosci. (si trova dentro alla meditazione per indaffarati)

Ci sono vari modi, intanto c’è chi mi dice se aiuta ad aprire il chakra del cuore, io direi proprio di sì, io non sono un grande esperto di chakra, ne so quel tanto come esperienza personale per sentirmi dire di sì, come opinione personale ti direi proprio che serve a fare quello.

L’esperienza che tu vivi è sicuramente una grande apertura, anche una vibrazione al livello del petto molto piacevole, e ti rapporti anche agli altri in modo molto più carino e completo.

Ora non ti sto a dire tutta la tecnica nella sua estensione, probabilmente farò un corso solo su questo, ma se rimani abbonato al “Come meditare coaching” prima o poi te la ritroverai perché è una di quelle che andrò a fare nel prossimo futuro, ma in sintesi si tratta di desiderare la tua felicità…

oltre le paure..

intanto liberarsi dalle paure, perché le paure, la rabbia, la sofferenza, la tristezza, ci fa chiudere, ci fa proprio chiudere il petto, la paura soprattutto è la peggiore, ci fa mettere una corazza, e con questa corazza ci è difficile aprirci al mondo, è difficile aprirci anche alla nostra stessa felicità la gioia, la felicità, l’amorevolezza hanno molto a che fare;

anzitutto la gioia sta all’amore come la rabbia sta all’odio, sono, la rabbia e la gioia, sono emozioni primarie insieme anche alla paura e alla tristezza, quindi tristezza, paura, rabbia e gioia sono le quattro emozioni primarie.

Nel film, bellissimo “Inside out” io lo ricordo spesso ce n’è una quinta che è il disgusto, ma queste sono emozioni primarie, ci sono fondamentali per la nostra esistenza, non possiamo prescindere da queste, queste esistono e possiamo capirle, abbracciarle, accoglierle e farle nostre per capire come funzioni l’altro.

Il problema è che quando queste si ripetono spesso poi si trasformano in sentimenti. I sentimenti sono un po’ più reiterati e vanno anche capiti.

L’amore è un bellissimo sentimento, l’odio insomma è molto più faticoso di sentimento da gestire, un essere completamente felice, completamente realizzato conosce questi sentimenti ma conosce la rabbia, e continua a conoscere la rabbia, l’unica cosa è che riesce a non trasformarla in odio, riesce ad abbracciarla, ad accogliere la propria rabbia, e non innaffiarla, a non farla diventare qualche cosa di molto più persistente.

Quando ci sono queste emozioni negative, chiamiamole negative, è più difficile aprirci al mondo.

oltre le “emozioni negative”

Se queste emozioni ci sono e non sono così dominanti allora forse una piccola decisione noi possiamo farla, possiamo decidere di essere felici, perché a un certo punto e a un certo livello la gioia è una decisione che dobbiamo prendere, ma la dobbiamo prendere in linea con come ci sentiamo realmente in quel momento, non possiamo far finta di essere nella gioia quando in quel momento c’è paura per esempio.

Quindi il primo passo da fare è osservare come stiamo, vedere se questo seme della gioia è apribile, se questo petto non è troppo costretto, autorizzarci in qualche modo a lasciare andare ogni paura e quando ci siamo autorizzati ad avere fiducia rispetto a quello che può succederci aprendo il cuore ecco che quello che esce fuori è una specie di felicità per te e poi anche per gli altri.

Quindi il primo lavoro da fare, te l’ho detto, è riconoscere se ci sono degli ostacoli, come la paura, vedere se non sono così importanti, se possiamo autorizzarci a lasciarla un attimo andare la paura e accogliere il fatto di aprirci al mondo, di rompere questa corazza e aprirci al mondo ecco che allora la prima cosa che possiamo fare è intanto augurare a noi stessi, questo è il secondo passo fondamentale, il primo della pratica di metta;

il primissimo è quello di vedere come stiamo e accogliere come stiamo, comunque siamo, quindi se non siamo in grado di aprirlo questo cuore accogliamo almeno questo fatto, questo è fondamentale, e poi se vediamo che possiamo aprirci, se possiamo fare questa piccola scelta, abbandonarci un po’ a questa esperienza di aprire questa corazza ecco che la prima cosa che facciamo è auguriamo la felicità a noi stessi.

