A me in meditazione succede che.. (cose strane)

Spesso mi vengono dette cose del tipo:

Perché la meditazione mi fa questo effetto?

In meditazione mi succede questo, questo e quest’altro.. sono io che sono strano? Vero?

Quindi la meditazione non fa per me…Dovrei smettere..

Sembrano voler aggiungere

Proprio mentre realizzavo questo articolo mi viene detto qualcosa tipo:

“Mi succede una cosa sgradevole, quella cosa sgradevole si amplifica, in meditazione”

C’è chi mi dice dell’ansia prima magari non c’è poi, si mette a meditare e l’ansia appare.

C’è chi ha freddo in meditazione, c’è chi dice: “io smetto di pensare subito quindi come posso smettere di pensare in meditazione?” (beato lui aggiungerebbero in molti)..

Guarda il video (di circa 12 minuti) o continua a leggere sotto:

“Se mi succedono cose strane allora devo smettere di meditare perché io sono fatto così. Sono così strano” sembrano dire in molti..

in meditazioneMa ognuno di noi ha un’esperienza e talvolta si sente strano: va bene? non va bene? sto facendo bene? sto facendo male?

Queste sono domande che vengono fatte abbastanza spesso soprattutto quella dell’ansia, che è una esperienza che ricorre abbastanza spesso.

Cerchiamo di rispondere anche a quelli dell’ansia con l’esempio del freddo, viene un pochino più facile, però se tu che non hai freddo, ma hai l’ansia o altre esperienze singolari, per piacere seguimi lo stesso, perché vedrai che questa risposta vale anche per te.

Ogni meditazione è una esperienza a sè

Supponiamo che tu non abbia freddo, ma ti metti a meditare avevano un freddo pazzesco.

Ok, stai facendo bene? stai facendo male? che cosa c’è di sbagliato? sei tu che si è sbagliato?

no ogni esperienza è unica: ogni volta che noi ci mettiamo meritare quella esperienza e unica: può succedere e succede anche più volte di seguito.

Talvolta la meditazione è simile -e ci sta- soprattutto all’inizio -ci sta- è normale, ma non è detto che sarà sempre così e non c’è nulla di sbagliato!

Quando io medito faccio emergere “quello che c’è”; dietro questo freddo ci potrebbe essere un mondo, non ha importanza affrettarsi cercare delle spiegazioni: le etichette..

Il pericolo di Etichettare e volere controllare tutto anche in meditazione

“perché mi succede questo? perché mi succede questa altro.. stacci!

Stacci! Se c’è da capire qualcosa lo capisci, lo capisce e lo realizzi, a prescindere da un “perché” mentale.

Anche perché spesso questi “perché” sono delle etichette fredde che noi mettiamo:

un’esperienza non vissuta completamente invece con la meditazione non ci viviamo l’esperienza ancora più profondamente, di quanto non potremmo fare ragionando sul “perché mi succede o perché non mi succede”.

Stiamo con quello che c’è, più ci stiamo e meglio è!

Ovviamente se hai freddo copriti. Ok ma se continui a percepire freddo e il tuo corpo è ben coperto allora non è un freddo dell’ambiente, sarà un altro tipo di freddo…

Stacci! Solo quando stiamo con quello che c’è, lo realizziamo, e lo possiamo lasciare andare.

Ma a quel punto non c’è un “respingere” (il freddo, i pensieri, o qualsiasi cosa ci appaia) perché quando capiamo qualcosa semplicemente quella cosa gocciola via: come dicono l’inglese “drop out”.

Se ne via da sola: quando noi in meditazione osserviamo un pensiero -senza bisogno di cacciarlo o di trattenerlo, di inseguirlo- il più delle volte quel pensiero si fa piccolo piccolo, timoroso e da solo tende ad andarsene..

Non è detto che su che succeda per forza tuttavia potrai notare che il più delle volte succede così.. ma non è detto -non crearti una aspettativa su questo- quindi non stiamo a cercare un ideale un “va bene o non va bene”.

