Meditazione Trascendentale o Vipassana
Contenuti
Guarda il video – Meditazione Trascendentale o Vipassana?
o continua a leggerne la trascrizione sotto:
Meditazione Trascendentale O Vipassana
Questa è una domanda che ogni tanto qualcuno si pone.
Sono due tecniche molto famose e molto diffuse; quindi: quale scegliere tra le due?
Se sei qui, vuol dire che lo stai chiedendo a me e quindi io ti dirò la mia opinione, ovviamente; si tratta di un punto di vista molto soggettivo.
Cercherò comunque, nella mia risposta, di essere il più completo possibile, in modo tale che tu possa farti un’idea a prescindere da quella che è la mia opinione personale; che comunque esprimerò: te lo dico perché, ovviamente, sono di parte (se vuoi farti un quadro totalmente esaustivo, può essere utile anche sentire qualcuno dall’altra parte).
Tuttavia ritengo di avere un modo di spiegare le cose che credo ti possa essere utile, a prescindere da quella che è la mia visione.
Anzitutto vediamo di capire, nella pratica, in cosa consiste l’una e in cosa consiste l’altra; in modo che tu possa farti un’idea più oggettiva possibile.
La meditazione trascendentale
La Meditazione Trascendentale è forse la più semplice da spiegare (il che non significa per forza che sia anche la più semplice da fare); mentre la Vipassana può risultare un po’ più complessa da illustrare, sebbene farla in concreto sia molto probabilmente più semplice rispetto all’altra.
Cercherò di essere un po’ spicciolo nella descrizione delle due forme di meditazione, in modo da risultare il più chiaro possibile, perciò non me ne vogliano i sostenitori dell’una o dell’altra se non entrerò in troppi dettagli.
La Meditazione Trascendentale consiste, prevalentemente, nel recitare un mantra su cui ci si focalizza; questo mantra ti viene consegnato da un insegnante qualificato di Meditazione Trascendentale, riconosciuto da chi detiene il copyright di questa pratica.
La Meditazione Trascendentale nasce nel ’55 ad opera di uno Yogi, Maharishi, che veniva dall’India; ha attinto all’antica tradizione vedica indiana, fornendo una versione messa appunto da lui, e ne ha ricavato un copyright che ha registrato.
È stata resa famosa dai Beatles ed è tuttora molto in voga tra gli artisti.
Ha anche un costo iniziale abbastanza significativo, il che le dà un aria da meditazione un po’ elitaria.
Non è un qualcosa che puoi fare per contro tuo, in quanto hai bisogno di un mantra strettamente personale che, tra l’altro, devi tenere segreto (ovviamente la meditazione con i mantra non è stata inventata dalla Meditazione Trascendentale, ma è uno degli elementi della millenaria tradizione vedica).
Quindi, in concreto, come si svolge la Meditazione Trascendentale?
Prendi questo mantra che ti è stato attribuito e lo reciti in continuazione, focalizzando la tua attenzione su di esso.
È una meditazione efficace?
Sì, lo è.
Me lo dicono non solo quelli che la praticano, ma anche tutta una serie di ricerche scientifiche che sono state condotte già ai tempi di Maharishi; anzi, le prime ricerche scientifiche sui benefici della meditazione in generale, furono svolte proprio su questa tipologia meditativa specifica (allargandosi poi anche alle altre).
È un tipo di meditazione efficace perché il lavoro che fa è particolarmente utile al nostro benessere.
Se ci pensi, noi siamo in balia di mille pensieri: abbiamo una mente compulsiva che produce tantissime idee, fantasie o concetti; e questo ci porta tanta ansia, insonnia e stress.
E quindi avere un oggetto di focalizzazione ha alcuni potenti e benefici effetti: è sicuramente rilassante; ci riporta nel qui e ora; e ha il potere di ricentrarci.
Cerchiamo ora di capire come funziona la Vipassana.
la meditazione vipassana
Intanto non si tratta di un copyright di adesso, ma di una tecnica messa a punto duemila e seicento anni fa da Buddha (che comunque, essendo indiano, conosceva i veda anche lui).
