Tecniche di meditazione - come meditare - Woman Sitting Doing Exercise by AmbroTecniche di Meditazione

Come meditare usando le tecniche migliori

La tecnica giusta al momento giusto…

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Vediamo ora come orientarsi nella giungla delle meditazioni

 Sulla meditazione se ne sentono di tutti i colori… A esempio:

La meditazione è usare droghe?
Meditare è una tecnica di rilassamento?
Come meditare col respiro?
M
editare con le musiche?
La tecnica di meditazione con la candela?
Come meditare con i mandala (ma che è poi un mandala?)
L
e tecniche di visualizzazione sono meditazioni?
I chakra, gli angeli?

 Ce ne sono talmente tante di tecniche di meditazione o presunte tali che è venuto il momento di fare un poco di ordine… Facciamolo assieme.

 Cominciamo dalla parola: “meditazione”, che sembra suggerire una riflessione, un pensiero o una concentrazione sul pensiero.

Ecco non è così: la meditazione è una tecnica di consapevolezza.

 O meglio è una tecnica per allenarci alla consapevolezza visto che la tecnica di meditazione vera e propria dovrebbe essere la nostra stessa vita….

 Potremmo dire di vivere veramente solo se vivessimo in consapevolezza. Invece spesso ci “lasciamo vivere” sopraffatti dagli eventi e dai pensieri.

Tu sai esattamente cosa stai facendo e provando? In ogni istante? Io non ci riesco: per questo mi alleno.

Vorrei essere più consapevole e vivere con maggiore presenza mentale quanti più attimi della mia vita.

 Mi piace sempre tanto quella citazione: “La vita è quella cosa che ci capita mentre stiamo inseguendo tutt’altri progetti(ma poi chi lo ha detto? Credo Anthony de Mello citando Woody Allen)

la vera meditazione

 Quindi la vera meditazione è: una tecnica di consapevolezza.

 Fin qui tutto chiaro, vero? Ok, benissimo.

 Cosa non è consapevolezza? ad esempio: Una etichetta appiccicata frettolosamente.

 Ho appiccicato una etichetta? Non sono più consapevole di cosa sto facendo o provando visto che ho subito catalogato l’esperienza e l’ho inserita in uno scaffale…

Quando giudico o metto una etichetta ad un fenomeno ho smesso di comprenderlo o viverlo per quello che è.

 Ti è mai capitato di dovere catalogare della musica o dei film o dei libri? Avrai notato che quando cominci ad usare le etichette, prima o poi ti capita quella musica (o film o libro) in cui è difficile metterlo solo in uno scaffale…

 Ad esempio…. mmm… vediamo… ecco: la biografia di Madre Teresa di Calcutta potrebbe finire per essere etichettata come “biografia” e finire accanto a “vita di Lady Diana” o “La vita intensa di una pornostar” oppure potrebbe finire in un altro scaffale con libri sulla spiritualità…

 Che differenza vero? Magari la biografia è fatta sotto forma di romanzo e potrebbe finire anche nello scaffale dei romanzi. (ne parlo anche in questo articolo di feliceadesso.com che ti consiglio:  Perché i “perché” non aiutano a capire perché clicca qui)

 La comprensione profonda delle cose non è fatta da etichette… L’unica è viverci la vita evitando di etichettarla, o almeno cercando di farci influenzare il minimo possibile dai giudizi…

 Cosa altro non è la consapevolezza?

 Non è volere cambiare lo stato delle cose. Sei consapevole solo dello stato delle cose per quello che sono realmente, non per quello che vorresti che fossero.

 Supponiamo che sei arrabbiato e vorresti non esserlo: lo sei ma potresti fare finta di non esserlo invece di ammettere consapevolmente di esserlo (come vedi alla fine di mezzo c’è sempre il giudizio: “non è bene essere arrabbiati)

 Certo possiamo cambiare lo stato delle cose in consapevolezza, ad esempio lavando un piatto e trasformandolo da sporco a pulito, ma è davvero molto difficile (per approssimazione direi che è impossibile) accorgerti che stai cambiando volontariamente uno stato d’animo senza avere consapevolizzato prima lo stesso stato d’animo …

 E poi con gli stati d’animo è facile prendersi in giro (almeno lo è per me).

 Quindi anche cambiare lo stato delle cose non è una tecnica di meditazione

 È semplicemente un altra tecnica…

Il training autogeno

 Il training autogeno o la tecnica di rilassamento è molto diversa da una tecnica di meditazione anche se molto molto simili come evoluzione della esperienza (ti metti comodo, osservi il respiro, eccetera eccetera) ma cambia profondamente il suo scopo.

