Quando le religioni diventano diaboliche
La domanda:
“Ciao. C’è un teologo che dice che il buddhismo è satanico, pericoloso e distruttivo, e che solo il cattolicesimo salva. Puoi fargli un video di risposta, per favore?”
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Io la risposta non la do a questa persona, che ha tutto il diritto di dire, di credere e di fare tutto quello che ritiene più opportuno e più saggio.
Evidentemente lui è convinto che il buddhismo è satanico, e non mi interessa cambiare la sua visione.
Io non credo assolutamente che il buddhismo sia satanico, come non credo lo sia il cattolicesimo.
Ricordo che demonio significa “colui che divide”.
Quando noi ci appelliamo alle parole e cerchiamo le definizioni, cercando di descrivere qualcosa che è indescrivibile con le parole, con le parole non ci si intende.
Con le parole si conosce; tant’è che Satana è colui che ci da la luce, Lucifero, e che ci permette di conoscere.
Quando noi segmentiamo ecco che conosciamo il piccolo, ma ci perdiamo l’Uno: ci perdiamo l’insieme, ci perdiamo l’universo.
Se vogliamo veramente “conoscere”, dobbiamo unificare.
Un conto è la conoscenza, frammentare, e un conto è l’esperienza dell’Uno: l’esperienza di ciò che unisce.
L’amore unisce, e tutte le religioni parlano di amore.
Ci sono due strade in tutte le religioni, buddhismo e cattolicesimo inclusi, ci sono l’approccio teorico – in cui si bada alle virgole, ai puntini, e alle descrizioni: alle formule – e l’approccio mistico – che vuole che tu faccia esperienza in prima persona.
Dal mio punto di vista è stato molto utile il buddhismo, mi è servito anche per capire alcuni aspetti del cattolicesimo che mi sfuggivano; quindi, paradossalmente, il buddhismo a me personalmente è stato molto utile per capire la mia religione di origine.
Quindi ecco che le cose si integrano, tutto va verso la direzione del comprendere fino in fondo qualche cosa.
Il buddhismo a me piace perché aiuta molto a fare esperienza.
Buddha diceva che, se lui puntava il dito alla luna, di guardare alla luna e di non attaccarsi al dito.
Che cos’è “il dito”?
Il dito spesso è la definizione, ciò che ti dice che la luna è fatta in un certo modo; però il dito è quello che serve per alzare gli occhi, e guardarla in prima persona la luna.
Se ci attacchiamo al dito, ecco che litighiamo, ecco che le definizioni ci separano.
Io conosco tanti preti, e ne ho conosciuto diversi – parlo di preti cattolici – che suggeriscono la meditazione, parlano bene del buddhismo, o anche di altre religioni, ma senza perdere di vista quello che è il loro orientamento religioso.
E questo è un approccio che a me piace tanto.
Ed ecco perché io stesso non voglio fare un video contro qualcuno che parla male del buddhismo, perché sarebbe a mia volta dividere.
Non intendo assolutamente dividere, preferisco unire, vedere i punti in comune.
Questo ci permette di comprendere meglio: comprendere meglio gli altri, il diverso.
Solo se vediamo nel diverso un elemento nostro, capiamo; capiamo, per esempio, cosa spinge un assassino ad assassinare, o cosa spinge qualcuno a metterci uno contro l’altro.
Io sono sicuro che quando andiamo a vedere le ragioni dell’uno e dell’altro – prendendo le distanze: un assassino ha comunque ucciso, non va difeso oltremodo, il gesto rimane – possiamo comprendere, possiamo renderci conto di quali sono state le ragioni umane che hanno condotto a fare un gesto del genere.
E questo ci permette di essere clementi.
E quindi, quando noi giudichiamo, cerchiamo di farci un’idea a 360 gradi di che cosa succede dall’altra parte.
Quindi non intendo fare un messaggio rivolto a qualcuno che, in cuor suo, riteneva utile dire che il buddhismo è satanico; perché trovo satanico l’esasperare questa contrapposizione, trovo che sia diabolico cercare di dividere le posizioni.
