Come Meditare Correttamente
errore 5: Concentrazione e Meditazione
Oggi parliamo di concentrazione: è necessaria in meditazione?
Forse si ma, se parliamo di concentrazione, c’è il rischio che non ci capiamo, anzi c’è il rischio che la parola concentrazione possa portarci fuori strada:
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errore 5: Concentrazione e Meditazione
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quello che cerchiamo di sviluppare con la meditazione è qualcosa di molto diverso da quello che comunemente possiamo collegare alla parola concentrazione.
Nel capire come meditare correttamente, sicuramente abbiamo il bisogno di concentrarci nel senso che dobbiamo raccogliere la nostra attenzione senza disperderla (e questo si, potremmo chiamarla concentrazione) ma ha più un senso parlare di “raccoglimento”;
i pericoli nell’uso della parola “concentrazione”
la parola concentrazione può far pensare a un qualcosa di laborioso, faticoso e impegnativo:
come, per esempio, guidare la macchina di notte facendo molta attenzione e con gli occhi spalancati, iniettati di sangue, e le vene delle tempie che pulsano (e questo è diametralmente opposto al recupero di energia che ci prefiggiamo con la meditazione).
Quindi in meditazione non serve concentrarci se, con questo termine, si intende questo livello di sforzo:
uno sforzo è necessario ma ve inteso come un richiamo all’attenzione e, di questo tipo di sforzo, ne parleremo magari in un altro articolo.
Ma torniamo invece a questa qualità di concentrazione intesa però come raccoglimento e priva quindi di uno sforzo.
Si tratta di cercare di non disperdere la mente appresso ai pensieri che tra l’altro, se ci fai caso, risucchiano energia, ma di recuperare questa energia per ritrovarci;
quindi quello che noi andiamo a fare, soprattutto in una prima fase che si chiama Samatha in alcune tradizioni, è quello di focalizzare la nostra attenzione nel qui e ora: e questo ci calma la mente.
Quindi, concentrarsi si, ma come calma della mente piuttosto che come sforzo della stessa.
Un minimo di sforzo esiste: inteso come il riportare la mente, con tanta pazienza, al momento presente e al respiro; questo ci permette di ritrovarci, di concentrarci nella misura in cui non ci disperdiamo: quindi il termine più adatto non è “concentrarsi” ma, appunto, “raccoglierci” e quindi, non lasciar sperperare le nostre energie appresso ai pensieri, ma raccoglierle.
Ed ecco sfatato l’equivoco riguardo la parola concentrazione.
Trovi altri equivoci da sfatare cliccando qui: come meditare correttamente errore 4 – Meditare Significa Non Pensare
E in quest’altro articolo qui: come meditare correttamente equivoco 6: meditare non è sforzarsi
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già che ci sono cito un bel testo creato dal sito del Santacittarama il monastero Theravada (fondata dal “mio amato maestro”) sulla meditazione:
Non è necessario sviluppare la concentrazione fino al punto di escludere ogni altra cosa tranne il respiro.
Qui lo scopo, piuttosto che creare uno stato di trance , è quello di farvi notare il lavorio della mente e di apportare una certa quantità di tranquilla chiarezza in essa.
Nel suo insieme il processo – raccogliere l’attenzione, notare il respiro, notare che la mente ha divagato e ristabilire l’attenzione – sviluppa consapevolezza, pazienza e capacità di comprendere in profondità.
Perciò non fatevi fuorviare da quello che sembra un ‘fallimento’; semplicemente, ricominciate. Continuare in questo modo fa sì che alla fine la mente si calmi.
puoi vedere l’articolo originale sulla meditazione cliccando qui
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