Aprire il cuore: consigli per la pratica

Cristoforo chiede:

“Quando dici di aprire il cuore alla benevolenza, quali sono le tecniche da mettere in atto per ottenere dei buoni frutti?”

se disponibile guarda il video o continua a leggerne la trascrizione sotto:

qui trovi il corso di Vipassana
qui trovi il corso delle 4 Dimore SublimiBuddha parlava di quattro meditazioni, che sono simili tra di loro, e sulle quali ho fatto un corso specifico.

trovi il corso qui: www.comemeditare.it/corsi/4dimore

Una delle quattro meditazioni è Metta (benevolenza, in pali), che è proprio la meditazione sulla benevolenza e la gentilezza amorevole, ed è soprattutto questa che va fatta.

Ciò non di meno, ce n’è un’altra, molto simile a Metta e anch’essa consigliata, che è quella della compassione.

Poi abbiamo anche la meditazione della gioia, intesa non come gioia egoica ma come gioia compartecipe, nel senso di un sentimento simpatetico nei confronti delle altre persone; gioiamo quindi della gioia degli altri, di quanto di bello hanno avuto.

Infine c’è la meditazione dell’equanimità, cioè un qualcosa con cui dobbiamo fare i conti spesso: l’equanimità è la capacità di accogliere, parimenti e con equilibrio, sia le cose belle che le cose brutte che ci capitano; anche perché, se non abbiamo questa attitudine, pregiudichiamo l’esperienza.

Quindi se c’è una esperienza che non mi piace, e io non ci voglio stare e non la accolgo come farei invece con un’esperienza positiva, è un qualcosa di umanamente comprensibile, ma io in realtà non la sto vivendo l’esperienza (o meglio: non la vorrei vivere, ma la vita me la ripropone di continuo finché non l’ho capita).

E quindi è utile, non essere dei masochisti, non dico questo, ma nemmeno fare a braccio di ferro con l’esperienza.

Io, per esempio, soffro di mal di schiena, ho fatto anche degli interventi, ma fare a braccio di ferro con la mia condizione non mi aiuta di certo; devo anche accettare che ho dei limiti, e che la vita ha in serbo per me delle cose.

Le quattro qualità di cui ho parlato aiutano senz’altro ad aprire il cuore alla benevolenza; e in particolare, riguardo proprio la benevolenza, la meditazione che lo fa più specificamente è proprio la meditazione sulla benevolenza: la pratica di Metta, quella inserita nel mio corso che alcuni di voi hanno acquistato.

Il focus di questa meditazione lo si può ritrovare nella frase: “Che io sia felice e che tutti gli esseri siano felici”; accogliere questo augurio, sentirlo con il cuore, sviluppa la gentilezza amorevole.

C’è un’altra qualità, molto affine come dicevo prima, che è la compassione; anche la compassione aiuta a sviluppare la benevolenza, perché è molto rivolta all’esterno.

Quando vediamo qualcuno che soffre, il nostro cuore da un lato fa scendere una lacrima, ma dall’altro si apre ancora di più rispetto alla sola benevolenza.

E quello che diamo, quando qualcuno soffre, non è una nostra soluzione ma il nostro affetto; il potere dire: “Vedo la tua sofferenza, e ti mando tanto amore, tanta benevolenza, tanti pensieri positivi”.

Ci viene naturale farlo quando sappiamo che qualcuno sta soffrendo.

Ecco perché anche la compassione – ovvero Karuna, il nome che la designa nella lingua pali parlata dal Buddha – aiuta a sviluppare la benevolenza, anche se la stessa compassione necessita della benevolenza; infatti, come funziona Karuna?

In questo modo: il mio focus è la sofferenza di qualcuno che sta male, e quindi penso a lui, e già le corazze delle mie ansie e delle mie preoccupazioni passano in secondo piano; quindi il mio cuore tenderà ad aprirsi, in quanto è libero dalle sue corazze, il fiore sboccia dove è libero dal cemento infatti, e indirizzo la mia benevolenza verso questa persona che soffre.

Quindi, il focus è verso la sofferenza, ma l’energia che rivolgiamo verso questa sofferenza è fatta di benevolenza.

Questi sono due modi, molto vicini tra di loro, per sviluppare la consapevolezza; vicini nel senso che Karuna (“compassione”), per agire ha bisogno dell’energia di Metta (“benevolenza”), perché è quella che mandiamo a chi soffre: ovvero la nostra benevolenza, il nostro auspicio, la nostra gentilezza e i nostri pensieri positivi, per sostenere quella persona nel momento difficile che sta vivendo.

La tecnica di Metta credo che la conosciate ma, se così non fosse, all’interno del percorso della “Meditazione per Indaffarati” c’è la meditazione del “Sorriso del Cuore”, e se ne parla anche diffusamente nel mio corso che alcuni di voi hanno fatto.

In ogni modo, come funziona la pratica di Metta?

Contattiamo la benevolenza che è in noi, e di conseguenza facciamo appello al nostro cuore: è la prima cosa che possiamo fare per poterla dare all’esterno, altrimenti sono solo parole vuote; dobbiamo prendere contatto con l’aspetto emotivo dentro di noi, sentire la benevolenza proprio fisicamente nel nostro cuore.

Dobbiamo augurare anzitutto a noi stessi di essere benevoli, amorevoli con noi stessi, rivolgendo a noi stessi l’auspicio di essere felici; “Che io sia felice…” è appunto il modo in cui partiamo, contattando quindi prima questa energia presente in noi, per poi rivolgerla verso gli altri: “… e che tutti gli esseri siano felici”.

E con tutti gli esseri intendiamo proprio tutti, senza eccezioni.

Non è, come dice un saggio: “Tutti tranne mia suocera”; no, proprio tutti.

Quindi nella pratica, se uno ha modo di approfondirla, si prendono proprio dei soggetti specifici, anche per misurarci; altrimenti diventa un puro ideale, una generalizzazione fine a sé stessa.

In psicologia si vede che le generalizzazioni non aiutano: abbiamo bisogno di entrare nello specifico.

Nella pratica di Metta si entra infatti nello specifico, ma se già noi contattiamo semplicemente la benevolenza in noi stessi con una frase come “Che io sia felice e che tutti gli esseri siano felici”, ecco che sto già iniziando ad allenare questa energia, ed è già un qualcosa di auspicabile.

E il mio augurio è che tu possa seguire questa indicazione.

Siamo arrivati alla fine di questa sessione e quindi posso, a mia volta, usare questa frase per salutare, e non mi resta altro da dire se non:

che tu sia felice e che tutti gli esseri siano felici.

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Pratica-per-aprire-il-cuore

 

https://youtu.be/1R6FkHQTsUc

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