La Pratica di mandare Amore in Città
la Meditazione Metta in città
guarda il video o continua a leggerne la trascrizione sotto:
Parliamo adesso della Metta (la meditazione della pace interiore la cui presentazione trovi cliccando qui) unita alla meditazione camminata.
Si tratta di una pratica piacevolissima, che possiamo fare in città, in un contesto dove possiamo incontrare tante persone, e che apre il cuore.
Quindi lo scopo principale di questa tecnica non è tanto la camminata in sé, la possiamo fare anche da fermi; io mi ricordo che una volta l’ho fatta mentre la mia compagna faceva shopping e io stavo fuori dall’ennesimo negozio e, perché mi ero stancato di entrare in ogni negozio che trovavamo, mi guardavo intorno e lanciavo amore.
Una delle cose belle di Metta, la pratica della benevolenza come sa chi la conosce, è quella di favorire l’apertura del cuore.
Ti ricordo che la pratica canonica consiste nella frase centale: “Che io sia felice e che tutti gli esseri siano felici”, quindi si inizia con il prendere contatto con la gioia e l’amorevolezza dentro di noi, per poterla poi estendere a tutti gli esseri a trecentosessanta gradi in tutte le direzioni.
Queste sono proprio le indicazioni che Buddha stesso suggeriva.
Come dicevo, noi facciamo questo in mezzo alla gente.
La pratica della benevolenza comunque è una pratica segreta, non è che andiamo a sbandierare in giro che la stiamo facendo (anche perché ci prenderebbero per pazzi!), e tantomeno cerchiamo un riscontro.
Cioè non è amorevolezza se è un qualcosa di finalizzato.
Il vero amore non è condizionato da un risultato, non dipende da un feedback.
Non è quindi che andiamo a incrociare lo sguardo di qualcuno; noi puntiamo qualcuno, per esempio uno che passa su una macchina ed è intento a guidare, e gli auguriamo di essere felice, partendo da me: “Che io sia felice e che tu sia felice”.
Poi incroci una vecchietta che sta facendo qualcosa e le auguri altrettanto, sempre facendo attenzione a non incrociare il suo sguardo; ovviamente se gli sguardi si incontrano mentre tu le sorridi e lei ricambia, va bene, ma non è che ci rimani agganciato, poi passi all’altra persona.
È importante questo, se no diventa una specie di “rimorchiare”; non è amore puro e disinteressato, se lo faccio per avere un feedback e ottenere un risultato.
Quindi attenzione a questo aspetto.
Tuttavia c’è il “feedback” che ti arriva da te stesso, quindi a prescindere da quello che fa quella persona.
Tieni presente che, anche se il novantanove per cento delle persone a cui mandi amorevolezza non ti sta a guardare, e cerca di fare in modo che sia effettivamente così, un feedback ti arriva comunque; perché, questo a me succede, quando sto mandando amorevolezza, per esempio a quello che sta guidando la macchina, qualche cosa mi arriva.
Mi arriva una sensazione.
Un’intuizione, del tutto fantasiosa e del tutto mia e che lascia il tempo che trova, ma che comunque mi dice ad esempio che quella persona ne ha tanto bisogno; oppure un’altra che mi dice: “Quella persona non ne ha bisogno, è talmente felice”.
È un qualcosa di rimando, l’amorevolezza la invii comunque a tutti, solo che nel secondo caso ti viene da pensare che quella persona non ne abbia bisogno perché è già tanto felice di suo; e buon per lui, e tu sei ancora più felice!
Oppure puoi dirti: “Chissà,questa persona soffre”.
Non ti fai troppi “film”: sono solo veloci sensazioni che arrivano, lampi di intuizioni.
Però ti ritorna qualcosa.
Sono comunque intuizioni che lasciano il tempo che trovano, non fissarti su questi feedback.
Ma è piacevole notare che ci sono.
È piacevole notare che è possibile che tanta gente sia a contatto con la gioia.
È anche possibile che altre persone, in quel momento, siano distratte o addolorate per alcune cose; del resto, in questo momento, tutti stiamo attraversando un periodo difficile, quindi a maggior ragione è una pratica benefica, e ti invito a farla.
Anche perché il tuo cuore sorride mentre la fai.
Magari le tue labbra appena appena ma, dentro, sta sorridendo il tuo cuore.
Mentre irradi amore a trecentosessanta gradi intorno a te, è possibile che qualcuno si sintonizzi con questa emozione.
Del resto, se noi siamo allegri ed entriamo in una stanza dove è successa una tragedia e sono tutti cupi, noi ci facciamo influenzare.