Il focus di questa tecnica è la consapevolezza, quella che gli inglesi chiamano “mindfulness”, tant’è che la celebre tecnica omonima deriva proprio dalla Vipassana; attinge a quella tradizione specifica, e tecnicamente, si svolge nello stesso modo.
Perciò, quando parliamo di Vipassana e di Mindfulness, parliamo di modalità che pongono l’attenzione meditativa sul qui e ora, qualunque sia la cosa che sta capitando in quel momento specifico.
La Vipassana ottiene effetti simili a quelli della Meditazione Trascendentale e, analogamente ad essa, ha bisogno di un oggetto su cui porre l’attenzione (perlomeno nella sua fase iniziale); perciò prima di tutto bisogna scegliere anche qui un oggetto di focalizzazione: questo oggetto potrebbe essere, anche in questo caso, un mantra; ma potrebbero essere anche le sensazioni corporee o il respiro.
In genere la scelta può seguita è proprio il respiro.
Perciò la prima differenza che potrebbe notare il neofita, che non conosce bene né la Vipassana né la Trascendentale, è un’enfasi maggiore posta sul respiro da parte della Vipassana, piuttosto che sulla recitazione di un mantra.
Buddha chiamava, questa prima fase della Vipassana (ovvero la focalizzazione su qualcosa): Samatha.
la meditazione Samatha
La Samatha, oltre a servire come appoggio nella prima fase della Vipassana, è anche una tecnica specifica di cui fanno parte tutta una serie di tecniche.
Samatha è una fase molto importante della Vipassana, ma non è tutta la Vipassana.
È un qualcosa che ci aiuta a focalizzarci e ci porta tutta una serie di benefici: centratura; quiete mentale; posizionamento dell’attenzione al qui e ora.
Ottiene questi risultati perché ci lega a qualcosa come il respiro (o magari anche al mantra); però, dopo aver ottenuto queste cose, va oltre: fa un passo in più ed entra più in profondità; Vipassana, infatti, significa “visione profonda”.
Il focus, dopo un po’, non è più soltanto il respiro (o il mantra, il corpo ecc.), ma la consapevolezza di sè nel mondo, rispetto a qualunque cosa ci stia accadendo nel qui e ora.
Quindi non è soltanto una tecnica di consapevolezza, ma anche di libertà: libertà rispetto ai vincoli mentali e, riferendoci alla meditazione, di vincoli potenti come può essere il vincolo al respiro oppure al mantra.
Un vincolo che sussiste nella Samatha ma anche nella Meditazione Trascendentale, che si comportano allo stesso modo.
Ci sono della persone, come ad esempio Osho, che, rispetto alla Meditazione Trascendentale sono piuttosto espliciti, dicendo che ti fa addormentare.
Per andare oltre la mente calma
Al di là dei meriti indubbi della Meditazione Trascendentale, quello che intendono i suoi critici, come Osho, è che avendo questa meditazione un vincolo fortissimo al mantra, il suo esito principale è quello di farti calmare.
Sempre Osho, in un suo libro, dice che va benissimo per gli occidentali stressati, in quanto ti calma, ma che non ti permette di liberarti; non ti fa “risvegliare” (Buddha, del resto, significa proprio: il risvegliato).
È un po’ come una pasticchetta che gli occidentali stressati che soffrono di insonnia prendono: invece della pastiglia di sonnifero recitano il mantra.
Questa, dal mio punto di vista, è una critica un po’ troppo forte; cerchiamo di prenderla con il dovuto distacco e di farci una nostra opinione.
Quello che posso dire io, dal mio punto di vista, è che se io sono molto legato al mantra (o al respiro come nel caso di Samatha), sicuramente ottengo un ottimo risultato di focalizzazione, centratura e ritorno nel qui e ora, ma rimango comunque legato; non sono libero, sono ipnotizzato dal mantra o dal respiro.
Quantomeno non sono libero come con la Vipassana, che mi consente di essere presente qualunque cosa accada, e di espandere la mia consapevolezza.
È la consapevolezza stessa il centro del mio lavoro meditativo in Vipassana e nella Mindfulness.
