Quando perdi la posizione in meditazione
La domanda è questa:
“Durante la meditazione formale, mi capita spesso di perdere la posizione: rilassandomi, la spina dorsale si curva lentamente. In questo caso, è corretto riprendere la posizione eretta o è meglio stare così?”
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o continua a leggerne la trascrizione sotto:
Personalmente, quando ti accorgi che la posizione si è modificata così tanto, io consiglio di fare un check: spesso puoi notare che, insieme alla tua posizione, è cambiato anche il tuo livello di attenzione, e puoi notare che ti eri distratto.
Le due cose si accompagnano, al punto che in alcune tradizioni, come lo Zazen, la stessa posizione diventa un punto centrale della meditazione – un po’ come lo è il respiro nella meditazione che tendo a suggerire io – e quindi cambiare posizione è il segnale che ti stai abbandonando, non solo fisicamente ma anche mentalmente.
Spesso, nei centri dove si pratica lo Zazen, c’è un incaricato che va in giro con un bastone e, quando si accorge che la tua posizione è un po’ troppo abbandonata, ti avvisa dandoti un colpetto di bastone tra capo e collo; e tu lo ringrazi pure, dopo che ti ha bastonato (ovviamente lo fa dietro tua indicazione, ma lo trovo comunque divertente).
Quindi, dopo essere stato avvertito in questo modo, ripristini la posizione e torni a favorire la centratura.
Questo per quanto riguarda lo Zazen, ma anche nel nostro caso possiamo accorgerci di come la posizione non ci stia aiutando a focalizzarci, e quindi non c’è niente di male a farci un bel check per rendercene conto.
Io personalmente faccio questo: mi ritiro su, e poi mi inclino un pochino in avanti e indietro fino a ritrovare una nuova centratura; questo favorisce e rinnova il mio impegno a meditare, rinnovando anche la mia energia e la mia qualità di attenzione, e quindi anche la mia mente beneficia del rinnovo delle mie intenzioni ottenuto ricalibrando la posizione.
Quindi, non c’è nulla di sbagliato nel voler correggere la posizione – anzi, lo suggerisco – ma non c’è nemmeno nulla di sbagliato – almeno nel nostro caso, che non facciamo Zazen – nel voler rimanere, almeno un pochino, in quella posizione.
Quello che tendiamo a fare in meditazione è di non essere reattivi, ovvero di non essere meccanici nei nostri movimenti; per cui un pensiero veloce mi ha detto: “Non va bene quella posizione”, e io la cambio subito, senza essere presente e consapevole a me stesso riguardo il fatto che la sto cambiando.
Questo sarebbe un peccato; e allora è meglio rimanere come sei, e starci.
Notare davvero che se sei tutto curvo tendi ad assopirti, e quindi renderti realmente conto di quanto quella posizione tenda, effettivamente, a farti perdere la presenza; non prendendo quindi alla lettera questa cosa semplicemente perché te la sto dicendo io, va sperimentata nel qui e ora.
Perciò, per sperimentarla, invece di affrettarsi a cambiare la posizione, ci si può stare un pochino e notare che influenza ha su di noi.
Notare se la mente era presente, nonostante tutto, e quanto invece tendeva a distrarsi; e, a quel punto, decidere con consapevolezza di cambiarla e fare quanto ti dicevo prima: raddrizzare la schiena, andare un pochino in avanti e un pochino all’indietro fino a ritrovare una nuova centratura, e notare la differenza.
Mentre fai tutto ciò, lo fai con attenzione e con consapevolezza, e questo è un ottimo modo per procedere.
video tratto dal Come Meditare Coaching