Perché è prezioso il discorso di Buddha sui fondamentali di consapevolezza

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Cos’è il Satipatthana Sutta?

È un discorso importantissimo di Buddha.

Sutta, in pali, è il termine per “discorso” (in sanscrito il suo corrispettivo è Sutra, un termine che ci è più familiare).

E il Satipatthana Sutta è il “discorso sui fondamentali di consapevolezza”.

È un discorso preziosissimo, ricchissimo, in cui Buddha ci spiega tanti e tanti modi per esercitare la presenza mentale e la consapevolezza.

È un discorso che, negli anni, ho voluto studiare e approfondire molto, e ho notato che non è facilissimo; e poi ci sono delle traduzioni che non aiutano, quindi ho preso un po’ dall’una e un po’ dall’altra e ne ho fatta una io.

Ovviamente io non conosco il pali, conosco delle parole, perciò ovviamente non sarei in grado di fare la traduzione di un discorso intero.

Però guardando a quella traduzione e guardando a quell’altra, ho cercato di dare un senso a quelle frasi usando una terminologia giusta che spiegasse meglio il tutto.

Perché è un discorso estremamente pratico.

Buddha, nello stesso discorso, dice che chi pratica per sette anni secondo gli strumenti che lui sta suggerendo può aspettarsi due cose: o il risveglio definitivo in questa vita o, se rimane qualche traccia di karma, può ottenere il risveglio nel momento in cui lascia il corpo: il risveglio completo, la “buddhità” (la santità, diciamo pure così).

Poi Buddha, dopo aver parlato dei sette anni di pratica e di cosa ci può aspettare grazie ad essi, continua e dice: “Ma lasciamo stare i sette anni. Chi invece lo fa per qualche anno…” e aggiunge come prima “… si può aspettare queste due cose: il risveglio definitivo in questa vita o, se rimane qualche traccia di Karma, può ottenere il risveglio nel momento in cui lascia il corpo”.

E dopo, Buddha continua ancora, dicendo: “Ma lasciamo stare qualche anno: qualche mese.”; “Ma lasciamo stare qualche mese: un mese.”; Ma lasciamo stare un mese: una settimana.”

E alla fine dice: “Insomma, l’importante è praticare. Praticare la presenza mentale”.

Poi, alla fine, ti dirò anche come funziona il mio corso, ma rimaniamo ancora a Buddha: come funziona in generale questo suo discorso?

Il discorso di Buddha guarda alla consapevolezza in modo specifico.

Ogni singolo esercizio che lui propone riguarda lo sviluppo della consapevolezza circa quell’aspetto specifico, e solo quell’aspetto.

Noi, in Vipassana, siamo abituati ad osservare a 360 gradi; poi ci accorgiamo che, forse, nella nostra consapevolezza c’è qualcosa che potrebbe essere approcciato con delle basi diverse.

Ecco, il Satipatthana offre queste basi.

Cosa fai quando devi realizzare una costruzione molto grande?

Crei delle basi solide, delle fondamenta molto forti.

E Sathipattana significa proprio “le basi della consapevolezza”: implica la creazione di fondamenta forti per una consapevolezza che, così esercitata, è più facile che ti porti al risveglio, secondo Buddha.

E quindi lui suggerisce, di volta in volta, una serie di esercizi.

Suggerisce una serie di esercizi riguardo il corpo; un paio di esercizi riguardo le sensazioni; un esercizio, con delle sfumature diverse, riguardo la mente; e poi suggerisce diversi esercizi riguardo i fenomeni: i dhamma o dharma, “i meccanismi”, che nel buddismo sono molto chiari.

E io, nel corso, rendo pratici tutti questi esercizi.

Cioè, questi esercizi sono di per sé molto pratici, ma letti solo nel discorso talvolta ci si domanda come fare, e ci si perde.

Gli esercizi del corso sono tantissimi.

Ci sono pure ben 16 meditazioni guidate, e ho pure cercato di contenermi!

Ho cercato di mettere delle meditazioni guidate laddove ti semplificavo la vita, non ho fatto ad esempio una meditazione guidata sul bodyscan (sebbene nel corso ci siano alcune meditazioni che gli assomigliano), perché bastano le istruzioni che ti fornisco quando ti spiego come farlo.

Quando l’ho ritenuto necessario ho realizzato delle meditazioni guidate vere e proprie, altre volte invece bastano davvero solo le istruzioni.

Per esempio, quando ti dico di fare attenzione alla posizione del tuo corpo (sei in piedi? sei seduto? sei in movimento?), questo è un esercizio di consapevolezza – tra l’altro è uno di quelli suggeriti da Buddha – ed è molto semplice da fare (e questo è già un piccolo esercizio, banale, che puoi usare nel corso della giornata per chiederti cosa stai facendo).

Ci sono degli esercizi specifici, e ci sono anche delle attività giornaliere su cui porre la nostra attenzione; ci sono tanti aspetti su cui esercitarci, ho sviluppato 36 esercizi, non sono pochi.

Tant’è che non è un corso per tutti, ci tengo a dirlo.

Chi ha iniziato da poco a fare Vipassana che facesse un po’ di Vipassana, prima; e che poi sperimentasse questa necessità di consolidarne le basi, prima di andare a fare un corso del genere.

Io normalmente faccio dei corsi molto semplici, e lo è anche questo: è un insieme di tante piccole cose semplici, ma sono tante, per questo diventa complesso.

Poi, prese le cose una alla volta, è semplice.

Ho reso il corso il più semplice possibile – è stato un lavorone renderlo semplice, che mi ha richiesto anni – però preso nel suo insieme c’è davvero tanta tanta roba.

Per cui non lo consiglio a tutti, a meno che non si tratti di una persona già un po’ avanzata, che ha già fatto un percorso e ha voglia di approfondire e di consolidare le fondamenta della consapevolezza.

È un corso che fra pochissimo, in questi giorni, renderò disponibile e promuoverò; ma non è per tutti, è un corso avanzato, ed è consigliato a persone che già praticano da tempo e che hanno voglia di rafforzare le proprie basi.

Non c’è solo il Satipatthana, ci sono anche altri due strumenti che fanno da cornice, e che ci aiutano in un primo momento a capire il rapporto fra Samatha e Vipassana, per poi lasciare un attimo da parte la Vipassana e concentrarci sulla consapevolezza a tutto tondo relativamente a questi aspetti specifici.

Le colonne portanti del discorso sono quattro: il corpo, le sensazioni, la mente e i dhamma (i “fenomeni”).

Sono questi i quattro pilasti su cui esercitarci, e ciascun pilastro ha degli aspetti specifici su cui focalizzare la nostra consapevolezza, con delle meditazioni specifiche da fare.

Alcune di queste meditazioni nel discorso sono anche abbastanza esplicitate, altre sono un po’ criptiche.

Comunque la mia intenzione, quando mi aprirò alla promozione di questo corso, è quella di rendere il discorso fruibile a tutti – al di là di chi acquisterà il corso o meno – e di farne quindi omaggio a chiunque lo vorrà leggere, in modo che poi uno se ne possa fare un “sapore” per conto suo.

Se poi uno vuole approfondire potrà poi fare il corso (non voglio inibire tutti, solo chi è alle prime armi e sta ancora cercando di capire cosa sono Samatha e Vipassana).

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