Pacificamente Episodio 08

come trasformare la rabbia in pace

In questo episodio scopri:

Parliamo di armi, di come noi esseri umani siamo capaci di “essere accecati” e commettere nefandezze, ma soprattutto parliamo di rabbia e della possibilità di trasformarla.

In questo episodio ti svelo la vera storia della leggenda dei due lupi e perchè è utile osservare piuttosto che escludere..

Per questo puoi scaricare l’episodio cliccando col tasto destro del mouse qui: Pacificamente Ep.08

oppure ascoltarlo in streaming da qui:

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Dal podcast:  meditazione sulla rabbia

il primo passo è vederla: non negarla

negarla gli da energia, la comprime per poi esplodere incontrollata

accettiamo che esiste

se esiste il corpo esistono le emozioni primarie

 

la vera storia dei due lupi

coltivare di più il seme della pace senza negare o prendersela con il seme della guerra

accogliere l’esistenza del seme della guerra è la via del seme della pace

quindi se voglio innaffiare di più il seme della pace dovrò necessariamente conoscere molto bene anche il seme della guerra e per conoscerlo non devo negarlo, ma osservarne la sua natura

 

ecco perchè è utile nutrire anche il lupo cattivo

quindi c’è rabbia in me? posso osservarla

come un arco teso

come veicolarla

 

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Risorse consigliate:

la vera storia dei due lupi in video: https://www.youtube.com/watch?v=gVFH0CFdXyQ

la vera storia dei due lupi testo (in facebook): la vera storia dei due lupi

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la vera storia dei due lupiaforismi e citazioni:

“Due grandi lupi vivono dentro di me:

Uno bianco, buono e innocuo; l’altro
nero, scontento, rabbioso, geloso e pauroso

chi vince? Tutti e due!

Se scelgo di nutrirli entrambi, non lotteranno mai per attirare la mia attenzione e potrò usare ognuno nel modo che mi è necessario.

leggenda Cherokee

 

“La realtà presente non può essere semplicemente accettata o rifiutata.
Fuggire via da essa è come fuggire dai propri piedi.
Accettarla è come baciare le proprie labbra.
L’unica cosa da fare è osservare, capire, e stare tranquilli.”

Anthony De Mello Tratto da La Preghiera della Rana vol.01

 

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9 risposte

  1. ho apprezzato molto la tua onesta’,ascoltarti e’stato per me molto utile e costruttivo.grazie x rendere accessibile a tutti queste risorse importanti.ciao.

  2. ciao claudio,
    mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato il mio piccolo contributo, mi ha lusingato vedere la frase di anthony de mello inserita in quella bella immagine ce hai creato! : )
    ho ascoltato solo ieri l’episodio 8.
    l’ho trovato molto interessante e stimolante, ci sto ancora riflettendo sopra e credo che lo ascolterò una seconda volta… sto elaborando dei pensieri contrastanti e non sono ancora riuscito ad arrivare ad una conclusione… per il momento ti mi limito a ringraziarti perché col tuo podcast mi “costringi” a non adagiarmi sugli allori.
    mi spiego meglio.
    mi capita di riflettere su questioni quali, ad esempio, il tema della legittima difesa.
    in un mondo ideale la difesa contro la violenza fisica è demandata alle forze dell’ordine che, in democrazia, sono semplicemente dei concittadini cui la comunità ha deciso di affidare in esclusiva assoluta la possibilità di impiegare la forza fisica per contrastare minacce di pari natura.
    in questo modo tutti gli altri concittadini possono vivere pacificamente e lontani dalle armi.
    però noi, purtroppo, non viviamo in un mondo ideale e chiunque abbia vissuto la triste esperienza di essere visitato dai ladri sa quanto tempo intercorre tra la chiamata alle forze dell’ordine e il loro intervento.
    e allora ti chiedi che cosa sarebbe successo se dalla tempestività del loro intervento fosse dipesa l’incolumità fisica dei tuoi cari e tua.
    nel mondo reale, che non è il mondo ideale, sono disposto ad essere un operatore di pace fino al punto di mettere a repentaglio la sicurezza dei miei cari?
    oppure il mio voler essere un operatore di pace incontra un limite insuperabile là dove vedo minacciata la sicurezza delle persone che amo?
    il dilemma è così forte che alla fine smetto di pensarci e me ne dimentico… e a oggi non sono ancora arrivato ad una soluzione.
    ti ringrazio perché uno dei pregi del tuo podcast è quello di richiamarmi alla riflessione, a riprendere le fila del mio ragionamento, a continuare il mio sforzo per sciogliere il mio dilemma.

    1. anche il tuo contributo (e quello di chi commenta) aiuta a portare avanti la riflessione la tua citazione di De Mello ne è un esempio..

      Grazie Marco sto ancora riflettendo su quello che hai condiviso.. sul bisogno di sicurezza e quant’altro..

  3. Caro Claudio, la storia dei due lupi mi sembra una bella allegoria della “dottrina del mezzo”. Come a dire, quanto va alimentata la rabbia che è in noi? non troppo, naturalmente, ma neanche troppo poco…

    1. interessante, non ci avevo pensato… mi ricordi una prativca molto bella che si chianma “nutrire i demoni” serve proprio ad integrare le nostre ombre.. Grazie Simone

  4. per anni non ho riconosciuto la mia rabbia solo quando ho iniziato tramite la meditazione a conoscere il mio corpo ho iniziato a riconoscerla situata nelle tensioni muscolari nelle spalle e nelle contrazioni nello stomaco sono divenuta consapevole che l ho repressa x anni chieudendomi come un riccio e con mille paure

    1. grazie mille Gloria la tua esperienza ci insegna che è possibile ammettere che esista la propria rabbia e soprattutto COME farlo: osservando e scoprendo ad esempio che esistono tensioni nel corpo. L’avversione e la brama ci spingono spesso a tendere dei muscoli sino a cronicizzarli talvolta.

      Partire dall’osservazione del corpo è spesso il modo migliore per portare alla consapevolezza stati d’animo e pensieri.

      Grazie.

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