Per spezzare ancora una lancia a favore della Meditazione Trascendentale, posso dire che, secondo me, il termine Trascendentale non è stato comunque scelto a caso;
in quanto, sia la Meditazione Trascendentale che la Samatha, ovvero delle tecniche che ci aiutano a focalizzarci, già da sè fanno comunque tanto: fare bene una tecnica di centratura ci aiuta, quasi spontaneamente, a entrare in visione profonda.
E quindi ci possono aiutare a “trascendere”, ad andare oltre, il chiacchiericcio mentale che ci fa stare nel mondo delle fantasie.
E dopo che trascendiamo questo, che cosa ci rimane?
Unicamente quello che c’è.
Una volta sfrondata la mente dalle fantasie (o “pippe mentali”, per usare un termine tecnico a me molto caro) rimangono, ne più ne meno, che il qui e ora e la consapevolezza di quello che accade nel momento presente; che poi è, di fatto, quanto accade in Vipassana.
Perciò mi piace pensare che, sebbene non sia il suo focus principale, la Meditazione Trascendentale possa spingerti a uno stato che, trascendendo il chiacchiericcio mentale, ti porti a una dimensione interiore di consapevolezza.
Tuttavia (e qui si sente che sono di parte) faccio notare che, la Vipassana, volutamente ti spinge ad andare oltre; non è un caso che Buddha distinguesse tra Samatha e Vipassana.
Che distinguesse quindi tra una fase di focalizzazione e rilassamento mentale e una fase che, invece, è di esplorazione e di consapevolezza pura; che sviluppa degli insight di comprensione di te stesso, che ti libera di alcuni schemi mentali (dopo averli compresi, ben’inteso).
meditazione trascendentale vs vipassana
Perciò, in definitiva, per me (che sono di parte) la questione è che, sì, la Meditazione Trascendentale ha una sua ragion d’essere ma che la Vipassana, rispetto ad essa, è una vera tecnica di risveglio;
ed è lì che le parole di Osho le trovo, per quanto siano un po’ forti, con un ragionevole fondamento: se si ripetono i mantra “a pappagallo”, come fanno alcuni (alcuni, non tutti), non è così che si può pretendere di ottenere un vero risultato.
Sebbene ci siano molti che, nonostante il focus non sia quello, grazie alla Meditazione Trascendentale ottengono comunque un buon livello di centratura e di consapevolezza.
Dal mio punto di vista la Vipassana è la tecnica di consapevolezza per eccellenza.
Grazie alla Mindfulness, che significa “consapevolezza, e che fa deliberatamente riferimento alla Vipassana, sono state fatte ulteriori ricerche scientifiche che hanno dimostrato quanto la meditazione di consapevolezza sia potente e porti una gran quantità di benefici.
Perciò anche la Mindfulness, e di conseguenza la sua ispiratrice Vipassana, analogamente alla Meditazione Trascendentale hanno alle spalle un bel “pacchetto” di studi scientifici che ne dimostrano la validità e l’efficacia.
Ricapitolando
Ricapitolando: entrambe le meditazioni funzionano ed entrambe hanno, a sostegno della loro validità, un bagaglio di studi scientifici.
Hanno però delle differenze: una, la Meditazione Trascendentale, è di grande efficacia ma vincola il meditante; ed è difficile essere consapevoli a trecentosessanta gradi se il focus della mia attenzione è posto su di un elemento privilegiato come la recitazione di un mantra (almeno lo è per me, ma credo lo sia anche in generale).
Io conosco entrambe e le ho praticate, perciò parlo con cognizione di causa; tuttavia, quando mi sono approcciato alla Meditazione Trascendentale, ero già avanti con la Vipassana e non mi ci sono adoperato più di tanto.
Se invece tu sei un esperto di Meditazione Trascendentale e vuoi dire la tua, a beneficio di chi si pone questa domanda, io sarò stracontento se vorrai aggiungere un tuo commento al video per sostenere la Meditazione Trascendentale; aggiungendo così al discorso la tua esperienza soggettiva.
Spero di aver reso giustizia a tutte e due le metodologie (e secondo me la stragrande maggioranza delle tecniche meditative ha la sua ragion d’essere e sono tutte potenti); ribadendo che la Meditazione Trascendentale fa un grande lavoro in merito a cose come la focalizzazione e la tranquillità (beni preziosissimi per un occidentale di oggi) e che, a mio avviso, anche un bel lavoro in profondità su noi stessi, oltre alla focalizzazione, è più che utile.
