Come liberare la mente

Questa è una domanda ricevuta nel Come Meditare Coaching che ho pensato di condividere anche con te:

“Ciao Claudio, ho la mente sempre piena di pensieri, specie in questo periodo (e lo credo bene n.d. Claudio); come si fa a liberare la mente?”.

Leggi la risposta o vai al video cliccando qui

come svuotare la menteÈ vero, la mente tende a riempirsi di pensieri.

Molti pensano che noi dobbiamo “svuotare la mente” e, in effetti, il processo di liberazione della mente produce come effetto il suo svuotamento.

Però se tu cerchi di svuotarla, non ci riuscirai.

Se io ti dico di non pensare, infatti, non ci riuscirai mentre, probabilmente, se ti dicessi “pensa” allora ci riusciresti: esattamente il contrario, insomma; in questo caso magari ti chiederesti: “Ma a cosa devo pensare”, e non ti verrebbe in mente nulla.

Non riuscire a pensare è veramente difficile.

Ci possono essere durante la giornata dei momenti vuoto, in cui siamo in uno stato di totale assorbimento mentale, ma non ce ne accorgiamo (e tanto, prima o poi, si riempiranno di nuovo).

La nostra mente tende automaticamente a produrre dei pensieri.

Quindi non è facile, ma è possibile.

E come si fa allora a liberare la mente?

La si usa proattivamente.

Cosa vuol dire questo?

Si dice che i pensieri siano dei pessimi padroni, ma degli ottimi servitori; quindi noi il pensiero lo possiamo usare, e quando lo usiamo in maniera proattiva non c’è più spazio per i pensieri meccanici, ovvero quello reattivi.

Questi ultimi sono quelli che ci vedono passivi, e che spadroneggiano nel campo della nostra esperienze quotidiana: noi passiamo gran parte della giornata in balia di pensieri che non hanno nulla a che fare con la nostra vita nel qui e ora.

La nostra vita è nel qui e ora, e noi la perdiamo immersi in mille pensieri; pensieri che ci fanno stare nel futuro, nel passato, ma non nel qui e ora.

E quindi come fare?

Orientando.

Orientando la nostra capacità cognitiva, il nostro pensare, verso un oggetto che ci calma (almeno nella prima fase).

Di meditazioni ce ne sono di vari tipi; quella che calma la mente ha bisogno di un oggetto da contemplare, di porre l’attenzione su qualcosa e di focalizzarsi in esso: la nostra attenzione è il soggetto mentre l’oggetto è dove noi poniamo la nostra attenzione.

Il più delle volte l’oggetto è il respiro.

Di oggetti possiamo utilizzarne anche altri, ma il respiro è particolarmente potente, ha una capacità di farci rilassare particolare, quindi è assolutamente consigliato.

Quindi, come liberare la mente?

Osserva il respiro: molto semplicemente potevo risponderti così.

Quindi osserva il respiro, se lo fai c’è poco spazio per i pensieri compulsivi; poi, certo, dopo un po’ la mente tenderà a liberarsi e, quando è libera, tenderà a farsi distrarre di nuovo.

E tu allora cosa fai?

Ritorni al respiro.

La meditazione – tutte le meditazioni oserei dire, per approssimazione – cominciano inevitabilmente con questo lavoro qua, con un lavoro di focalizzazione.

la concentrazione

Buddha – che ricordo, era un uomo e non un dio – chiamava questa tecnica “Samatha”, che nella lingua che parlava lui, il pali, significa “concentrazione”.

Ma non si tratta di una concentrazione faticosa, che richiede sforzo, ma di raccoglimento; l’impegno che viene richiesto non è quello di sforzarci di concentrarci, ma quello di ricordarci di non distrarci.

Quindi lo sforzo (se così lo vogliamo chiamare) è: “Mi sono distratto?”, “Sì, cavolo, son distratto”; e allora riporto l’attenzione al respiro.

