gentilezza amorevole, compassione e il Buddha del futuro

Tratto dal corso di buddismo “Semplicemente Buddismo

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gentilezza amorevole, compassione e il Buddha del futuro

Un aspetto fondamentale del buddismo è l’amore, la gentilezza amorevole, l’apertura del cuore. C’è una parola in pali che descrive proprio questa attitudine ed è: metta.

Quando auguriamo a qualcuno con tutto il cuore ogni bene e gioia stiamo alimentando questa gentilezza amorevole, stiamo praticando metta.

Hai notato che una cosa che hanno in comune molti che hanno aggiunto il buddismo nella loro vita che sono più sereni e spesso gentili?

Il Dalai Lama in estrema sintesi dice: “la mia religione è la gentilezza”.

C’è anche una forma meditativa chiamata pratica di metta ( https://comemeditare.it/metta ) in cui si esercita questa leggerezza del cuore (una delle due meditazioni in allegato al libro è proprio una pratica di metta).

Come funziona questa pratica? Si tratta di mandare gioia e pensieri positivi a tutti gli esseri. E quando dico tutti intendo proprio tutti. Anche chi non ti è caro o addirittura ti sta antipatico: non è così facile come possa sembrare, ma è molto molto utile.

Questa pratica (insieme ad altre di cui ti parlo tra pochissimo) mi ha sostenuto molto ad esempio mentre mi stavo separando dalla madre di mio figlio.

Laddove prima c’era rancore, attrito, desiderio di rivalsa, piano piano, coi mesi, è tornata serenità.

Adesso usciamo in 5: io, la mia attuale compagna, la madre di mio figlio, il suo compagno e mio figlio che è ben felice di avere tutti questi adulti che lo amano serenamente.

Ovviamente questo è potuto succedere grazie alla saggezza di tutti, non solo alla mia, ma a me metta è servita molto per rispondere con gentilezza e comprensione a certe provocazioni piuttosto che alimentarle ulteriormente: cosa che altrimenti quasi certamente avrei fatto.

Nutrire l’amorevolezza e la gentilezza nei confronti di tutti è un invito insito in tutte le religioni che conosco: Gesù invitava ad amare i nemici e a pregare per i propri persecutori.

Buddha diceva che ci sono 4 pratiche chiamate Brahmavihara ovvero “dimore sublimi”, che se praticate favoriscono il risveglio di primo livello.

Tra queste due direi sono fondamentali nel pensiero buddista: la gentilezza amorevole (metta) e la Compassione (karuna), (le altre due sono l’equanimità upekkha e la gioia simpatetica mudita trovi un mio corso su queste 4 dimore sublimi su www.comemeditare.it/corsi ).

La compassione nelle tradizioni Mahayana è fondamentale.

La compassione, nelle varie sue forme viene anche personificata da figure come Avalokitesvara (in sanscrito) Chenrezig (in tibetano) anche nella sua emanazione femminile rappresentata da Tara o Guanyin: colei che sostiene il cammino verso la luce eliminando residui karmici e schemi che ci impediscono di illuminarci, ovvero diviene la madre di tutti i Buddha, la madre di tutti gli esseri illuminati.

Gentilezza Amorevole e Compassione sono quindi strumenti fondamentali nel buddismo sin dai suoi albori ma diviene centrale nell’approccio Mahayana.

In cosa consiste la compassione? Consiste nel prendere contatto con la sofferenza degli altri e rivolgere tanta metta, ovvero tanta gentilezza amorevole, a sostegno degli altri.

Non a caso nella tradizione mahayana la spinta a cercare la realizzazione e il risveglio non è per proprio beneficio personale ma a beneficio di tutti gli esseri.

L’amorevolezza ha una qualità universale, non solo è diffusa ovunque (tutti abbiamo la capacità di amare) ma sa accogliere ogni cosa: accogliendo tutto diviene “Uno”, come l’oceano che non rifiuta nessun fiume e tutto accoglie.

Buddha dice di amare ogni essere come la madre farebbe con il suo unico figlio.

Possiamo non approvare un comportamento un capriccio di nostro figlio, ma non smetteremmo mai di amarlo e di accoglierlo nella nostra vita. Così possiamo non approvare certi comportamenti e certi misfatti umani, animali, ma questo non ci impedisce di potere amare ogni essere sensiente (umano, animale e spirituale).

Buddha ha poi pronosticato l’arrivo in futuro di un Buddha: il più potente di tutti i Buddha colui che con amore e compassione riuscirà a convertire ogni essere all’amore e liberare così ogni essere dalla sofferenza. A questo Buddha del futuro viene dato il nome di Maitreya in sanscrito e Metteya in pali (da metta appunto).

Il Buddha Maitreya viene spesso raffigurato seduto all’occidentale pronto ad alzarsi che ben simboleggia il suo potenziale arrivo e la spinta verso il bene altrui.

 

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