L’Ansia e la Paura

tratto dal corso sull’ Ansia, lo Stress e la Compulsività (DOC): clicca qui per saperne di più sul corso: www.comemeditare.it/ansia

Che cos’è l’ansia?

paura e ansiaL’ansia è una forma di paura, vediamo assieme cosa dice Wikipedia a proposito dell’ansia. Non ti spaventare se qualcosa ti può apparire difficile, perché ti svelo con maggiore chiarezza cosa intende mano a mano che leggiamo assieme queste parti dell’articolo sull’ansia.

Fatto sta che Wikipedia ne elenca le caratteristiche (fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Ansia) e dice: “L’ansia è una complessa combinazione di emozioni che includono: paura; apprensione e preoccupazione – e, come vediamo, se ci pensi, sia apprensione che preoccupazione sono anch’esse delle forme di paura.

Poi la descrizione dell’ansia continua e dice: “ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche come: palpitazioni, dolori al petto, respiro corto, nausea, tremore interno.

Può esistere come disturbo cerebrale primario, oppure può essere associata ad altri problemi medici, inclusi altri problemi psichiatrici.

 I segni somatici sono: un’iperattività del sistema nervoso autonomo, ed in generale della classica risposta del sistema simpatico del tipo “combatti o fuggi” – questa ultima cosa, quella del “combatti o fuggi”, ricordiamocela perché la ritroveremo più avanti quando parleremo dello stress – si distingue dalla paura vera e propria, per il suo essere: aspecifica, vaga, o derivata da un conflitto interiore.”

Quindi, registriamo che l’ansia è una paura, ed è una paura che può essere avvertita in modo un po’ vago, aspecifico dice Wikipedia; perciò, non è così facile da riconoscere e da ricondurre a una paura a tutto tondo.

Poi Wikipedia ci parla delle componenti dell’ansia e ci dice che l’ansia sembra avere varie componenti: una cognitiva, una somatica, una emotiva e una comportamentale.

La componente cognitiva comporta aspettative di un pericolo diffuso e incerto; quindi, al livello dei nostri pensieri, ci aspettiamo che ci sia un pericolo diffuso, un po’ dappertutto e anche un po’ incerto, e quindi non sappiamo bene cosa aspettarci.

Dal punto di vista somatico, ovvero fisico, il corpo prepara l’organismo ad affrontare la minaccia.

Avvertiamo quindi che c’è qualcosa che non va, avvertiamo una minaccia e il corpo, spontaneamente, fa innescare tutta una serie di reazioni di emergenza: la pressione del sangue sale, la frequenza cardiaca cresce, la sudorazione aumenta, il flusso sanguigno verso i principali gruppi muscolari aumenta e le funzioni del sistema immunitario e digestivo diminuiscono, abbassandoci quindi le difese immunitarie.

Esternamente – e vedremo poi le affinità con lo stress – i segni somatici dell’ansia possono includere: pallore della pelle, sudore, tremore, dilatazione pupillare.

 Dal punto di vista emotivo, l’ansia causa un senso di terrore o panico, nausea e brividi.

 Dal punto di vista comportamentale, Wikipedia ci dice: “si possono presentare sia comportamenti volontari sia involontari, diretti alla fuga o all’evitare la fonte dell’ansia.”

Quindi, possiamo avere sia comportamenti che avvengono spontaneamente, come nel caso delle reazioni fisiche meccaniche, ma ci sono anche delle azioni fatte per cacciarla via quest’ansia.

Questi comportamenti vengono definiti come: “Frequenti e non adattivi, dal momento che sono i più estremi nei disturbi d’ansia”.

“In ogni caso l’ansia non sempre è patologica o non-adattiva: è un’emozione comune come la paura, la rabbia, la tristezza e la felicità, ed è una funzione importante in relazione alla sopravvivenza.

Quello che si sta dicendo è che la paura può essere utile, e quindi l’ansia stessa, in quanto paura, può avere una sua utilità, ma può essere anche non adattiva, disfunzionale, e come tale non ci aiuta nell’adattarci alla realtà.

Quindi in sintesi, per riassumere in modo estremamente semplice, quando si manifesta l’ansia, questa non riesce ad essere una risposta realmente adattiva e quindi: la paura ha una sua funzione, ma l’ansia, in molti casi, diventa disfunzionale.

La paura

La paura è un’emozione primaria e come tutte le emozioni serve a difendere l’organismo. Se noi non abbiamo paura, ci esponiamo a un pericolo; sapere che il fuoco brucia, fa sì che noi non ci bruciamo.

Quindi, la paura è funzionale all’esistenza stessa dell’organismo, ha una sua funzione ben precisa.

Di cosa abbiamo paura normalmente?

Abbiamo paura sostanzialmente di due cose, la prima è un pericolo che si sta manifestando, come una tigre che ci sta attaccando e la seconda è la paura di quello che non conosciamo, della cosa strana, dello straniero, del buio.

Infatti, tendenzialmente, quando c’è qualcosa che non conosciamo è come se ci fosse un vuoto e allora cerchiamo di riempire questo vuoto della nostra conoscenza con i nostri più grandi timori.

Non sappiamo come potrebbe finire una cosa? Tendiamo a volere riempire quell’incertezza con quanto maggiormente ci spaventa che possa accadere.

