Contenuti
- Meditazione per Calmare la Rabbia: le tecniche consigliate
- La consapevolezza come fondamento
- La natura della rabbia
- Consapevolezza e Vipassana
- Pratica di Benevolenza la Metta (Meditazione della Pace Interiore)
- Apertura del Cuore
- Bhavana: Coltivare la Pace Interiore
- La Trasformazione Personale e Relazionale
- Guarda il Video – Meditazione per la gestione della rabbia e dell’ira
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Meditazione per Calmare la Rabbia: le tecniche consigliate
Come usare la meditazione per gestire la rabbia e l’ira
Questa è una domanda molto molto interessante. Io rispondo a vari livelli, cioè offro sicuramente delle tecniche di meditazione utili, le suggerisco senz’altro, ma prima di arrivare a quelle tecniche, perché non vorrei dare a queste tecniche un’importanza che, secondo me, è relativa, vorrei che fosse chiaro il ruolo della meditazione di consapevolezza per la gestione della rabbia…
Questo articolo è stato estrapolato da una sessione del Come Meditare Coaching, qui trovi maggiori informazioni su questo servizio di sostegno nel tempo www.comemeditarecoaching.it
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La consapevolezza come fondamento
Però, la tecnica secondo me più fondamentale di tutte è lo sviluppare la consapevolezza.
Quando siamo arrabbiati, normalmente siamo reattivi, meccanici e non c’è tanto spazio per la consapevolezza.
Allenare la consapevolezza è fondamentale, anche soprattutto per i momenti di rabbia.
Un esempio tipico della rabbia, almeno per quanto mi riguarda (ma non penso di essere l’unico), è che io sono l’ultimo a rendersi conto di essere arrabbiato, tutti gli altri si accorgono che io sono arrabbiato, ma io lì per lì non me ne accorgo, me ne accorgo dopo, semmai, perché, ovviamente, la rabbia è una cosa che magari ho anche tanto represso quando ero piccolo e prima di accoglierla, di accettarla, di dargli di autorizzarci, beh, mi ci è voluto un pochino di tempo.
C’è una consuetudine a non volerla vedere, a reprimere e quindi, insomma, consapevolizzarla è il primo passo proprio per non reagire ad essa.
La natura della rabbia
La rabbia in sé non è sbagliata, la rabbia è una risposta dell’organismo che ha per permettere la reazione, cioè, normalmente, c’è la paura, la rabbia sono tutte emozioni primarie che servono all’organismo a tutelarsi se non ci fosse la paura, io verrei schiacciato da una macchina e non avrei paura di bruciarmi col fuoco.
Invece, la paura di attraversare la strada fa sì che si sia prudenti e che non mi avvicini al fuoco quando c’è, senno mi brucerei. Questa è la paura.
La rabbia è quando c’è una paura che però ci mette alle spalle al muro e non c’è la possibilità della fuga.
Quindi, la paura permette la fuga, la rabbia permette l’aggressione, la risposta di attacco, quindi mi sento con le spalle al muro, c’è un pericolo davanti a me, lo aggredisci.
Ecco, questo è l’energia della rabbia, è un’energia anche bella potente che potremmo anche sfruttare se consapevolizzata.
Consapevolezza e Vipassana
Comunque, al di là della rabbia, che merita altri approfondimenti, rimanendo sul tema delle tecniche utili per la gestione della rabbia, la consapevolezza, quindi la vipassana, è sicuramente una consigliatissima. Allenarsi con la vipassana, con la mindfulness, con la samatha vipassana.
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Quindi, anche con un certo agio e allenamento a tornare al respiro, a ritornare al corpo, a radicarsi nel qui e ora, è assolutamente di aiuto.
Però, diciamo che quando parlo di vipassana, parlo del doppio aspetto di radicamento al suolo, radicamento nel qui e ora, e estensione della consapevolezza a 360°.
Ecco, quindi, il primo livello di risposta che, secondo me, è la risposta principale è quello di sviluppare la consapevolezza e quindi di usare la vipassana a 360° per raccoglierne i frutti anche nei momenti in cui siamo più in preda alla rabbia.