Quando invece ci sono tantissime persone, cattoliche, buddhiste, e di tutte le altre religioni, che invece cercano di fare un lavoro di convergenza.
Padre Panikkar, Padre Anthony De Mello, quel Padre della Sardegna (Padre Piras) che ha lasciato il corpo da poco; ho conosciuto dei preti esperti di Buddhismo, ne ho conosciuto uno in particolare – esperto di buddhismo tibetano – che favorisce ai suoi parrocchiani la meditazione.
E questo, ripeto, senza mai “tradire”: non è un tradire il cattolicesimo, quando si fa del bene si è in linea, quando si cerca l’amore si è in linea.
Nello stesso cattolicesimo ci sono delle forme meditative, la stessa recitazione del rosario lo è, e quindi perché dividere?
Non ne vedo il senso.
A ciascuno la propria capacità di indagare, di vedere e di scoprire: massima libertà e massimo rispetto per ogni posizione, anche divergente.
Non è assolutamente mia intenzione, nel dire la mia, di ostacolare il lavoro di qualcun altro.
Ottima risposta …..grazie …io dopo tanti anni di cattolicesimo vissuto con grande devozione e coerenza per una serie di situazioni mi sono sentita tradita da una regione che ho trovato falsa …non per questo mi rivolgerò ad altre religioni
Grazie Marina della tua testimonianza. Credo che la fede, benchè orientata culturalmente, sia in fine una esperienza molto intima.
Volevo sapere quali sono le ragioni della diabolicità del Buddismo per il teologo e in quale modo il Buddismo
consente di comprendere meglio il Cristianesimo.Non è mia intenzione nè giudicare nè discutere polemicamente ma solo comprendere.
Grazie molte.
Massimiliano.
ciao Massimiliano ovviamente non posso rispondere per qualcun’altro.
Per quanto mi riguarda potrei stare ore e ore a spiegare cosa ho realizzato col Buddhismo che non mi era chiaro col Cristianesimo.
A cominciare dal ruolo del “demonio”. Non riuscivo a concepire che un Dio potesse avere generato il “male” e quando chiedevo ai miei preti di riferimento (non sono capitato molto bene evidentemente), mi parlavano di inferno Dantesco e tremendo.. ma in fine non riuscivano a chiarire. Era una cosa che davano per assodata, un “dato di fatto” da aggiungere ai molti atti di fede altrimenti incomprensibili.
Beh col buddismo mi è stato molto più chiaro. Anzi prima facevo fatica a credere nell’esistenza del demonio, ma poi, sono riuscito a vederne la natura diciamo “simbolica” di un fenomeno (di separazione dall’Amore) che effettivamente possiamo sperimentare in modo molto tangibile (tanto da vederlo molto più concreto e non così solo “simbolico”).
Studiare la “ruota dell’esistenza” mi ha fatto capire meglio il quadro di insieme. Uno sguardo di insieme che trova corrispondenza sia nella vita che negli insegnamenti di Gesù Cristo e persino nella Bibbia (la cacciata dal paradiso, il figliol prodigo, raccontano tutti di questa illusoria separazione che però permette la conoscenza nel mondo materiale e l’esistenza per come la sperimentiamo comunnemente). Ora non posso entrare nei dettagli ci vorrebbero delle ore di spiegazione. Ma ti ho dato un indirizzo..
Grazie.Direi che sono tematiche molto complesse…meditando si comprende gradatamente che i conflitti nascono dalla mente che separa e giudica come in ciò che hai citato:bene/male,Inferno/Paradiso,eccetera. Nel buddismo bene/male e loro rappresentazioni, essenzialmente,sono costrutti parziali e provvisori sottoposti alla legge dell’impermanenza ossia non esistono oggettivamente.Correggimi se sbaglio.
si è proprio così tutto ciò che conosciamo da una dimensione duale (e quella terrena, paradisiaca e infernale lo sono) è sotto la morsa del “Signore del Tempo” o “Signore della Morte” il cui gioco è tuttavia illusorio, infatti, il suo lavoro è di separare e creare divisione e dualità in un sistema che è e rimane non duale.