Meditare Con Le Pietre
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Per il meditare con le pietre si possono intendere diverse cose: si può intendere la cristalloterapia, cioè il meditare utilizzando i cristalli; oppure il meditare impilando le pietre, una tipica forma di meditazione dello zen in cui si mettono le pietre una sopra l’altra:
è un’ottima forma di meditazione, richiede una certa dose di concentrazione e ricorda altre pratiche svolte dai giapponesi, come l’Ikebana, il tiro con l’arco o certi tipi di combattimento, che possono venire utilizzate come mezzo per meditare.
In quanto se noi impiliamo delle pietre e cerchiamo di mantenerle in equilibrio, anche noi dobbiamo avere un equilibrio; oltre al fatto importantissimo che essendo focalizzato in questa attività fisica non sono intrappolato nel loop dei pensieri, spesso si crea proprio una forma di disidentificazione tra soggetto e oggetto:
detta così sembra una cosa complicatissima, ma in altre parole significa che quando io devo impilare una pietra sopra l’altra devo fare in modo che stiano in equilibrio tra di loro ma, se io sono agitato e non sono in equilibrio, ecco che nemmeno la pietra sarà in equilibrio e cadrà, ecco quindi che io (il soggetto) e la pietra (l’oggetto) dobbiamo trovare un nostro equilibrio.
Da un punto di vista Zen si potrebbe anche aggiungere che tu e il tuo oggetto siete in realtà la stessa cosa ma qui si entrerebbe in ambiti un tantino più complessi, ma anche restando più terra terra il dire che tu e la pietra siete calmi presuppone una certa dose di identificazione (e poi già il fatto di impilare le pietre è già una buona tecnica di focalizzazione e di concentrazione e quindi, in qualche modo, abbiamo un certo livello di meditazione).
C’è un mio amico, bravissimo, che non usa dei sassi ma delle pietre vere e proprie, e che le impila una sopra l’altra dalla più grande alla più piccola e poi fa anche di più: ci mette anche delle pietre più grandi sopra, e in tal modo la pila si allarga; non usa le pietre tipiche dello Zen, che poi sono sassi da fiume, ma proprio delle pietre che poi incastra facendo delle composizioni stranissime: delle specie di statue, delle forme artistiche molto particolari che stanno nel suo giardino.
Continuando il discorso, esiste poi anche una coppia di pietre fatte apposta per la meditazione (sono delle pietre marroncine: una è tutta tonda, l’altra ha una striscetta, e si dice che una è maschio e una è femmina) e che si tengono una in una mano e una nell’altra e si medita in questo modo; io avrò fatto questa meditazione credo una volta, solo per curiosità e per sperimentare (e poi per condividere qualcosa che ho sperimentato direttamente).
Per quanto riguarda l’uso dei cristalli, io personalmente ho dei cristalli: per esempio un’ametista e altre pietre che conciliano lo stato meditativo; tuttavia, ed è questa solo una mia posizione personale, non faccio affidamento su queste cose: non amo delegare all’esterno quello che è un lavoro interiore;
credo che la meditazione richieda un’attitudine a imparare a stare con le cose così come sono, e questo vale soprattutto per la meditazione Vipassana che ci invita proprio a sviluppare quest’attitudine.
Io invito a stare con quello che c’è, qualunque cosa ci sia.
È bello poter creare delle cornici dentro casa: un altarino, accendere l’incenso o una candela, mettere dei cristalli:
può essere una cosa bella da fare; tuttavia io sconsiglio di attaccarsi a queste cose perchè altrimenti, questa cornice alla meditazione che può anche renderla sacra, rischia di diventare un’abitudine senza la quale smettiamo di meditare.
Ed è quanto di può sbagliato possiamo fare.
È bello creare un’abitudine, un contesto, una sacralità; io stesso medito davanti a un’immagine molto evocativa (è un dipinto che raffigura la ruota della vita) o davanti a una finestra con una vista bellissima sul mare: anche io ho i miei posti preferiti, ma questo non mi impedisce di meditare in autobus o da qualunque altra parte.
Attenzione quindi a non usare le pietre come una delega a qualcosa di esterno per un lavoro che dovrebbe essere un qualcosa di interiore.
Comunque i cristalli ci sono, e possono favorirci; ciascuno di loro a delle proprie capacità.
Io non sono un grande esperto di cristalli, anche se ne ho (mio figlio è un appassionato, siamo andati a comprarli e me li sono comprati anch’io), alcuni sono molto belli da tenere, hanno una loro propria energia; ti rimando quindi a dei siti che hanno una maggiore esperienza rispetto ai cristalli.
Quindi impila pure le pietre, può essere molto divertente da fare; e usa pure i cristalli, ma non attaccarti a queste cose, non farti limitare: non è che se non c’è quel cristallo non puoi meditare, è un pò questo il rischio che vorrei scongiurare.
Usa pure le pietre quindi, ma non fissarti troppo su questo tipo di pratica: apriamoci, diamoci più possibilità e facciamo esperienza, ma non limitiamoci (questo è quello che dico a me stesso e che riporto anche a te).
Già che ci sono, ti ricordo che Thich Nhat Hanh ha fatto una bellissima meditazione sui sassolini (è un pò fuori tema ma visto che parliamo di meditazione con le pietre un pò ci rientra) ed è una pratica molto carina.
Dico carina perchè è simpatica da fare (va bene anche per i bambini) ma è una meditazione potente: ogni sassolino rappresenta una qualità, tra cui per esempio “la freschezza del fiore”, che ha una bellissima simbologia come ce l’hanno pure la stabilità e le altre (è inutile che ti anticipo troppo perchè ti porterei fuori tema, ma ti lascio il link di questa bellissima meditazione): clicca qui per la meditazione dei sassolini