come aumentare la concentrazione nello studio (e non solo)

Studiare e molti lavori richiedono una buona dose di concentrazione e memoria, si può arrivare addirittura a cercare integratori per la memoria e la concentrazione quando la meditazione è un ottimo rimedio naturale.

Ma quale meditazione può aiutarci, per rinfrescare e rilassare la mente anziché stressarla?

Beh, sicuramente l’attenzione rilassata al respiro è un’ottima tecnica, per farla se non l’hai mai fatta puoi farne semplicemente una che ti guida con l’audio.

Se cerchi una meditazione guidata gratis in mp3 che ti può sostenere eccola qui:

scarica la meditazione gratis del calmo dimorare

(se preferisci delle istruzioni semplici da leggere anziché la meditazione guidata vai qui: come meditare)

aumentare concentrazione studioQuindi si, la meditazione è un ottimo rimedio naturale per aumentare l’attenzione e la memoria ed una preziosa alternativa ad integratori per la concentrazione:

Rinfreschi la mente e allo stesso tempo la alleni a focalizzarla, ma i benefici della meditazione ovviamente vanno ben oltre..

La meditazione quindi rilassa la mente a meno che non la interpreti male il suo uso e l’adoperi per sforzarti ulteriormente. Se fai la meditazione guidata gratis sul “calmo dimorare” non dovresti cadere in questo errore.

Ecco come rispondo a Michele, uno studente che tende a usare i respiri in modo un po’ troppo cognitivo: nulla di male, si fa, ma forse se devi rilassare la parte cognitiva potrebbe diventare eccessivo..

Michele dice che l’unico modo che conosce per meditare è quello di concentrarsi sul respiro e conteggiare il respiro stesso.

Mi chiede “C’è qualche tecnica che sia in grado di aumentare la concentrazione soprattutto per lo studio? Se sì, potresti indicarmi qualche pagina o altro per imparare in autonomia?”.

Guarda il video (di circa 7 minuti) o continua a leggerne la trascrizione:

Innanzitutto contare i respiri è un po’, come dicono alcuni esperti di meditazione, come mettere le rotelle in bicicletta.

Essere concentrati sul respiro ti aiuta a concentrarti.

Contare i respiri non è esattamente come andare in bicicletta, perché vai in bicicletta quando non hai le rotelle.

Diciamo che è un appoggio molto utile soprattutto quando siamo molto stanchi, quando non riusciamo a concentrarci e la mente vaga: allora puoi conteggiare i respiri.

Ma se tu conteggi solo i respiri e la tua attività prevalente è molto cognitiva, come studiare, tu aggiungi a un’esperienza che può essere rilassante e tranquilla un elemento cognitivo.

Mettersi a contare è cognitivo, è molto cerebrale.

Sul lungo andare secondo me non ti aiuta a concentrarti.

Anzi ti aiuta a disperderti, soprattutto se devi farlo come intervallo, come aiuto a essere concentrato cognitivamente sugli studi.

Allora come fare?
Spostati un po’ di più sulle percezioni.

Noi in realtà continuiamo a veicolare la nostra mente, la nostra parte cognitiva, ma la mettiamo sempre più al servizio delle esperienze, della parte esperienziale, della parte più calda del nostro cervello.

Noi abbiamo due emisferi, una parte è più cognitiva e una parte è più percettiva.

Se ci mettiamo ancor più a disposizione della parte percettiva e quindi ci focalizziamo solo sulle sensazioni del corpo o solo sulle sensazioni del respiro, senza doverlo contare, ecco che già questo aiuta tantissimo.

Contare ci obbliga a essere con i paraocchi e molto canalizzati rispetto al respiro. Stiamo molto con i paraocchi, siamo molto limitati.

Se ti concedi di stare più con il respiro sicuramente questo può aiutarti di più a ritrovare una certa concentrazione anche nello studio.

Per fare questo la risorsa a cui ti rimando è sicuramente quella che trovi su Come Meditare, la meditazione gratuita che propongo.

Se non la conosci la trovi su comemeditare.it meditazione-gratis.

Sul sito trovi sicuramente in modo abbastanza agevole il link per poterla scaricare gratuitamente.

Un’alternativa è quella di osservare il corpo.

L’esercizio che ti consiglio di fare in body scan.

Meditazione Body-Scan Come si fa?

Si fa o da sdraiati, in piedi e si può fare anche da seduti.

Secondo me se passi molto tempo seduto ti conviene sdraiarti se sei davvero stanco. Meglio ancora in piedi.

