Un abbonato al Come Meditare Coaching domanda:
Allora, buonasera Claudio. Un saluto a tutti i partecipanti da Emiliano. Pratico la meditazione da poco tempo e, se ho capito bene anche da vari testi che mi è capitato di leggere recentemente, lo scopo principale della meditazione è il contatto diretto con la propria coscienza.
Se questo è giusto, mi chiedo: come avviene ciò, se comunque durante la pratica uso un pensiero discorsivo, per esempio nell’analizzare le sensazioni del corpo e del respiro? Non dovrebbe essere pura osservazione, senza nessun tipo di giudizio e commento mentale?
Grazie.
questo video è stato estrapolato da una sessione del Come Meditare Coaching qui trovi maggiori informazioni su questo servizio di sostegno nel tempo: http://www.comemeditarecoaching.it
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Come Meditare: il pensiero in meditazione
- Come Meditare: il pensiero in meditazione
- Se mentre medito penso al mio corpo sto pensando?
- Meditare usando il pensiero
- Meditare come se fosse uno sport estremo
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Allora, Emiliano già dimostra — mi piace molto l’osservazione di Emiliano perché, molto sottile, dimostra una certa attenzione.
L’uso del pensiero nella meditazione
Durante la pratica, lui dice: “Ma se io focalizzo l’attenzione sul respiro, sto usando il pensiero.” Ed è questo il punto.
Sì, sì, è vero, stai usando il pensiero, ma è quello lo scopo: che noi cerchiamo di non essere usati dal pensiero, cioè non è il pensiero che ci sovrasta, ma siamo noi a usarlo come strumento.
Come ti dicevo, tra l’altro, le tecniche meditative non sono delle tecniche per abolire il pensiero, anche se ogni tanto si arriva a questa percezione, si arriva a questo stato, ma la tecnica in sé funziona nell’orientare il pensiero, e quindi io lo oriento e lo uso strumentalmente per dirmi: come sto? Come sta il mio corpo? Come sta il mio respiro? Com’è questo mantra?
L’oggetto di osservazione nella pratica
Ovviamente, ci sono tanti oggetti di osservazione. Ok, meglio usarne uno all’inizio: normalmente il respiro è il più potente e lo suggerisco sempre.
Poi, nella vita sarà una volta, ancora una volta che ci siamo un attimo raccolti, quindi ci siamo centrati, ad esempio — come dicevo prima con Federica — e quindi non siamo in balia dei vari stimoli esterni come ad esempio: del bambino, della palla e della busta che contemporaneamente ci arrivano addosso.
Rischiamo di cadere, così come rischiamo di essere in preda ai pensieri; ci raccogliamo un attimo, ci centriamo, e quando siamo centrati osserviamo la palla, osserviamo la busta, osserviamo il bambino ed osserviamo i pensieri.
Cioè, tutte le cose che emergono diventano poi oggetto di osservazione. Quindi la ripasso: funziona così.
All’inizio uso un oggetto di concentrazione (ottimo il respiro), e poi dopo ampio la visione di tutte le cose che riesco a percepire. Ed è in questo senso che diventa una tecnica di visione profonda.
La centralità del soggetto nella meditazione
Ok, quindi ottimo per l’esperienza di Emiliano. Emiliano, mentre osservi il respiro, le sensazioni, e stai focalizzando il tuo pensiero su quello, sei tu il protagonista della tua vita, sei tu il protagonista del tuo pensiero, sei pienamente centrato.
L’esempio che dicevo prima: quando ti butti dal paracadute, e quando ti stai facendo free climbing, ti accorgi se il piede… Sei pienamente presente nell’esperienza che stai vivendo. Il piede è pienamente… Sai benissimo che tipo di presa ha sulla roccia, che tipo di presa ha la mano. Sei pienamente corpo e mente uniti.
Corpo e mente. Il corpo è sempre una chiave della consapevolezza. Il corpo è sempre un’occasione per stare nel “qui e ora”.
Quindi è utilissimo ritornare nel corpo. Le sensazioni del corpo, focalizzare la mente nel corpo, significa integrare i due emisferi di percezione e di organizzazione (quindi il maschile e femminile), significa essere più presenti a se stessi e più uniti nell’esperienza e nel mondo.
Meditazione: isolamento apparente, presenza reale
Tra l’altro, la meditazione — lo accennavo prima rispondendo a Federica — è un’occasione sì di raccoglimento, apparentemente di isolamento, ma di fatto di grande espansione della mente e quindi di presenza, di assoluta presenza.
Quindi è paradossale, ma un buon meditatore non è isolato dal mondo: si isola un attimo dagli stimoli distraenti per ricentrarsi, ma, una volta che è centrato, è più presente a se stesso e più protagonista della sua vita, è più immerso nel mondo.
Quindi, questo è il vero obiettivo della meditazione, a dispetto di quello che uno può pensare, che è un isolarsi dal mondo, mettersi su un eremo, non vivere pienamente la vita per quella che è. Al contrario, il meditatore, l’esperienza che vuole raggiungere anche quando va in un eremo, è quella di essere più presenti e più immersi nel mondo.
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