Perché fare la Meditazione Vipassana?

Scopri:

Ecco un breve video molto esplicativo, “rubato” al corso di meditazione vipassana che sto preparando, che svela in modo semplice, come dalle sensazioni del corpo possiamo vivere una vita più piena è più in linea con le nostre aspirazioni più profonde.

Ti sei mai chiesto qual è la “mission” della tua vita?

Ti fermi mai a pensare se la tua vita è veramente in linea con quella che vuoi che sia?

O stai vivendo la vita “che gli altri si aspettano da te”?

Beh un percorso di consapevolizzazione ti permette di riallinearti con quello che realmente è ciò che vuoi dalla vita.

Tutto può partire dalla semplice osservazione delle sensazioni corporee.

E, benchè abbia una formazione da Counselor, alla fine ritengo che lo strumento principale per innescare questo proceso di consapevolizzazione sia proprio la meditazione, ed in particolar modo la meditazione Vipassana (a cominciare da quella del “calmo dimorare”)

Ho scoperto questo processo, non tanto grazie alla pratica meditativa quanto agli studi di natura psicologica che facevo per diventare counselor.

Ricordo che un giorno il mio professore di psicologia sintetizzò questo processo più o meno come l’ho riprodotto qui.

Oggi sono felice di condividerlo con te, guarda il video di 5 minuti circa:

8 risposte

  1. Ciao Claudio,
    due domande, per favore:
    1) nel video fai l’esempio della sensazione a livello della pancia e spieghi che si correla all’emozione della rabbia. Quello che mi sfugge è se meditando dobbiamo osservare le sensazioni e da queste dedurre in modo un po’ meccanico quali sono le emozioni corrispondenti.
    2) per usare al meglio la “bussola” della meditazione, che ci consente di riprendere contatto con i veri noi stessi e la nostra vita, come faccio a capire a quali episodi della mia giornata o della mia vita riferire le diverse sensazioni che osservo sedendomi a meditare la sera, alla fine della mia giornata?
    Grazie in anticipo per la risposta.
    Marco

    1. Ciao Marco,

      1) meditiamo con ciò che c’è ed emerge. Può emergere direttamente un sentimento o una emozione anziché una sensazione. Ma se siamo noi a focalizzare la nostra attenzione possiamo partire dalle sensazioni corporee
      2) meditiamo per allenarci a stare con ciò che c’è nel qui ed ora, non in quello che c’ era. Questo allenamento ti permette, prima o poi, di essere presente a te stesso anche durante la tua giornata

      Che tu sia felice

  2. Nulla di nuovo sotto il sole. Il proverbio, saggezza dei popoli, dice “meglio soli che male accompagnati” e
    questo è sacrosantamente vero. Se non si è ammalati e si può provvedere a sè stessi, che gioia poter
    astrarsi da questo mondo diventato immondo. La Televisione è una cattiva maestra, oltretutto infracidita
    di noiosissima ripetitiva pubblicità, esci in strada e devi stare attento di non essere tirato sotto, i giornali
    non sono capaci di dare una notizia che sia buona. Per contro, da soli, ci si può dedicare alla lettura, alla
    musica, alle passeggiate nei giardini, alle amicizie selezionate, alla meditazione. Io sono grato a chi mi insegna a meditare perchè l’astrazione e la conseguente introspezione ti danno pace e gioia. E, per la
    gioia è sufficente ringraziare, ringraziare e ringraziare perchè putroppo tanti stanno peggio di noi, basta
    saper guardare.

    1. grazie Luigi,

      sono d’accordo: “meglio soli che male accompagnati” e rilancio: “meglio ben accompagnati che soli” 🙂

      Tra i praticanti di meditazione di matrice Buddista uno dei 3 gioielli a cui ci si affida è un gruppo di persone che come te voglione crescere ed evolvere.

      Viene spesso consigliato di cercare persone in cammino piuttosto che indugiare troppo con altri che “rallentano” il processo. I pettegolezzi relazionali e il clima di sfiducia che la televisione tende a creare non ci aiutano ad aprire il nostro cuore all’amore, ma a chiuderlo.

      Idealmente è buono spendere quanto più tempo possibile in relazioni che ci fanno crescere per poterci relazionare agli altri con cuore aperto e compassionevole limitando il nostro rapporto al tempo necessario, ad esempio, per sostenerli o per cercare di fare il massimo umanamente possibile per fare da buon esempio.

      Ovviamente anche io non sempre riesco ad essere di buon esempio, ma ci provo 🙂

      La gratitudine è una meravigliosa chiave per uscire da “pantano” in cui talvolta ci ritroviamo a chiudere il cuore e riaprirlo, grazie per avercelo ricordato, Luigi

  3. molto interessante la schematica illustrata e spiegata ,riguardo il processo sensazioni emozioni sentimenti.da approfondire sicuramente. il corpo e le emozioni possono essere come “strumenti”per comprendere noi stessi ,capire dove si va o si è fuori strada ,per star bene,fisicamente emotivamente,per trovare ,avere, la propria di vita sempre più consapevole.io ultimamente mi sento molto a disagio con persone “negative” .noto molto di più questo malsano processo;vorrei spiegare a volte ma so che il più delle volte sono impotente perchè in tanti troppi si crede che sia giusto cosi .allora sto scegliendo per me,sto scegliendo di allontanarmi da situazioni che mi farebbero “male”,da persone che non vogliono cambiare.sto scegliendo che un mondo malato,di cui anch’io ne son stata parte,diventi un opportunità per scegliermi la mia di vita.perche sento che la strada da fare è diversa dalla massa.cio mi comporta più selezione cernita,anche più solitudine ;ma che non sento,perchè sto sempre meglio anche sola con me stessa.solo una lieve tristezzaogni tanto, per delle cose che potrebbero essere diverse il più delle volte,ma da accettare consapevolmente che è cosi’.e un giorno trovare e stare con persone nuove diverse,che vogliono cambiare, crescere ,divenire ,essere ,più responsabili e oneste con se stesse.guardando piu’ dentro se stessi ..grazie ciao.

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