Come Raggiungere gli Obiettivi? (usando la meditazione)
scopri anche:
- cosa significa “meditare”?
- Come smettere di pensare e realizzare obiettivi per il futuro?
- Come stare nel qui ed ora e progettare la realizzazione degli obiettivi?
- Il Pensiero al “servizio” della percezione
- il pensiero come servitore (e non padrone)
- Occuparsi anzichè pre-occuparsi
- e molto altro
Guarda il video (dura circa 14 minuti) o continua a leggere la trascrizione sotto:
Contenuti
Ecco la trascrizione della Risposta:
Pamela dice: “io ho una mente molto attiva, di quelle che borbottano continuamente, e spesso, ahimè, me ne accorgo troppo tardi, e mi sono già avvelenata.
Quindi, meditare mi ha permesso di zittirla per un po’, ma lei chiede conferme e veridicità, per cui la domanda è la seguente”
– da notare che è la mente che chiede conferme, a livello mentale, ok? In qualche modo è la mente grossolana che non vuole essere bypassata, non vuole che noi arriviamo a svuotarla questa mente, vuole occuparla con altri pensieri, e quindi che cosa fa? Chiede conferme, chiede che altri pensieri alimentano il fatto… chiede conferme mentali, questo è un paradosso divertente. Comunque ritorno alla domanda –
“io ho una mente molto attiva, di quelle che borbottano continuamente, e spesso, ahimè, me ne accorgo troppo tardi, e mi sono già avvelenata.
Quindi, meditare mi ha permesso di zittirla per un po’, ma lei chiede conferme e veridicità, per cui la domanda è la seguente: alla parola meditare mi viene in mente il detto meditate gente meditate il cui significato principalmente è pensateci bene, ma se voglio meditare so ciò che mi fa soffrire, per me significa che alla fine penso tutto il tempo a qualcosa che speravo meditando di dargli quello spazio per risolversi.
Finisco con il sentirmi ancora più frustrata perché non sono proprio riuscita né a realizzare ciò che desidero, né ad uscirne rilassata. Invece se mi lascio andare e non penso a niente, sono rilassata, ma poi comunque frustrata perché con relax passa il tempo e non ho realizzato il mio desiderio.”
Ecco, allora, insomma per… chiede Pamela, che significa meditare su qualcosa? Come si fa a raggiungere i propri obiettivi? Ecco, in pratica.
Cosa significa meditare
Allora, Pamela, intanto sì, prima parte dell’osservazione: cosa significa meditare. Meditare… con le parole è facile che ci siano dei fraintendimenti, meditare in effetti viene usato come pensare, no? io medito su qualcosa, medita su quest’aspetto, e io posso pensare su quest’aspetto. Le tecniche di meditazione sono qualcosa di apparentemente opposto, e sotto un certo profilo lo è anche, perché appunto noi tendiamo a svuotarla la mente invece di occuparla con altri pensieri.
Tuttavia ci sono due aspetti che si assomigliano in quest’atteggiamento: un atteggiamento è quello pro-attivo, cioè io invece di essere in balìa dei pensieri, cioè invece di lasciare che i pensieri siano i padroni, e invece di essere degli ottimi servitori, che lo abbiamo detto i pensieri sono dei pessimi padroni e degli ottimi servitori, io me ne servo.
i pensieri sono dei pessimi padroni e degli ottimi servitori
Quindi, in ambedue i casi, sia che io sia in meditazione tecnicamente, sia che io stia meditando, quindi ragionando, su qualcosa, sono io a servirmi di quel pensiero, e questo già fa la differenza.
C’è un altro aspetto, è che quando io medito… quando io medito non con la… come dire… non ragionando mentalmente ma medito con tutto me stesso, quindi metto il pensiero al servizio delle percezioni, come dicevamo nella domanda precedente, ecco che io in qualche modo faccio una cosa magica: io ottengo una sintesi di quello che penso con quello che provo, che percepisco, di fatto io metto al servizio, come dicevamo prima, il pensiero rispetto alla percezione.
E creo però una sintesi tra due emisferi che altrimenti normalmente non comunicano tra di loro; quello percettivo, quando è acceso quello percettivo è spento quello cognitivo, quello che ragiona, quello che riorganizza le informazioni che arrivano; e viceversa.
Quando io organizzo le informazioni che sto ricevendo contemporaneamente da ciò che percepisco io creo una sintesi tra i due emisferi, e sviluppo quella che tecnicamente si chiama consapevolezza e di fatto che cosa sto facendo? Sto scoprendo la realtà per quella che è. Io sono consapevole di quello che sta accadendo.
Questo permette di risolvermi l’indagine, un’indagine rispetto al qui e ora, un’indagine rispetto a quello che mi sta succedendo.
Ed ecco quindi che paradossalmente anche se io non ragiono su un aspetto specifico, allo stesso tempo io scopro molte cose interessanti di me, su come funziona momento per momento, nel fluire del qui e ora. E quindi ecco un’altra similitudine.