Ogni esperienza è unica e va bene in quanto tale, quindi non stiamo a cercare un modo di meditare “perfetto”, un ideale:

“questo non dovrebbe accadere in meditazione” o “Strano questo accade solo a me” ognuno di noi vive esperienze diverse e ogni momento è diverso per viverla.

Quindi, meditando, io vivo un’esperienza accanto a te diversa da come la vivi tu.

Siamo diversi dalla mattina alla sera

Ma anche tu ti vivi la stessa esperienza -meditativa o non- diversamente dalla mattina alla sera.

Ti faccio un esempio stupido: una bella musica che ti piace di sera perché è bella, tranquilla e rilassante, il giorno di mattina ti annoia;

allo stesso modo un bel rock che di giorno ti pompa, ti sveglia, ti piace e ti dà ritmo, la sera quando c’è la stanchezza, tutto questo ritmo potrebbe darti fastidio: cercherai una musica più tranquilla.

Quindi, come vedi ogni esperienza, è diversa anche da momento a  momento anche, per te stesso e quindi non c’è bisogno di spaventarsi: qualsiasi esperienza tu stia vivendo!

L’ansia in meditazione

Entriamo un po’ più in particolare nell’argomento ansia in meditazione.

Stiamo parlando dell’ansia che deriva dallo stare seduti a meditare.

Quella che paradossalmente sale proprio mettendosi a meditare e che invece riteniamo dovrebbe sparire con la meditazione: cosa peraltro sensata: visto che la meditazione è molto potente nell’”allontanare” le ansie e gli attacchi di panico!

Ed ecco il paradosso: uno medita per tranquillizzarsi rispetto agli stati ansiosi e invece in meditazione gli viene o gli accresce l’ansia.

Ecco e io costoro continuo a dire di non smettere di meditare!

E già immagino una vocina che mi dice: “ma come non meritando sto bene e meditando mi cresce l’ansia, com’è possibile? Perché dovrei continuare?”

Quando noi ci sediamo a meditare: già non siamo abituati a sederci senza fare nulla, figuriamoci a meditare!

Questo normalmente capita ai principianti, c’è chi non ha ancora abbastanza esperienza e improvvisamente si ritrova con un mare di ansia.

Magari l’ansia c’era pure prima ma era soffocata da mille pensieri: sono proprio i pensieri a procurare l’ansia ma tra i mille pensieri e le mille attività e distrazioni, veniva anche soffocata.

Quindi l’ansia è presente in modo latente, ma adesso che ti siedi a meditare in silenzio: quest’ansia emerge per quella che è.

Ora qual’ è il punto: che se tu permetti a questa ansia di essere osservata per quella che è: la guardi negli occhi, nel “qui e ora”, senza aggiungere nulla, potrebbe per un attimo anche spaventarti e farti dire: “oddio che mi sta succedendo? ma non è questo che dovrebbe accadere in meditazione!”

Nota tutte queste affermazioni sono dei pensieri, sono delle aspettative, che appartengono al passato, sono delle pre-occupazioni di qualcosa che potrebbe succedere nel futuro:

“oddio la meditazione mi sta facendo male! Chissà che mi può succedere!”

Intanto sei vivo e non ti è successo niente: stai seduto in salute, quindi sono solo pensieri, sono preoccupazioni, di quello che potrebbe farti la meditazione.

Quindi quando emerge qualcosa del tipo: “oddio, oddio cos’è questa roba che mi sta accadendo?” stai con quello che c’è: nota se appunto sta innescando un loop di preoccupazioni di ansia, di pensieri del tipo “oddio oddio”

L’inganno del pensiero ansioso

Perché l’ansia è spesso accompagnata da un pensiero, il pensiero è normalmente riguarda cosa “potrebbe accadere” suona più simile a: “che cosa mi sta accadendo?” anche se difatto è più un: “cosa mi sta per accadere” perchè in realtà non ti sta accadendo niente: stai solo osservando quello che c’è.