 Non è più una tecnica fatta per sviluppare la consapevolezza ma una tecnica per rilassarsi.

 È vero: la tecnica di meditazione per eccellenza per lo più finisce per rilassarti! (sicuramente la vita del meditatore è più rilassata anche se immersi negli impegni, e spesso anche ogni singola sessione di meditazione potrebbe rilassare)

 Ma se è davvero una tecnica di meditazione e quindi di consapevolezza potrebbe alla fine fare emergere quanto sei nervosa/o. Altroché calmarti!!!…

 Adesso vediamo alcune delle tecniche di meditazione più diffuse ed altre facilmente confondibili con tecniche di meditazioni che però non lo sono.

 Intendiamoci quando dico che non sono tecniche meditative non intendo dire che non sono valide od utili! Io uso molte tecniche del genere proprio per raggiungere gli scopi che permettono di raggiungere.

 Il punto è fare chiarezza: medito come allenamento per lo sviluppo della consapevolezza o faccio una tecnica per ottenere qualcosa?

 Vediamone alcune tra le più diffuse:

 Ricapitolando le tecniche sono molte, spesso i confini tra l’una e l’altra sono labili persino questo mio modo di descriverli vuole essere solo uno stimolo alla riflessione piuttosto che una rigida etichettatura.

 Ma lo scopo di questo articolo è essere consapevoli di cosa vogliamo ottenere e scegliere la tecnica giusta senza confonderla con altro.

 Un conto è un allenamento alla consapevolezza un conto è volere raggiungere un obiettivo.

 Puoi focalizzarti meglio, prima di sederti e capire cosa vuoi ottenere, potrai così scegliere, evitando sconfinamenti inconsapevoli, di usare una tecnica piuttosto che un’ altra.

 Ovvero se vuoi solo rilassarti puoi usare una tecnica per rilassarti, mentre se vuoi sviluppare la consapevolezza (e magari perché no, anche rilassarti) puoi scegliere di meditare.

 Insomma fare un poco di chiarezza e scegliere, prima di usare una tecnica, di scegliere quella che meglio fa per te in quel preciso momento.

 Adesso come stai? Ti va di meditare?

 Vai: scarica gratis la meditazione qui sotto:

scarica la meditazione guidata

Image: freedigitalphotos.net / “Woman Sitting Doing Exercise” by Ambro

 

 

se vuoi tornare a delle semplici istruzioni per fare la meditazione clicca su: come meditare

 

4 risposte

  1. Da anni pratico la meditazione Vipassana come è insegnata da Goenka, basata sul Respiro, la Consapevolezza delle Sensazioni e l’Equanimità nell’accettarle con in più la comprensione che tutto cambia, tutto è in fase di trasformazione, nulla è fisso. Mi sembra che in ultima istanza anche Osho, con alcune delle sue tecniche, non fosse lontano da questi presupposti, anche se non sono del tutto concorde sul principio di assoluta libertà. L’uome se vuol vivere in contatto con la societas, deve pur avere dei principi, delle regole che si rifanno alla etica corrente. L’uomo deve essere e sentirsi libero dentro. Grazie per l’attenzione, con “Metta”, Maspera.

    1. Anch’io faccio Vipassana e quando la pratichi ti senti sicuramente meglio a volte ho assaporato l’equanimità ma appena ti allontani dalla meditazione ritorni come prima. Mi piacerebbe sapere se qualcuno ha raggiunto la luce nel terzo occhio durante la meditazione e quale.

      1. io posso parlare per me, ma purtroppo con le parole è difficile capirsi quando si tratta di descrivere una esperienza.

        Se come “luce nel terzo occhio” descrivi una esperienza di grande intuizione accompagnata da una sensazione riconducibile alla fronte appena sopra il naso in mezzo agli occhi come se partisse un raggio luminoso, credo sia una esperienza abbastanza comune e non sempre associata alla meditazione, anche se con la meditazione (anche la vipassana) si è più sensibili a percepirne la presenza.

        Personalmente sprono a fare la meditazione per sviluppare la consapevolezza e l’attenzione a tutti i fenomeni (compresi questi) piuttosto che a cercare di ottenere direttamente questi fenomeni.

        Mi piace stare con “ciò che c’è” anzichè cercare di ottenere qualcosa che ancora non c’è.

        Siamo già essere illuminati in potenziale, basta essere presenti e attenti per riscoprire questo enorme potenziale che è già in noi.

        Altre strade, comunque utili e perseguibili, hanno come effetto collaterale 8se si esagera) lo sviluppo di una posizione dualistica anzichè integrata con se stessi.

        Ma è un mio parere e vale per quello che è, non è “oro colato”, fai quello che senti giusto per te: dai retta al tuo cuore.

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