Lo facciamo per essere pronti al peggio, ma ci siamo preparati invano.

i diciamo: “C’è qualcosa che non mi quadra: e se fosse proprio quella cosa di cui ho paura?”

Perché facciamo questo?

Lo facciamo per prevenire il peggio, come difesa, lo facciamo per tutelarci; ci diciamo: “Penso al peggio, così sono preparato e mi tutelo. Così se dovesse succedere sarò pronto”.

Però, di fatto, stiamo anticipando un problema sulla base del fatto che non sappiamo come potrà finire– ed ecco, quindi, che una non conoscenza è già diventata un timore – e ci stiamo preoccupando, stiamo pagando gli interessi per un qualcosa che, di fatto, non si è ancora presentato e che magari non si presenterà mai.

Infatti, c’è una citazione di Mark Twain che mi piace ricordare spesso e che dice: “Preoccuparsi per qualcosa è come pagare gli interessi su un debito che non sei nemmeno certo di avere”.

Stiamo anticipando une potenziale evento futuro.

Come vedi, gran parte della paura riguarda il futuro; tuttavia, può anche riguardare il passato: prendiamo le nostre più brutte esperienze del passato e le proiettiamo nel futuro.

Qual è la fregatura della paura?

Finché è funzionale va tutto bene: ci viene addosso una tigre, noi scappiamo o facciamo qualche altra cosa per reagire e il meccanismo, in questo senso, è funzionale.

Il problema nostro è il pensiero.

Finché si innesca una reazione con la parte del cervello “rettiliano”, cioè ci comportiamo come degli animali basici: arriva un pericolo e d’istinto reagiamo e dopo questo torniamo tranquilli, è tutto a posto.

Il problema è che a noi esseri umani basta pensare a un pericolo, per attivare tutti questi meccanismi: non c’è più bisogno che ci sia davvero l’elefante, a noi basta pensare all’elefante per averne paura: “E se domani arriva un elefante e mi viene addosso?”, “E se domani invece viene la tigre?”; “E se domani mi ammalo e mi prendo il virus?”

Ci basta pensare a tutto questo per stressarci, per creare ansia e per abbassare le nostre difese immunitarie ed è questo che ci può far ammalare.

Non stiamo parlando della profezia che si auto avvera, non stiamo dicendo questo, ma il punto è che ci basta solo pensare a un pericolo per stressarci e avere ansia.

E noi, spesso, con i pensieri andiamo nel futuro e, come dicevo prima, andiamo a cercare di completare quegli spazi ignoti con le nostre maggiori preoccupazioni, e questo diventa un esporsi a problemi che ancora non si sono verificati.

Se ci pensi questa è un’astrazione.

Un conto è avere l’elefante davanti e allora c’è, è lì; un conto è se, invece, io penso “come se” l’elefante ci fosse davvero, esponendomi comunque allo stesso identico livello di ansia e di stress.

Eccola l’astrazione: non c’è l’elefante, è solo un pensiero. Ma si può anche arrivare ad un ulteriore livello di astrazione che si può autoalimentare esponenzialmente e all’infinito, che produce un’ansia immensa ed infinita.

Lo ridico in modo che sia più chiaro:

Non ho più paura dell’elefante o dell’idea che ci possa essere un elefante, ma temo di avere paura.

Chi soffre di attacchi di panico conosce benissimo questa cosa: un attacco di panico è così devastante che si ha paura di averne un altro.

Di fatto, l’attacco di panico è una forma di paura, un’ansia fortissima, e l’avere paura di avere paura è un’astrazione pazzesca.

Se ci pensi, è una paura all’ennesima potenza, si autoricarica: ho paura di avere paura e quindi ho più paura di avere paura e di conseguenza ho ancora più paura che mi possa succedere di avere paura.

La paura diventa esponenziale e si tratta di un’astrazione totale e autogenerante.

Se ci pensi non c’è nulla di reale da temere: ho paura di avere paura, ma chi ha paura sono io, dipende da me, non c’è nulla di concreto davanti a me che giustifichi questa paura, ma solo l’idea di quel che potrebbe accadermi, magari perché in passato mi è già successo.

Ma il più delle volte è proprio così che lo faccio risuccedere, è proprio questa modalità a innescare la paura o l’attacco di panico.

Tornando alla storia di Buddha, sono io che mi perdo la fragola, ma sono io che mi faccio agganciare dalle circostanze.

E questo perdersi il sapore della fragola, perdersi il sapore della vita, ha poco senso quando le circostanze mi presentano concretamente una tigre sopra, e una tigre sotto, figuriamoci se non c’è nessuna tigre ma solo l’idea che ci possa essere o l’idea che io possa sviluppare paura.

Se ho la mente lucida con un problema concreto davanti a me, ho gli strumenti per trovare una soluzione, se c’è e se non c’è mi mangio la fragola, godo comunque dell’attimo fuggente. Con una mente confusa non ho l’energia e la lucidità per trovare soluzioni oltre ad essere proprio questa mentalità a generare la paura che tanto temo.

Quando io ho paura della paura, non vivo nel presente, sono in balia solo delle paure, ma questo dipende da me: non dipende più dalla tigre o dall’elefante, che nemmeno ci sono.

Questa è l’astrazione finale a cui tendiamo.

La buona notizia è che, se dipende da noi, possiamo trovare la soluzione e la pace.

Scopri il corso sull’Ansia, lo Stress e il DOC

clicca su: www.comemeditare.it/ansia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *