Come fare per la pace
Carlo chiede: “Cosa possiamo fare per contribuire alla pace?”
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Eh già, questa è proprio una bella domanda.
“Non c’è una via per la pace: la pace è l’unica via”.
Queste parole che Tich Nath Han, un monaco Zen, ripeteva spesso, in realtà sono parole di Buddha.
Non c’è una via per la pace, la pace è l’unica via: cioè dobbiamo fare pace, noi, intanto, nei nostri cuori; perché, attraverso la pace nei nostri cuori, è possibile riverberare intorno a noi.
Mi rendo conto che uno può dire: “Ma è poca roba”; ma non è vero, non è affatto vero.
Intanto, ognuno di noi fa quello che può – io non posso imporre a qualcuno di fare la mia volontà, ci mancherebbe altro: questo, è fonte di guerra – ma io posso mettere il cuore in pace, riverberare di pace, e aiutare chi sta con me a stare in pace.
Accettando il fatto che non è facile.
Intanto c’è già il fatto che io mi renda conto che, per me, non è così facile essere sempre in pace: perché c’ho le turbe, perché c’ho la paura, perché c’ho l’ansia, perché c’ho le preoccupazioni, perché sono depresso, perché sono arrabbiato… tutte queste emozioni, fanno chiudere il cuore.
Il cuore si chiude, non sto in pace, e quando il cuore si chiude e non sto in pace, una parte di me è frustrata e non vede l’ora di eliminare, il più velocemente possibile, questo che io vedo come problema o fonte delle mie preoccupazioni.
Che tendo a proiettare esternamente a me.
Cioè: quello che non mi piace a me, tendo a non vederlo, è più facile vederlo nel vicino; e quindi io tendo a eliminare quello che non mi piace del vicino, oppure proprio il vicino.
Questo è motivo di guerra.
Ma non è tanto il fatto che io voglia eliminare il vicino, ma che io abbia fretta di farlo.
Quindi, se io ho un disagio, e c’è uno che mi governa (o meglio, che dovrebbe fare il servizio di governare perché è al servizio della cittadinanza), e mi propone come soluzione quella di andare a fare la guerra a qualcuno, io gli dico: “Fai bene, almeno finalmente c’è qualcuno che pensa a me, e che mi fa uscire dal mio stato d’ansia”.
Ma se noi fossimo tutti in pace, e qualcuno ci dicesse di andare a fare la guerra a qualcuno, noi gli diremmo: “Ma tu sei matto”, “Ma come ti viene in mente?”, “Stiamo così bene, siamo in pace”.
Ecco, le guerre si fanno quando la popolazione è addormentata ed è immersa nelle mancanze, nella sofferenza, nell’inquietudine; e il cuore è chiuso.
Le guerre si fanno quando il nemico è distante da te, non sei tu.
Siamo noi e loro.
Così si fanno le guerre: noi siamo questi e loro sono quegl’altri.
E normalmente loro sono disumani, oppure sono dei pazzi che fanno cose pazze.
E se tu guardi le propagande della TV – la nostra TV fa propaganda, è inutile dirlo – tu non capisci le ragioni dell’altro, e se non capisci le ragioni dell’altro allora è guerra.
Le ragioni dell’altro sono follia: lui è folle, è disumano.
Questo senza giustificare assolutamente chi prende le armi è spara, eh?
Però noi non siamo da meno.
Andare a portare la democrazia con le armi, non lo so: noi occidentali lo facciamo un po’ troppo spesso, non so quanto sia giusto.
Però, al di là di questo, se i nostri cuori sono sereni: quella è la via per la pace.
Se noi apriamo i nostri cuori alla possibilità della pace, la pace sarà più facile.
Purtroppo è un’escalation: più c’è la guerra, più sono preoccupato, più c’è ansia, più non c’è pace in me e più favorisco un clima di guerra.
Ed è però anche vero il contrario.
C’è un bellissimo detto cinese che dice: “Se c’è consapevolezza…” (occhio che parte tutto dalla consapevolezza: di nuovo la centratura, la consapevolezza, l’attenzione la fanno da padrone); e quindi, dicevo: “Se c’è consapevolezza nel cuore, ci sarà bellezza nel carattere, se c’è bellezza nel carattere, ci sarà armonia nella casa, se c’è armonia nella casa, ci sarà ordine nella nazione, se c’è ordine nella nazione ci sarà pace nel mondo”.
Bellissimo.
E quindi cosa fare per promuovere la pace?
Partire da quella: trovare la pace.
Come diceva appunto Buddha: “Non c’è una via per la pace: la pace è l’unica via”.
Cominciamo dalla pace.