Pratica di Benevolenza la Metta (Meditazione della Pace Interiore)
Poi, eh, c’è un’altra tecnica che, almeno a me, è stato di grandissimo aiuto. Sapevo che poteva aiutarmi perché è una tecnica che è molto suggerita in caso di fastidio e rabbia, per esempio, Buddha la suggeriva nei casi di avversione, quando ci si sente, in una relazione pericolosa, in un contesto allarmante, in un contesto di negatività.
Ecco, e questa è la pratica di benevolenza, la pratica di metta, come la chiamava Buddha. Metta è una parola in pali, nella lingua di Buddha. Che significa, appunto, benevolenza. La pratica di benevolenza è una pratica che va praticata.
Nel senso che non riesce subito, soprattutto quando siamo in preda alla rabbia, non riesce subito allora, lì per lì, mentre c’è la rabbia, la consapevolezza ci aiuta a essere il meno reattivi possibile e poi, magari, a rimandare un contesto, un confronto, se in quel momento ci rendiamo conto che non ne siamo all’altezza perché appunto troppo accecati dalla rabbia.
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Apertura del Cuore
Ma se abbiamo un po’ di capacità di essere assertivi e quindi non passivi e non aggressivi ma, empatici e poter essere assertivi, dire la nostra, cercando di non aggredire l’altra persona, ben venga.
Per fare questo, però, oltre alla consapevolezza, può essere, appunto, di aiuto aprire il cuore, aiuta allenarci ad aprire il cuore quando siamo in preda alla paura, in preda alla rabbia, in preda alla tristezza, il nostro cuore si chiude.
Ma si chiude che creiamo una corazza intorno al cuore, cioè proprio opprimiamo questo cuore. Il cuore, invece, c’ha questa bella qualità che più lo apriamo e più è generoso di energia, di energia amorevole, più offriamo questa energia amorevole agli altri e più si riempie dentro di noi e quindi una bella attitudine da coltivare.
Certo, quando siamo nella rabbia, dovremmo prendere atto che non è facile. Dovremmo comunque metterci alla prova per esprimere questa metta, questa benevolenza, corrisponde, per chi non la conosce, alla frase che io sono solito dire ‘Che io sia felice che tu sia felice’.
Quindi parte intanto da coltivare dentro di noi un’attitudine a essere benevoli, almeno nei nostri confronti e poi estendere questa sensazione di benevolenza anche nei confronti degli altri, nei confronti degli altri a 360°, quindi persone care, persone neutre, ma anche persone con cui abbiamo delle difficoltà, nella misura in cui ci riesce.
Bhavana: Coltivare la Pace Interiore
Ripeto, non sarà facile. Non è automatico. È una bhavana, è un altro termine in lingua pali che significa coltivazione. È un esercizio, è una pratica che va coltivata nel tempo.
In qualche modo, a me comunque, questa pratica di metta è stata fondamentale nei momenti in cui io mi sono separato da quella che era la madre di mio figlio. Dovevo interagire per forza con lei in quanto era madre di mio figlio. Non andavo assolutamente più d’accordo.
C’era molta recriminazione da parte di entrambi. Molta, molta rabbia. Molta delusione e rabbia contemporaneamente. Non è stato facile, ma metta mi ha aiutato.
Come dire, a stemperare un po’ un fuoco. A non buttare altra benzina sul fuoco, perché quando siamo arrabbiati tendiamo a peggiorare il contesto. Ci sentiamo offesi e vogliamo offendere.
Ma più offendiamo e più verremo offesi. E più siamo offesi e più vorremo offendere, in un ciclo assolutamente pericoloso e controproducente che non porta da nessuna parte. Porta solo a fare muro contro muro.
Ha funzionato Metta? Sì, assolutamente sì.
La Trasformazione delle Relazioni Attraverso la Benevolenza
Adesso, per dire, la mia compagna e la madre di mio figlio sono amiche. Il compagno attuale della madre di mio figlio è un mio amico. Gli voglio proprio tanto bene. Usciamo insieme in quattro. Mio figlio ha quattro genitori e, insomma, è nato un clima meraviglioso per mio figlio.
Certo, non posso prendermi il merito di quattro persone, ognuno ci ha messo il suo. La mia parte è stata quella di non andare a soffiare sui carboni ardenti della rabbia. Ho soffiato sui carboni ardenti della benevolenza.