È ovvio: ci dispiace per quelli nella stanza, entriamo lì e anche noi ci incupiamo.
È normale che accada, è fisiologico; è anche bello che accada, a suo modo.
Ma così come accade che noi entriamo in una stanza e siamo influenzati dal contesto in cui siamo immersi, anche noi influenziamo il contesto in cui ci troviamo.
Non sapremo mai, esattamente, come e con chi ha funzionato – a me piace pensare che funziona con tutti quelli a cui mandi amore – e comunque vedrai che all’interno di te stesso si sviluppa amore.
Una delle cose bellissime della pratica di metta in generale – e qui puoi riscontrarla anche nello specifico – è la possibilità di dare amore, e che più ne dai più te ne ritrovi, nel tuo cuore.
Immagina che il tuo cuore sia un contenitore d’amore, un sole che brilla di energia amorevole, e tu questa energia la vuoi mandare fuori: “Ne ho tanta e la do e la do”.
E ti accorgi che anche se la dai, dentro di te ne hai ancora.
Mentre sei a contatto con l’amorevolezza, il cuore si riempie ancora di amorevolezza; e quindi da tanta diventa ancora tanta, e poi ancora di più, e poi tantissima.
Più ne dai, quasi a volerlo svuotare, e più ti accorgi che non si svuota mai: è sempre pieno.
E quindi continui a darne.
Mi viene in mente una barzelletta sugli scozzesi che mi raccontava un inglese.
C’è uno scozzese a cui viene data la possibilità di esaudire due desideri.
Il primo è una bottiglia di whisky che non si esaurisce mai, e allora PUM: arriva la bottiglia di whisky; beve e si accorge che cala, poi arrivata alla fine si riempie di nuovo.
“Mmmm, bella bella bella”, fa lo scozzese.
Passa del tempo e gli viene data la possibilità di esprimere il secondo desiderio, e il desiderio è: “Voglio un’altra bottiglia come questa”.
La barzelletta finisce qui.
L’inglese che mi ha raccontato la barzelletta, ha visto che ero un po’ divertito ma che non mi sono sganasciato dalle risate per questo humor inglese; e me l’ha anche spiegata, anche se a me sembrava abbastanza evidente: “capisci che ce ne fa con un altra bottiglia se la prima si riempie di nuovo?”
E così che funziona il nostro cuore: non si esaurisce mai; un po’ come il contenuto della bottiglia nella barzelletta.
Noi spesso però ci dimentichiamo di aprire il nostro cuore all’amore, perché purtroppo quando c’è preoccupazione, ansia, rabbia, noi mettiamo una corazza nel nostro cuore, e lo chiudiamo.
Ci priviamo della possibilità di espanderlo; quando basta invece aprirlo un attimo, all’inizio, che poi questo cuore si alimenta e si alimenta ancora.
E lo fa iniziando a dare: dando amore possiamo trovarne sempre di più dentro di noi.
Certo, se siamo proprio immersi nella rabbia o nel dolore, in quel momento ci sarà estremamente difficile, e quindi potremo accettare, con benevolenza, che in quel momento abbiamo delle difficoltà.
Ma se ci accorgiamo che, in fondo, questa corazza non è così forte, e che siamo così chiusi solo per una forma di inerzia, ecco allora che possiamo soffiare sul nostro cuore e darci la possibilità di iniziare a dire “Che io sia felice e che tutti gli esseri siano felici”.
E vedere quello che accade.
Magari all’inizio lo dici ma ti sembra un po’ meccanico, ma senti comunque che lo puoi dire, e allora, piano piano, vedi che questo cuore esce fuori e questa energia di amorevolezza si manifesta.
Ed è bellissimo.
Ecco quindi che la pratica di Metta, talvolta, ha bisognio di una prima “pedalata”; di una prima energia che, talvolta, può sembrarci un po’ artificiale, e che comunque non deve mai essere un qualcosa di totalmente artificiale.
Un piccolo incentivo, senza mai fare una cosa finta.
Ma se lo fai in mezzo alla strada, o anche nell’autobus o in treno o dovunque ci sia gente, magari anche con la coda dell’occhio in modo da non generare coinvolgimenti particolari, ti renderai conto che è bellissimo.
Vedrai che donerai tanta gioia a te e agli altri, e questo mondo è sicuramente più bello quando mandiamo pensieri positivi.
C’è già tanto peso, soprattutto in questo periodo, per cui alleggerirci un po’ è una possibilità che possiamo darci.
Per cui mandare amore è un’altra bellissima pratica, che quando passeggi ti invito a fare.