Tuttavia, dicevamo, la tecnica meditativa tende a non favorire il proliferare dei pensieri, ma a orientarlo, a usarlo il pensiero. A usarlo soprattutto a beneficio delle percezioni.
Questo è quello che tra l’altro da pace. Perché?
Perché, dicevamo nella domanda di prima che le percezioni, soprattutto le sensazioni corporee, sono nel qui e ora, ci fanno rilassare, e ci aiutano a recuperare una certa centratura. Che cosa succede quando noi ci preoccupiamo del futuro?
Che cosa succede quando noi abbiamo un obiettivo?
L’obiettivo non solamente ci sposta nel futuro, questo ci crea anzi, il futuro da una parte è eccitante, ma dall’altra ci fa paura perché è sconosciuto, e quindi crea ansia.
Anche un futuro imminente, ok? Il punto è che noi possiamo… non possiamo pre-occuparci, noi ci possiamo occupare di una cosa, noi ci possiamo occupare di una cosa nel presente, non ci possiamo preoccupare di una cosa prima (adesso ti faccio un esempio per capirci meglio), però possiamo occuparci del futuro (e anche lì ti farò un altro esempio pratico).
Andiamo al primo esempio, per capire meglio questa differenza tra preoccuparci ed occuparci: supponiamo che io debba sostenere un esame, è un esempio che io uso spesso perché più o meno tutti abbiamo sostenuto un esame, e normalmente che cosa facciamo?
Ci occupiamo di studiare, ok? Finché siamo all’inizio va tutto bene, mano mano che si avvicina l’esame e la mente va nel futuro perché “oddio adesso mi domanderà, chissà cosa mi domanda” la preoccupazione aumenta.
Questa preoccupazione mi toglie energie tra l’altro, eh?
Da notare. Arriva il momento dell’esame, mi sto per sedere davanti all’esaminatore, e la mia preoccupazione in quel momento è all’apice, l’ansia è all’apice. Poi parte la prima domanda, che cosa succede a quel punto?
Parte la prima domanda e io mi occupo di rispondere.
Bene, male, accrocco una risposta, la conosco… è indifferente, in quel momento io mi sto occupando di rispondere, non c’è preoccupazione se ci fate caso. Anzi, qualche volta c’è anche il divertimento del trovare una risposta, anche se accroccata.
Quand’è che ritorna?
Magari quando abbiamo… stiamo esaurendo quella domanda e cominciamo a riportarci al futuro, a “e adesso cos’altro mi domanderà”, ma nel momento esatto in cui ci occupiamo di un problema, il problema non c’è. Semplicemente non viene percepito, perché non è una preoccupazione.
Quindi noi ci possiamo occupare soltanto delle cose che avvengono nel presente, non ci possiamo preoccupare delle cose prima.
Non solo, ma dicevamo, preoccupare fa sì che io consumo tante energie, e quando si tratta… quando arriva il problema, arriva (poi vedremo anche qui la definizione, quasi non è più un problema), arriva il momento in cui mi devo occupare della cosa, e non ho più le energie, o comunque ne ho molte di meno perché le ho consumate tutte a preoccuparmi.
Quindi l’ideale è occuparci e non preoccuparci.
E adesso vediamo come fare questo e come… e quindi anche come occuparci anche del futuro, perché noi ci possiamo occupare del futuro nel presente. Volevo farti un attimo ancora un esempio su questa storia del problema, cioè un’altra frase che a me piace tanto del Dalai Lama che dice
“Se un problema ha una soluzione, non è un problema.
Se un problema non ha una soluzione, non è un problema”.
Perché questo? Perché se ci pensi bene, se ha una soluzione ok, basta occuparsi di risolverlo, e quindi non è più un problema, mi sto già occupando di risolverlo. Infatti quando noi ci occupiamo, non c’è più il problema perché lo stiamo già risolvendo, c’è già la soluzione, non viene più percepito come un problema.
Ma se un problema non ce l’ha una soluzione, anche questo non è un problema, non è un problema perché io non posso risolvere qualcosa di irrisolvibile, quindi sposto le mie attenzioni e le mie energie su qualcos’altro, su un altro tipo di soluzione, su… su qualcosa di completamente diverso.
Tornando alla… come fare… alla domanda vera e propria, che è: come raggiungere gli obiettivi.
Quindi come raggiungere gli obiettivi?
Cioè se abbiamo detto che noi possiamo occuparci solo del presente, come fare a programmare il futuro?
Perché comunque è un’azione che va fatta quella di… ma anche positivo avere degli obiettivi, no?
È sano pensare di voler migliorare sé stessi, è utile programmare anche la vita, e quindi spostare l’attenzione anche nel futuro.
Il punto è che è… in questo ci vengono in aiuto degli strumenti, che sono strumenti tra l’altro di gestione del tempo, che ci servono anche questi per svuotare la mente.