Sviluppare l’Apertura del Cuore
Ecco, infatti, la chiave è questa. Laddove ci dovesse essere difficoltà e quando c’è rabbia, c’è difficoltà. Abbiamo detto che il cuore è chiuso in quel momento. Quindi, sviluppare benevolenza con un cuore chiuso non è facile, ma se non ci costringiamo a fare qualcosa di artificiale, e cominciamo a volerci bene per le nostre difficoltà, cominciamo a prenderci cura della difficoltà che possiamo riscontrare, nel metterci alla prova, per aprire il cuore.
Ecco, quindi, che cosa facciamo soffiamo sul carbone ardente della benevolenza, partendo da quel che c’è se vogliamo accendere un fuoco, non è che soffiamo dove c’è la legna più grossa ma spenta, soffiamo dove c’è ancora qualcosa di acceso, qualcosa che è rossiccio.
Volersi Bene nelle Difficoltà
E ci soffiamo sopra -lo coltiviamo- perché questo rosso si trasformi in un fuoco. Arda meglio. E se quando il cuore è chiuso abbiamo difficoltà ad aprirci verso gli altri, possiamo volerci bene a noi stessi per quella difficoltà.
Quindi, in quel caso, stando nel qui e ora, quindi sto facendo un esempio, io non posso sapere il caso tuo qual è, ma, eh, per fare un esempio che sicuramente potrai riscontrare nella tua vita quotidiana, se in quel momento l’unico carbone ardente è la difficoltà che tu hai ad aprire il tuo cuore, soffia sul volerti bene perché hai quella difficoltà, sopra prenderti cura, perché stai attraversando un momento di difficoltà, comincia da quello e fai pace con te stesso.
La Trasformazione Personale e Relazionale
Fai pace con la realtà per quella che è e piano piano, questa pace, coltivandola, coltivandola, coltivandola, si trasforma in un’accoglienza e perché no, non dico delle azioni malevole dell’altro, ma non confondi le azioni malevole con la persona con cui, almeno nel mio caso, dovevo comunque convivere e sono ben contento in questo momento di avere, come dire, di poter contare, oltre che sulla mia partner attuale, anche su altre due persone.
Per dire, il partner attuale della madre di mio figlio è una persona che mi viene volentieri ad aiutare in casa quando io non riesco a sistemare delle cose perché, dopo un intervento alla schiena, non riesco a fare dei lavori fisici materiali e lui è sempre disponibile, gentilissimo. Io ne sono molto grato di questo.
Questo, per dirti, come alla fine le relazioni si trasformano benevolmente se noi siamo i primi a vibrare di quella benevolenza.
Non pettinare lo specchio
C’è ancora una mi sento di aggiungere una cosa spesso c’è, ci può essere la tendenza di dire ‘ok, mio figlio, per esempio, soprattutto gli adolescenti, sono in preda alla rabbia, cosa posso fare’
Ecco, in quel caso, non vai a dire a tuo figlio che non gliene frega niente della meditazione, magari a 15 anni, di mettersi a fare la metta, anche se gli farebbe bene, non glielo vai a dire perché non lo farebbe. Ma è anche inutile, insomma, andare a voler trasformare gli altri, eh, attraverso delle parole, attraverso delle azioni.
Quindi, l’ultima cosa che voglio dire, qui, concludendo è che bisogna cominciare da noi stessi. Bisogna essere il cambiamento che si vuole vedere nel mondo, per dirla come Gandhi. Bisogna iniziare a vibrare questa energia, questa benevolenza, questa metta, questa apertura del cuore.
È lì che si trasforma la realtà e sono convinto che i grandi cambiamenti partono dalle piccole cose e che la nostra vita è fatta di piccole cose quotidiane e, quindi, vivere in pace, quindi avere relazioni armoniche, è una somma di piccoli momenti, di piccole cose quotidiane, di piccole scelte quotidiane.
Allora, ti ringrazio molto, ti auguro una splendida continuazione. Se questo video ti è piaciuto, ti invito a mettere il tuo like e condividere. Ti ricordo che puoi iscriverti al canale YouTube, ti basta fare clic su iscriviti.
A presto!
Grazie dei consigli sempre molto utili proverò come dici a fare la meditazione per me senza dubbio ne gioveranno anche gli altri perché ultimamente sono abbastanza insofferente e mentre un tempo mi crucciavo ma tacevo adesso spesso sbotto😔
Prego Marina, la buona notizia e che sei consapevole di sbottare: è già un buon punto di partenza