“Il Potere delle Sensazioni: Come i Nostri Pensieri Plasmano la Nostra Realtà”

ovvero:

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oppure continua a leggerne la trascrizione sotto:

La riflessione nasce da questa domanda:

In una lezione nel Come Meditare Coaching, hai detto più o meno questo concetto: ogni cosa che è nell’intelletto passa sempre prima per i sensi. [Non è esattamente quello che ho detto, ma ha il suo perché.] Quello che a me sembra che capiti anche il contrario, e cioè che il pensiero genera risposte sensoriali. [Esatto. È vero, sotto forma di emozioni o sensazioni corporee.] Puoi spiegarmi meglio il concetto?

Il Concetto del Sè nel Buddismo

Sì, è un processo che viene spiegato molto bene anche nel Buddismo. Da un punto di vista del Buddismo, quello che noi percepiamo come un Sé, come io, come Claudio, non esiste in senso assoluto. Esiste in relazione agli altri, all’ambiente, ai fenomeni, in relazione a tante cose, ma soprattutto si costituisce attraverso l’aggregazione, la messa insieme di cinque elementi chiamati appunto: cinque aggregati. Uno è il corpo. Mh, uno è il corpo, gli altri quattro sono aspetti sottili, sono aspetti della mente. Vediamoli assieme.

Capire i 5 aggregati psicofisici con l’esempio della Penna

il-cammino-della-coscienzaMh, facciamo un esempio per capirci meglio: il mio occhio vede una penna. La penna e l’occhio sono aspetti fisici, sono corporei, esistono fisicamente.

Nel momento esatto in cui il corpo della penna entra in contatto con la vista – attraverso la vista entra in contatto col mio occhio fisico- succedono una serie di cose.

Due in particolare succedono subito, ce ne accorgiamo subito: una è riconosco che è una penna. Che cos’è questa penna?

Riconoscerla come una penna è un’idea preconcetta che esisteva già dentro la mia mente. Non potrei riconoscere che è una penna se non avessi già conosciuto altre penne. Avrei dovuto indagare e capire che cos’è, invece.

Come vedo una penna subito, scatta in me un’idea. Attenzione, questa idea è del passato. È un’idea astratta e non è un’idea legata strettamente a questa penna, a questa nuova esperienza. È un’idea astratta preconcetta, legata al passato dentro di me. Chiamiamolo: preconcetto.

Il Processo di Percezione

Però, questa, ho saltato un passaggio. L’ho saltato deliberatamente perché ti ho detto che sono vicini. Due, ma prima ancora che la mia parte cognitiva mi dice mi suggerisce che è una penna.

Subito, subito mi accorgo che questa penna, se è piacevole, succederanno delle cose. Se è piacevole, ne succederanno altre. Se è una sensazione neutra, ancora altre. Quindi, quello che succede subito è che io ho una reazione, un meccanismo di nasce in me una sensazione che sia piacevole che sia spiacevole o che sia neutra.

L’Aggregazione degli Elementi

Quindi, oggetto fisico, sensazione e preconcetto, e sono già tre aggregati. Torniamo alla sensazione. Supponiamo nel nostro esempio che questa penna mi piaccia. Quindi, la sensazione che avrò dentro di me è piacevole.

Questo innesca dei meccanismi automatici karmici meccanici: se è piacevole io vorrò andare ad afferrare quella penna la vorrò fare mia; se sto meditando vorrò smettere c’avrò una tentazione di alzarmi ed andare dalla penna, ad esempi,o e questi sono dei processi karmici che è il quarto aggregato.

Il Ruolo della Coscienza

L’ultimo aggregato è la coscienza. Cioè, questo modo, modus operandi, questi quattro elementi messi insieme creano e viziano un modo di essere che è la mia coscienza. Creano e viziano anche le mie esperienze successive, i miei preconcetti, le mie etichette preesistenti che vieran quindi anche il corpo che andrò a fare n una prossima vita eccetera eccetera.

I 5 Aggregati psicofisici in sintesi

Ricapitolando ecco i 5 aggregati psicofisici elencati “a parole mie”: i buddhisti usano parole diverse, chiedo perdono ai puristi della mia esemplificazione ma aiuta a chiarire la dinamica: che è quello che ci interessa:

  1. il corpo che i buddhisti chiamano più correttamente: Forma
  2. le Sensazioni: ovvero “mi piace, non mi piace, mi è indifferente”
  3. le etichette o Preconcetti che i buddhisti chiamano Percezioni o interpretazioni mentali
  4. i Processi karmici ovvero quelli schemi di pensiero e comportamenti chiamati anche formazioni mentali
  5. la Coscienza derivante da tutto ciò

La Ruota delle Esistenze

Poi la studierai perché sei nel come meditare coaching e c’è una o più lezioni sulla ruota dell’esistenza, e vedrai che ci sono 12 anelli di coproduzione condizionata che spiegano come noi proprio attraverso questi meccanismi ci riagganciamo a una prossima esistenza partendo proprio da una coscienza che si è formata nell’ignoranza e che tende a voler reiterare a continuare a fare un processo.. e nel processo c’è proprio questo: Ci sono i sensi che producono sensazioni.

I sensi non sono cinque da un punto di vista buddista, sono sei perché il sesto senso è il pensiero. Quindi hai ragione il pensiero produce sensazioni anche un pensiero produce sensazioni piacevoli spiacevole e neutre.

In Sintesi

Quindi, spero di aver fatto chiarezza su come, da una parte,  tutto è nell’intelletto e tutto passa anche attraverso le sensazioni.

La coscienza nasce da una errata, o meglio limitata, percezione della Realtà, filtrata dai sensi; ma poi, una volta formatasi, tende a viziare le esperienze successive. Una coscienza che ci spinge ad avere schemi di pensiero che tendono a ripetersi, producono -in effetti- a loro volta sensazioni.

 

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questo video è stato estrapolato da una sessione del Come Meditare Coaching qui trovi maggiori informazioni su questo servizio di sostegno nel tempo: http://www.comemeditarecoaching.it

 

 

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