Se tu sei nel qui ed ora e osservi quest’ansia e gli dai spazio, la osservi -ma con tanta attenzione, senza innescare altri pensieri del genere, di preoccupazioni…

.. oppure riconoscendoli questi pensieri (proprio il tipo che ho descritto) ecco che quest’ansia fa proprio come un pensiero che, quando si sente osservato, da solo tende a farsi piccolo piccolo piccolo, quindi non c’è bisogno né di inseguirla quest’ansia, né di coltivarla.

Se c’è un pensiero basta osservarlo, anche un pensiero del tipo: ”oddio, oddio”, può essere riconosciuto senza finire per identificarti con quel pensiero nefasto e pauroso.

Il corpo non mente: vive nel qui ed ora

Un bel trucco è comunque riportare l’attenzione al corpo, mentre appare questo pensiero puoi chiederti:

“come sto nel corpo mentre sto avendo questo pensiero? mentre c’è questa agitazione? cosa mi succede fisicamente?”

e prendi nota mentalmente delle sensazioni fisiche, quindi non c’è bisogno né di trattenere il pensiero ansioso, di inseguirlo, né di respingerlo.

Se c’è ansia è inutile che tu dica: “no, no, non la voglio, non la vogliono, vogliono stare in pace e non ci sto!” solo ulteriori pensieri di cui neanche ti accorgi.

Perché invece di stare con l’esperienza -che è il succo della meditazione- e stai con l’esperienza che stai vivendo per quella che è, nel “qui e ora” di nuovo vai a cercare di “controllare” la situazione con la mente!

Ma “controllare” con la mente ti porta a sviluppare pensieri e i pensieri sono fantasie ed è nelle fantasie che trova il suo appiglio l’ansia!

Capisci che per eliminare l’ansia, non puoi usare i pensieri, non puoi usare le etichette, non puoi usare le codifiche, non puoi usare “oddio che mi sta succedendo”.

Dovresti riuscire, se ci riesci -comunque puoi allenarti- a abbandonare ogni aspettativa, abbandonare ogni compulsività del pensiero: come?

Stando con le sensazioni corporee, stando con respiro: se c’è ansia stai col respiro.

Soprattutto il movimento del respiro a livello della pancia, osserva le sensazioni corporee, nota le cose, cerca di starci il più possibile, se vedi che il loop mentale appare: stacci, osservalo!

Meditare ad occhi paerti è possibile

Poi anche tenere gli occhi aperti, questo va benissimo, in mediazione si può fare, magari non guardarti troppo in giro, non distrarti, cerca di focalizzarsi su un punto, non ben definito davanti a te, magari a 30 gradi sul pavimento, in modo da non disperdere l’attenzione, ma stai sai con quello che c’è e vedrai che tendenzialmente ti calmi.

Se non ti calmi va bene lo stesso.. noi non meditiamo per scacciare via nulla, ma meditiamo per stare con quello che c’è!

E’ proprio stare con quello che c’è, che ci fa calmare!

Se tu invece di stare con quello che c’è, vuoi calmarti e non accetti quello che c’è, non ti calmerai.

Ma lo ripeto perché questo è importante:

Quello che calma nella mediazione è accettare quello che c’è: se c’è ansia non la respingere, la accogli ed è questo che fa calare l’ansia.

Se tu invece l’ansia la rifiuti, non stai con quello che c’è!

Questo crea ulteriore agitazione!

Meditando ed accogliendo ciò che ti sta accadendo e permettendoti di starci ed osservare, vedrai che sempre di più la pace si sostituirà alle ansie: senza combatterle ne respingerle.

 

Un altro pezzo “rubato” al “come meditare coaching” clicca per saperne di più su come funziona: “come meditare coaching

 

Trovi altri equivoci da sfatare cliccando qui: “non riesco a meditare” ecco come con la tecnica di meditazione Vipassana

E in quest’altro articolo in cui parlo di “come meditare correttamente 2: pensieri amici”

se vuoi tornare a delle semplici istruzioni per fare la meditazione clicca su: come meditare

 

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