Poi ci sono altri passaggi che molto rapidamente, molto più velocemente senza andare a spiegarteli tutti, appunto, mi riservo di fare un corso apposta, la cosa più semplice è augurare anche agli altri la felicità, perché non possiamo essere felici in un mondo infelice, è difficile, quindi possiamo augurare anche intorno a noi la felicità..

ed è il modo più bello anche per aprire questo cuore, perché il cuore si apre in qualche modo a questo sentimento di amorevolezza che è fatto del piacere di aiutare gli altri..

nota che, non so se ci hai mai fatto caso nella tua vita, una delle cose più belle che ti riempie proprio il cuore, per cui torni a casa che ti senti soddisfatto non è se è hai vinto alla lotteria, sì, lì c’è una gioia un po’ euforica probabilmente, ma il cuore, quando sei completamente soddisfatto, con il cuore pieno di amore, è perché magari hai aiutato qualcuno, è nel dare amore all’altro che spesso proviamo le emozioni più belle;

e dare amore all’altro tra l’altro non ci scarica di amore, perché l’amore è una merce strana, più la dai e più aumenta dentro di te.

quando non ci riusciamo..

L’unica cosa è che ci sono dei momenti che magari non riusciamo, come ti dicevo prima perché siamo protetti, siamo chiusi, siamo inariditi, siamo spaventati, ed è la prima cosa che possiamo fare è abbracciare con amorevolezza noi stessi e leccarci un pochino le ferite, questo è il primo passo.

Questo passo, proteggerci, volerci bene, accettare anche questa difficoltà è il primo passo per poi, se non oggi, domani, aprirci ed amare anche gli altri, anche perché possiamo amare gli altri e la loro sofferenza solo quando conosciamo la nostra, possiamo amare i difetti degli altri solo quando abbiamo accolto i nostri difetti, possiamo non giudicare gli altri solo quando abbiamo smesso di giudicare noi stessi;

e quindi è sempre bene prima augurare la felicità a te stesso e poi la felicità agli altri.

Nella pratica di metta si fa proprio così, quindi prima ci si centra un attimo, si va al respiro per esempio, classica centratura, osserviamo come stiamo, vediamo se c’è a livello del petto la possibilità di aprirci, cioè se c’è una vibrazione di amorevolezza, magari pensando a un atto felice che abbiamo fatto, un atto generoso che abbiamo fatto, qualcosa che ci ha riempito il cuore, un sorriso di un bambino, qualsiasi cosa ci ha trasmesso questa emozione può aiutare a risintonizzarci con questa bellezza, con questa gioia..

e poi estenderla, prima dentro noi stessi, la possiamo anche immaginare come una luce che si espande dentro di noi e che riempie prima tutto il nostro corpo fino a farlo diventare tutto luminoso, dalla punta dei piedi ai capelli che non ho, e poi estenderlo sempre di più fino ad abbracciare il tuo palazzo, il tuo quartiere, la tua città, la tua nazione, il continente, tutto il mondo e poi tutto l’universo a cominciare dai pianeti di questo sistema solare e fino all’immensità.

Detta così sembra molto new age, ma ti assicuro che come esperienza è molto potente;

tra l’altro aiuta anche psicologicamente a relazionarci meglio con gli altri, specie facendola come andrebbe fatta, facendola come non ti sto a dire adesso, ma anche fatta in questo modo può essere un bel modo per sorridere al mondo e scoprire che il mondo ti sorride.

Quindi Carlo, penso di averti dato un po’ di curiosità in più, volevi sapere di più quindi ok, penso di avere soddisfatto le tue attese.

Ok ti vedo in linea, bene bene, mi fa molto piacere. Continua così, questo è il segreto, il segreto è partire da noi stessi.

Non è facile tra l’altro, non è così facile partire da noi stessi, spesso abbiamo, specie noi cattolici, noi di cultura cattolica, abbiamo un po’ l’dea che dobbiamo sacrificarci per gli altri, e insomma se ci sacrifichiamo e siamo tristi e tutto il mondo è triste non è che facciamo del bene agli altri.

Questo lo diceva anche un prete, che io adoro e cito spesso che è Anthony De Mello, anche lui diceva una roba del genere, cioè se io mi sacrifico per te e faccio qualcosa che a me non piace, solo per te e tu fai la stessa cosa con me siamo tutti e due infelici, non siamo felici e questo non ci aiuta.

E poi magari io mi sono sacrificato per fare qualcosa per te ma non era neanche quello che volevi, era quello che io ho fatto per te, insomma, meglio che ognuno come dire, prima cura se stesso, abbraccia i propri difetti, in modo proprio da accogliere anche i difetti dell’altro, è una cosa proprio bella che possiamo fare, andare da qualcuno e dirgli:

ti voglio bene così come sei, così come sei, con tutti i tuoi difetti, perché anche io mi voglio bene così come sono, con tutti i miei difetti.

Però se lo voglio fare sugli altri e non lo faccio su di me non funziona perché se non accorgo i miei difetti non posso accogliere anche i difetti dell’altro e non posso amarlo veramente, perché non amo neanche me stesso.

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