Sembra di scegliere i pensieri

 Leggo la domanda di Alessandro:

“Ciao Claudio, ultimamente quando medito ho la sensazione di non lasciar lo spazio affinché i pensieri sorgano spontaneamente, mi sembra: o di scegliere i pensieri che ho in testa durante la giornata, o di sopprimere ciò che potrebbe sorgere, ritornando immediatamente alla respirazione.

Sono troppo razionale o sto rimanendo troppo in superficie?”

leggi la risposta sotto o clicca qui per andare al video

pensieri-sui-pensieriAnzitutto, il fatto che tu ti ponga domande come “troppo razionale o troppo in superficie” sono domande razionali.

Lascia che l’esperienza sia quella che è (questa è la mia vera risposta).

Comunque entrando più nel merito della tua domanda, quando dici: “Ho la sensazione di non lasciare lo spazio necessario”, ecco, forse questa è una cosa da ascoltare.

Senti che c’è qualcosa di artificiale.

Lasciati all’esperienza: non è con il pensiero che controllerai il pensiero, non puoi fare altro che abbandonarti all’esperienza (come vedi torno a ripeterti qualcosa di simile a quello che ti avevo detto prima).

Riguardo al fatto di “scegliere i pensieri”: non c’è bisogno di scegliere i pensieri, i pensieri sorgono.

Quando scegli un pensiero è perché hai bisogno di pensare (ad esempio hai bisogno di pensare a cosa fare domani).

In meditazione non lo fare; però se hai bisogno di pensare a cosa fare domani, pensi a cosa fare domani.

Orienti tu il pensiero?

Si dice che i pensieri sono degli ottimi servitori ma dei pessimi padroni, e noi, in meditazione, cerchiamo di osservarli i pensieri.

Cosa significa osservare i pensieri?

Essere noi a decidere quando pensare.

Ma nel caso specifico, nella meditazione cerchiamo di trovare uno spazio – il più lungo possibile – tra un pensiero e l’altro.

Quando sorge un pensiero probabilmente non sei tu ad averlo pensato, ti sarai “lasciato pensare”: avrai lasciato che siano stati i pensieri a trascinarti dove volevano loro.

E a questo punto li osservi, non c’è quindi bisogno che vai tu a orientare il pensiero.

Se non sai cosa fare e non sai dove porre la tua attenzione, c’è confusione, evidentemente.

E a quel punto, da momento che c’è confusione e non sai cosa fare, cerchi qualcosa da fare.

E allora, continuare a porre l’attenzione sul respiro è una buona indicazione.

Ricapitolando.

Abbandonati all’esperienza, qualunque essa sia.

Stavi pensando? Osserva il pensiero.

Non sai cosa fare? Va benissimo porre l’attenzione sul respiro.

Ma in generale: accogli quello che c’è.

C’è un pensiero, accogli il pensiero; c’è confusione, accogli la confusione; c’è uno spazio, non c’è bisogno di riempirlo: quello spazio vuoto osservalo, preparati ad accogliere – eventualmente – il prossimo pensiero, rimanendo in quello spazio vuoto.

E vedrai che spesso può succedere che, accogliendo lo spazio vuoto tra un pensiero e l’altro, questo si allunga.

Ma non è questo il nostro scopo: il nostro scopo è stare con quello che c’è.

Spero di aver reso chiarezza.

E accogli quello che c’è, con serenità, qualunque cosa essa sia.

A tal proposito ti rimando all’articolo con uno dei mie primi video e tutt’ora uno di quelli con maggiori visualizzazioni:

“non riesco a meditare”? ecco come con la tecnica di meditazione Vipassana

se invece vuoi vedere la versione video di questo articolo:

guarda il video: Sembra di scegliere i pensieri

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