Quindi a te la scelta e creazione di un tuo quadro personale sull’argomento.
clicca qui per maggiori info sulla meditazione vipassana: www.meditazionevipassana.it
Ciao Claudio, sono approdato qui dopo aver letto le tue risposte ai miei commenti/domande seguendo il link relativo al confronto tra la M.T. e la Vipassana.
Della Vipassana ne so poco o nulla. Quello che so è ciò che ho letto qui e su alcuni articoli.
Della meditazione trascendentale, pur non avendola mai praticata, ho seguito due incontri introduttivi, uno online e l’altro dal vivo, da due istruttori ufficiali della scuola.
Diciamo che quello online onestamente mi preso poco, anche perchè avevo altro per la testa.
Quello dal vivo, mi ha abbastanza impressionato, ma negativamente.
Mi sono sorbito circa due ore di seminario, peraltro ero da solo a seguire.
Ci sta che l’insegnante voglia vendere il corso, però a uno come me molto analitico e logico, non gli puoi raccontare che il genere umano normalmente utilizza tra il 5% ed 10% del potenziale intellettivo, però praticando la M.T. può arrivare a percentuali molto maggiori, senza poi fornirgli come l’hai misurato questo incremento intellettivo. Addirittura secondo questo mentore, basterebbe che l’uno per cento della popolazione mondiale praticasse simultaneamnete la M.T. per avere la pace nel mondo. Poi non sapevo che la pace della guerra della Bosnia, si sia verificata perchè sempre questo famoso 1% ha meditato in zona. C’è inoltre ad un continuo richiamo alla fisica quantistica, da persone che non l’hanno mai studiata. Io che sono laureato in ingegneria e non avendo studiato questa branca della fisica, mi tengo ben lontano da fare qualunque commento in merito.
Ora va bene tutto, che la pratica può portare benefici sul piano personale, ma estendere la pratica della M.T. a benefici sul piano mondiale mi sembra fuori luogo.
ciao Antonio, sui benefici della meditazione (non solo Trascendentale) ci sono dati più seri nel libro Meditazione come cura in cui sfata false (o approssimative) ricerche scientifiche da quelle attendibili. è scritto a quattro mani con Goleman se ti interessa queste cose te lo consiglio.
Ultimamente sento che tutti usano la fisica quantistica per portare l’acqua al proprio mulino.
Sulla Trascendentale non mi sento di parlarne male: amo ogni forma di meditazione, solo che non è quella che mi convince di più. Sono decisamente più orientato al risveglio e alla consapevolezza per cui per me la migliore -ma sono di parte- è la vipassana anche nella riformulazione un po’ sbiadita ed impoverita della mindfulness.
il limite della mindfulness non è nella tecnica in sè, ne nei suoi fondatori che ben conoscono la vipassana da cui attinge, ma è che è facile diplomarsi istruttori e così alcuni istruttori insegnano la tecnica di consapevolezza senza averne capito l’essenza più profonda. Dipende molto con chi capiti.
Un tempo le ricerche scientifiche, fatte talvolta un po’ grossolanamente eravo volute e fatte sulla MT adesso le ricerche studiano molto di più la mindfulness.
Ma al di là degli usi talvolta un po’ troppo sbandierati ed esageratamente speculati sui benefici, la meditazione ha senz’altro moltissimi benefici e te la caldeggio, quale? vedi tu? La mia preferita la conosci, io insegno vipassana non a caso.. Ti invito però a non rimandare troppo e a seguire il tuo istinto e cominciare a meditare! Rischi, a forza di informarti in giro di rimandare e sarebbe un peccato.
Ciao Claudio, in realtà non sto rimandando, solo prima di scegliere volevo avere più confronti.
Come detto, la M.T. era in assoluto quella che più mi incuriosiva, però le due presentazioni, mi hanno abbastanza deluso, non sulla tecnica in se , ma sull’aspetto estremamente commerciale e sul fatto che a loro dire, l’unica meditazione che porta realmente benefici è la M.T..