Da sdraiato con questa meditazione si tende ad addormentarsi, in piedi invece in qualche modo ti muovi anche un pochino. Rendi un po’ più dinamica la tua giornata di studio.

Cosa fai?

Scansioni il corpo proprio come se fosse uno scanner, una fotocopiatrice.

Con una luce, la luce della tua attenzione, la luce della tua consapevolezza, porti in rassegna tutto il corpo dall’alluce a tutte le dita.

Lo estendi alla parte sopra del piede, la parte sotto, senti l’appoggio del pavimento sotto i piedi, senti il tallone.

Registri, prendi nota delle sensazioni.

Non c’è bisogno di rilassare, non c’è bisogno di cambiare lo stato delle cose.

Magari cambia da solo, magari tendi a rilassare il corpo da solo e va benissimo.

Non si tratta di cambiare nulla: si tratta di osservare, di prendere nota di quello che c’è. Di notare le sensazioni esterne così come quelle interne.

Quelle esterne sono per esempio quelle a livello della pelle, per esempio dove ci sono i vestiti la pelle avrà una temperatura, sentirai delle sensazioni legate al tatto con i vestiti, là dove non ci sono i vestiti avrai un’altra temperatura.

Nota anche cosa succede all’interno di te.

Quali sono le sensazioni, se ci sono dei piccoli dolori, un solletico, un borbottio della pancia.
Osservi tutto ciò. Non lo osservi casualmente, lo osservi scansionando dalla punta dei piedi piano piano passando in rassegna tutto il corpo, millimetro per millimetro, centimetro per centimetro.

Dipende da quanto vai di fretta.

Passa in rassegna tutto il corpo fino alla cima della testa.

Questo è un altro ottimo esercizio per ritornare a meditare focalizzato.

Concentrazione e memoria senza sforzo

Questa focalizzazione ti aiuta a ritrovarla anche nello studio, a rimanere concentrato senza uno sforzo se non quello di richiamarti all’attenzione.

Lo sforzo non è quello di rimanere concentrati con un obbligo, una costrizione. Lo sforzo è cercare di fare questa attenzione, anche per esempio con il respiro, come dicevo prima.

Ogni volta che ti rendi conto che non ci stai, riportati al respiro.

Ogni volta che ti rendi conto di esserti perso, ed è normale, lo sforzo è quello di non lasciarsi andare ma dire “Ok, adesso ritorno sul respiro” oppure “Ritorno a passare in rassegna il corpo”.

A seconda dell’oggetto della tua percezione, su cui focalizzi la tua attenzione, le sensazioni del corpo o il respiro, tu ritorni al tuo oggetto.

Questo è l’unico verso sforzo, non lo è lo stare a contare. Quello può aiutarci soltanto quando facciamo veramente tanta fatica e vogliamo rimanere concentrati.

Se tu mediti anche per ritrovare concentrazione concediti di stare lì più con le percezioni.

Credo di averti risposto. Spero ti sia arrivato chiaro il messaggio.

La risorsa a cui ti rimando è sicuramente la meditazione guidata del calmo dimorare e la trovi su www.comemeditare.it/meditazione-gratis

4 risposte

  1. Ciao claudio,
    Sono l’autore della domanda e ti ringrazio per avermi risposto pubblicamente.
    non conto più i respiri,mi concentro solo nel sentire l’aria che passa dalle narici,e contemporaneamente uso il mantra ”sa ham” e devo dire che sbadiglio e mi rilassa molto durante la meditazione!

    1. mi fa piacere per te Michele, noto che non ti accontenti di osservare il respiro, ma lo accompagni con un mantra.. Se ti funziona: apposto così!

  2. Come sempre, un ottimo video, dove spieghi la differenza fra parte “cognitiva” e parte “percettiva” (o osservante) della mente. Ad esempio, con il body scan, la differenza tra il “sentire” una parte del corpo (parte percettiva: noto le sensazioni del mio alluce), e il visuallizare quella stessa parte attraverso una immagine (parte cognitiva: creo l’immagine del mio alluce con il mio cervello, e guardo questa immagine, ne osservo la figura, la forma, ma non noto le sensazioni) balza subito agli occhi (gioco di parole! 😉 ). Come ben dici, l’unico vero sforzo (…ma che sforzo!) e’ quello di riportare l’attenzione alla sfera percettiva ogni volta che la mente divaga.
    Grazie ancora Claudio

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