Talvolta bastano anche piccoli gesti, di attenzione, di amorevolezza; anche di comprensione: delle nostre difficoltà, delle difficoltà degli altri, del fatto che non è facile essere in pace con noi stessi, e quindi che non possiamo pretendere che anche gli altri siano in pace.
Fare pace anche con la mancanza della pace: questa è la via della pace.
Non c’è una via per la pace: la pace è l’unica via.
Quindi cominciamo a fare pace con la guerra, cominciamo a fare pace con la difficoltà.
Diceva Madre Teresa di Calcutta, quando la invitavano a manifestare contro la guerra: “Guardate, se fate una manifestazione contro la guerra io non vengo; ma se fate una manifestazione per la pace, io sarò in prima fila”.
Ecco: contro la guerra è di nuovo guerra.
Non c’è una via per la pace: la pace è l’unica via.
C’è poco da fare, dobbiamo cominciare noi stessi a mettere il nostro cuore in pace, e a promuovere questa pace, accogliendo le difficoltà degli altri.
Fare pace con la pace, non significa che se è uno è in guerra noi dobbiamo eliminarlo.
Come quelli che fanno una manifestazione per la pace, e poi lanciano i sassi alla polizia.
Che senso ha?
Non ha nessuno senso.
Quindi cerchiamo di mettere i cuori in pace.
“Non ricorriamo a bombe e a cannoni per conquistare il mondo.
Ricorriamo all’amore e alla compassione.
La pace inizia con un sorriso.
Sorridete cinque volte al giorno a qualcuno cui in realtà non avreste la minima intenzione di sorridere.
Fatelo par la pace.
Irradiamo la pace di Dio e accendiamo in tal modo la Sua luce e spegniamo nel mondo e nei cuori di tutti gli uomini tutto l’odio e l’amore del potere.
Sorridiamoci a vicenda.
Non è sempre facile.
A volte ho difficoltà a sorridere alla mia consorella, ma allora prego.
Madre Teresa di Calcutta)
Madre Teresa di Calcutta ci suggeriva di iniziare dalla propria famiglia o dal proprio vicino.
Ama il tuo vicino, prega per il tuo vicino.
Però non è sempre facile: è facile a parole voler bene a qualcuno e augurare sempre del bene.
Se quella persona in quel momento si sta comportando male, ci dà fastidio, noi vorremmo eliminare quel fastidio.
Quindi non è facile.
E allora Madre Teresa di Calcutta diceva: “E allora, quando io vedo che ho delle difficoltà, prego.”
C’è questa bellezza di cercare ancora una volta la pace.
La pace come via, come unica via.
Non c’è una via per la pace: la pace è l’unica via.
Ed è questo che possiamo fare, è una cosa alla nostra portata.
Se tutti noi fossimo col cuore in pace, non ci sarebbe spazio per la guerra.
Le guerre succedono creando disagi sociali, situazioni di “non pace” nelle società, perché solo quando una società è sofferente si può far accettare a questa società di entrare in guerra.
E quindi ecco la via.
Non c’è una via per la pace: la pace è l’unica via.
E talvolta bastano anche piccoli gesti quotidiani, come tornare a casa e voler bene alla propria famiglia, nonostante una giornata faticosa.
Ma certe volte possiamo anche semplicemente dire: “Scusami, sono stanco”, invece di innervosirci.
Io, quando sono molto stanco, tendo a innervosirmi, a perdere facilmente la pazienza; non credo di essere il solo, credo che siamo un po’ tutti così.
Tornare a casa, e c’è qualcuno che ti sta dando fastidio, e non è proprio il momento, rischia di farti perdere la pazienza.
Se riuscissimo, qualche volta in più – perché non è sempre facile: quindi facciamo pace con il fatto che non è sempre facile – a tornare a casa e a renderci conto di essere stanchi e di essere infastiditi e facili a infastidirci, potremmo dirlo ai nostro cari come ci sentiamo.
Potremmo dire: “Scusa non ce l’ho con te, è solo che sono molto infastidito, e quando fai così questo mi stimola ancora di più: ho bisogno proprio di riposare”; e questo prima di alzare la voce.
Sarebbe bellissimo.
Potremmo farlo anche dopo, se è già troppo tardi: se ho già alzato la voce è peggio, ma faccio quello che posso; a un certo punto, comunque, faccio pace.
Questa è la via.
Ovunque ti trovi, in qualsiasi momento o qualsiasi cosa grave sia successa, ritrovare la dimensione della pace porta la pace.
Non c’è una via per la pace: la pace è l’unica via.
Parole chiare, precise, e sempre attuali.
Credo che per diffondere la pace ognuno potrebbe fare questa cosa (non e’ una cosa semplice e richiede allenamento mentale): sforzarsi di guardare il prossimo senza pregiudizi e con un atteggiamento di benevolenza.
grazie Vito