Ciò detto, mercoledi inizio un percorso di MBSR dal vivo, che si protarrà (come ben sai) per otto settimane, inoltre ho poi scoperto che poco distante da dove vivo c’è tempio dove si pratica proprio la vipassana.
Per intanto inizio con questo corso MBSR e può darsi che mi fermo qui, perchè ottengo ciò che desidero, altrimenti proseguo oltre.
Intanto ti ringrazio per i tuoi preziosi consigli.
ottimo Antonio, il tuo è un programma oserei dire perfetto. secondo me ti piacerà la mindfulness ed è bello che vicino ci sia anche la possibilità di fare anche vipassana, molti che hanno fatto mindfulness hanno voluto conoscerne la fonte.
Non è detto che sia il tuo caso, ma se te ne dovessi innamorare hai questa possibilità a portata di mano: fantastico!
Dove vivi a Napoli? In Sabina?
Mi accorgo che hai avuto anche una apprezzatissima attenzione nel fare una donazione, te ne sono grato.????
Ciao Claudio, si sono della provincia di Napoli, per cui forse conosci pure il Tempio oltre che il/i monaco/i cui mi riferivo.
C’è poi un gruppo che oltre a praticare nel tempio si raduna in altre zone della città.
Grazie a te.
Bravo !!!! Eccellente!!!!
Discorso di grande e raro equilibrio!!!!!!!
Complimenti.
Roberto
Grazie del sostegno Roberto, almeno ci provo.. 🙂
Buongiorno
È stato molto interessante lil tuo intervento ,avevo bisogno da tanto di una spiegazione chiara tra i due metodi di meditazione.
Non sono una grande esperta,ho fatto il corso di mindfulness dopo un anno di meditazione in un centro a Roma dove mi sono scoraggiata poiché anche se è un centro serio con dei seminari molto attuali,la parte meditativa è molto fai da te e quello che mi ha colpito è che fondamentale non ti apri verso gli altri ma c’è un egocentrismo.Il mindfulness è stato interessante e costruttivo fino a che ho lasciato la mia concentrazione sul respiro e lì mi sono persa e mi sono completamente sconcentrata.
Per questo mi domandavo se la trascendentale non è più facile per
Le persone che hanno più facilità a sconcentrarsi e poi passare alla vipassana .
È vero come dici tu che il prezzo per la trascendentale è abbastanza immorale e mi ha fatto riflettere…
ciao Marie, in realtà non ho detto che immorale anche perchè non lo penso affatto. Dico che è un prezzo significamante alto non immorale. Se la meditazione trascendentale fa bene e fa davvero molto bene (e non è l’unica meditazione a fare bene secondo me) non è sbagliato chiedere dei soldi..
è immorale per un medico chiedere dei soldi per un intervento chirurgico che ti fa stare meglio? Perchè siamo pronti a pagare un medico, uno psicologo un insegnante di tennis e non qualcuno che ci trasmette uno strumento che ci fa stare più sereni e in pace con noi stessi nella vita?
Per me non è affatto immorale è solo che preferisco altre tecniche che, peraltro, costano pure molto meno. Ma alla fine confesso che io per andare da monaci che fanno l’elemosina per vivere, ho speso molti più soldi, tra viaggi alloggi, donazioni ed altre spese varie.
Certo trovo la cifra alta e proibitiva per la maggioranza di noi e davvero eccessivamente importante, ma non immorale.
In realtà anche nell’ambito della mindfulness si insegna ad aprire il cuore, certo non tutti gli insegnanti sono uguali, ma nel programma della mbsr c’è anche la pratica della benevolenza, la metta. Confesso che può capitare che il programma è affidato a insegnanti che hanno pochi anni (o mesi) di pratica alle spalle e magari non hanno neanche capito bene l’importanza della pratica di metta, di amore universale e non lo sanno trasmettere bene. Mi dispiace se hai avuto questa esperienza.
La vipassana è alla fonte della mindfulness, ma ovviamente ha una cornice culturale assai più ricca nel trasmettere il Dharma.
Grazie per la tua preziosa condivisione che mi ha permesso di ampliare ulteriormente il mio personalissimo parere arricchito anche del tuo.
con metta Claudio