È questo il tipo di “sforzo” (non si tratta quindi di: “Devo rimanere concentrato-devo rimanere concentrato-devo rimanere concentrato”; non è questo).

La concentrazione ce l’hai nella misura in cui, con leggerezza, ti ricordi di essere tu il protagonista dei tuoi pensieri, e di dirottare il tuo pensiero al respiro.

Svuotare la mente e non avere pensieri

Ora tu mi potresti dire: “Ho sentito delle persone che dicono che in meditazione non ci sono pensieri”.

L’effetto, alla fine è quello, quindi capisco chi dice queste parole.

Ma, il problema, è che usando queste parole finisci per cadere in inganno: perché i pensieri ci sono.

Se lo vivi come un lavoro, e ti chiedi: “Che cosa devo fare?”, vuol dire che sei nella dimensione del “fare”, e quindi sei nei pensieri, perché appunto stai pensando: “Cosa devo fare?”.

E allora quando ti chiedi cosa devi fare, usa il pensiero, e lo orienti al respiro.

Cosa succede poi?

Che quando stai col respiro, e sei un tutt’uno con l’esperienza del respirare, la mente si svuota; non stai più facendo niente, se non Essere.

Sei nell’Essere.

Sei un tutt’uno con quello che sta succedendo in te nel qui e ora, e quindi non c’è più spazio per il fare, non c’è più spazio per i pensieri: c’è solo spazio per l’essere.

Non c’è più fare, c’è essere.

E la mente è libera.

Ma quando tu ti chiedi: “Come faccio a liberare la mente?” e cioè: “Cosa fare?”, sei di nuovo nel fare.

E quindi… cosa fare?

Usi la tua volontà di fare, nel fare qualcosa: nel porre l’attenzione al respiro.

Ed è questo “inganno” della mente che ti permette di liberarla.

Detta così può sembrare semplice, e in realtà lo è.

Lo è perché è un attimo ricordarsi di porre l’attenzione al respiro, esattamente come è un attimo distrarsi.

Può succedere che tu mi dica: “Eh, mi io mi distraggo in continuazione”.

Ve benissimo, l’importante è che tu ti accorgi che ti sei distratto; il problema è quando tu ti distrai e ti lasci distrarre.

Ma quando tu ti accorgi che ti sei distratto, in quel preciso momento in cui te ne sei accorto hai la possibilità di ritornare di nuovo al respiro, e di liberare di nuovo la mente.

Noi meditiamo per allenarci a fare questo.

Se tu attacchi al risultato, più che all’esperienza, finisci di nuovo per stare in balìa dei pensieri; pensieri del tipo: “La meditazione deve andare come dico io”, “Mi aspetto questo”.

Cos’è una aspettativa?

È un’idea preconcetta del passato, che proietti nel futuro: non è il presente; se nel presente c’è distrazione, io sto con quello che c’è, e mi focalizzo cercando di riguadagnare il momento presente.

Il respiro è nel qui e ora, l’esperienza del respirare io la posso percepire – è una esperienza sempre unica nel qui e ora, ogni inspirazione e ogni espirazione è sempre unica e irripetibile – e io ci sto, e quando sto col respiro io ritrovo l’adesso.

E smetto di dar retta a tutti questi pensieri che creano aspettative: “Devo liberare la mente”, “La mente libera deve essere fatta in un certo modo”; sono tutti pensieri, lasciali andare: non ne hai bisogno.

Sono pensieri subdoli, quelli che ti ingannano, che tendi a non riconoscere.

Però, ripeto, quando ti accorgi che stavi pensando è un bel momento, perché hai di nuovo l’occasione di ritornare al respiro.

Ed ecco che, ancora una volta, torno all’essenza della domanda: “Come fare a liberare la mente?”

Usa il respiro, e così si libera la mente.

Guarda il Video – Come liberare la mente

pezzo “rubato” al come meditare coaching, se vuoi saperne di più clicca qui: www.comemeditarecoaching.it

 

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