Cioè che cosa facciamo di fatto?
Noi prendiamo… quindi come svuotarla questa mente?
Occupandoci. Occupandoci del futuro, nel presente. Quindi, ho la mente piena di progetti, idee, cose da fare?
Benissimo, prendo l’agenda, in realtà sono due strumenti diversi che possono riassumersi nell’agenda: uno è l’agenda vera e propria, quella per cui devo fare una cosa e metto in agenda che la faccio quel giorno a quell’ora, e quindi in agenda scrivo in quella data a quell’ora che ho quell’impegno. E questo è uno strumento.
Un altro strumento è che ci saranno tutta una serie di cose che io devo fare, telefonare a Tizio, a Caio, a Sempronio, che non sono necessariamente da fare quel giorno a quell’ora, ok? Ed è una lista delle cose da fare, quella che gli inglesi chiamano “to do list” oppure “task”.
Ecco, la lista delle cose da fare, poi vabbè lì poi c’è un discorso di priorità, di urgenza, di importanza, c’è una differenza tra ciò che è importante e ciò che è urgente ma insomma si aprirebbe un’altra discussione su… un altro discorso sulla gestione del tempo. Il punto qual è?
Il punto è che per svuotare la mente io che cosa faccio?
Tutti i pensieri io li prendo e li metto in agenda. Quindi io mi occupo di progettare il futuro, ma lo delego all’agenda.
Quindi io svuoto la mente di tutte le preoccupazioni, le delego a un foglio di carta, l’unico pensiero che devo avere a quel punto è di aprire quest’agenda e di controllarla ogni tanto, e di ri-gestire, ripianificare il mio tempo, e quindi di occuparmi del futuro, ma come vedi è un’azione che io faccio nel presente, mi occupo del futuro, svuoto la mente, e la mente ha tutte quell’ energia per occuparmi di volta in volta delle varie cose da fare, nel presente, nel momento in cui è giusto che io me ne occupi, e non prima.
Quindi, io mi occupo e non mi preoccupo.
Quindi ecco come fare ad avere degli obiettivi.
C’è un altro detto che a me piace molto, un proverbio cinese, io lo ripeto spesso, ormai posso dire di averlo fatto mio, che dice:
“programma la tua vita come se fosse eterna e vivi ogni momento come se fosse l’ultimo”.
Praticamente noi possiamo fare progetti per il futuro, e questo ci allunga la vita, no?
E possiamo farlo anche a centovent’anni, posso ancora pensare di scalare le montagne se me la sento, no? Se sento di averlo. E questo mi aumenta le energie.
Quindi progettare il futuro allunga la vita. Allo stesso tempo vivere ogni momento come se fosse l’ultimo rende prezioso ogni istante della vita, e me lo godo, quell’istante, proprio perché noi possiamo vivere nel qui e adesso.
È un modo per occuparci del futuro e occuparci nel presente e continuare comunque ad essere ben piantati con i piedi per terra nel presente e occuparci di quello che ci sta accadendo momento per momento, che è il vero momento in cui siamo vivi.
Ciao, grazie per gli utili video che pubblichi, ti seguo sempre con molto interesse.
Mi ritrovo abbastanza nella situazione descritta da Pamela, ma ancora una cosa non mi è chiara.
Se io ho una situazione di malessere , ma non ne conosco il motivo, voglio indagare questa condizione utilizzando la meditazione, cercando dentro di me quell’intuizione che mi illumini il percorso. Voglio dire, sono già in meditazione e sto osservando questo malessere, qual è il passo successivo per andare in profondità ? Come posso fare “praticamente”?
Grazie.
osservare e “scegliere” devono essere dei momenti distinti. Se mi affretto di fare qualcosa mentre sono in osservazione smetto di osservarla ed entro in “pregiudizio” ovvero smetto di stare con l’esperienza del momento ma la rielaboro con preconcetti di vissuti passati.
“Praticamente”: solo quando ho osservato, compreso posso capire con giudizio ed operare un cambiamento, ma a quel punto l’azione è fatta con “discernimento” e saggezza.
Se vuoi saperne di più puoi approfittare dei minuti gratuiti che ti offrono per guardarti il video intitolato “quando intervengo” al capitolo 9 di questo corso: http://www.comemeditare.it/vipassana
Ieri stavo meditando e immaginavo di visualizzare il Buddha sul trono di pietra ecc.ecc. dopo un po’ sono scivolato nel sonno . Mi sono ripreso e d ero arrabbiato poiche’ le mie preghiere a Manyushi non sortiscono nulla. E sinceramente mi sono stancato. Aiutami se puoi.
Enzo
ciao Enzo forse il problema sono le aspettative: quando dici “non sortiscono nulla” mi fa pensare che ti aspetti che ci sia qualcosa che debba sortire. Forse questoa rticolo può esseri di aiuto: https://comemeditare.it/meditazione/come-meditare/come-meditare-come-meditare-evitando-di-scoraggiarsi/