Ho ricevuto questo commento che dice:

“C’è la capacità di meditare mentre si mangia, si lavora, si fa la spesa.

Ho avuto esperienza di spontaneità nel vivere nel momento per un’intera settimana, una settimana con e per Dio, con colori più vivaci, sapori più intensi e una curiosità per ogni istante della vita quotidiana.

Ogni momento portava una nuova esperienza. La mia presenza in ogni istante con un’attitudine del genere è stata di alto livello.

Purtroppo, nel 2002, tutto è scomparso improvvisamente. Nonostante i viaggi nei monasteri, le visite psichiatriche e le varie tecniche, non sono riuscito a ritrovare quel momento presente.

Chi ha assaggiato il vino buono sa riconoscere l’aceto o l’acqua.

Non credo di tornare all’esperienza divina, ma continuo a meditare da solo per trovare pace mentre lavoro, mangio, ecc., senza problemi di depressione, ansia o fobie dal 2002. È stata un’esperienza che ha lasciato un segno.

Pensieri eccessivi sono scomparsi dalla mia vita. Mi sento vivo e questa è la condivisione e la bellezza.”

questo video è stato estrapolato da una sessione del Come Meditare Coaching qui trovi maggiori informazioni su questo servizio di sostegno nel tempo: http://www.comemeditarecoaching.it

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La Presenza non è cercare qualcosa di diverso da cio che c’è

Mente da BuddhaEssere presenti qualsiasi cosa stiamo facendo non è soltanto Possibile, ma è anche auspicabile. E’ proprio quello che insegno nel per-corso di Meditazione per Indaffarati.

Questa presenza ci apre ad una unione con l’universo ad uno stato di meravigliosa pace.

Come col tramonto, in cui  sono uno tutt’uno con esso, vivo nel momento, senza mente analitica, solo presenza.

È un’esperienza meravigliosa che alcuni vivono con grazia. Mi piace pensare che il risvegliato stia in quella condizione, anche se a volte noi  la perdiamo. Forzarsi a ritrovarla non funziona.

Sostituire ciò che c’è con ciò che vorremmo non ci tiene nell’adesso e non ci rende consapevoli del presente.

La Magia dell’Adesso

La magia che hanno descritto queste persone è riuscire a stare nell’adesso, perdersi in questo adesso.

E se io voglio sostituire quello che c’è con quello che vorrei che ci fosse, mi perdo, non lo posso fare.

Ciò che posso fare è allenarmi il più possibile a non cadere nei tranelli della mente, nei concettualismi.

Quando mi perdo nel tramonto, io sono perso nel tramonto. Non c’è il dubbio amletico.

Ma se io voglio, con la mente, ottenere qualcosa di diverso da quello che c’è, con la mente non ci riuscirò.

La mente ha generato il problema e non posso risolvere quel problema con la stessa mente che lo ha creato.

Diceva Einstein che questa è la definizione di follia: cercare una soluzione con la stessa mente che ha creato il problema.

Non è possibile. Non è possibile quello che ci apre a questa grazia che io non ho avuto, ma come vedi, però, ne parlo.

Quindi, in qualche modo, so di che cosa stiamo parlando.

Stare con l’Adesso

Ma del resto, il tramonto ce l’abbiamo in mente tutti, no? Questo esempio del tramonto..

Per aprirci a questa grazia ci sono due cose che possiamo fare: quindi, farci trovare pronti!

C’è anche una bellissima parabola di Gesù che dice proprio che il servitore dovrebbe farsi trovare pronto quando torna il padrone.

Ecco, questo significa: cioè, aprire il nostro cuore, cercare la presenza mentale.

Meditare ci aiuta a fare questo, a trovare la presenza mentale, a stare con quello che c’è, nell’adesso, qualsiasi sia questa esperienza.

E quindi rimanere aperti perché così che rimaniamo aperti, stando con quello che c’è, quindi abbandonandoci, c’è anche un atto di abbandono all’esperienza presente.

Fintanto che io, invece, voglio controllare, voglio manipolare, voglio cambiare, questa volontà è molto egoica ed è molto mentale.

Non è un abbandono all’esperienza. L’abbandono all’esperienza, invece, è quello che cerchiamo nella meditazione.

Non Cercare, Trova

Invece abbandonarsi all’esperienza significa aprirci anche all’esperienza negativa che stiamo vivendo, non per cristallizzarci. Io mi apro all’ansia, se ho ansia.

Nel cacciare via l’ansia, non faccio altro che aumentarla. Ho ansia di mandare via l’ansia.

Piuttosto, posso dire: “Ah, c’ho ansia. Come funziona questa ansia? Da che cosa scaturisce?

Ah, guarda, sono preoccupato per i lavori che devo fare dentro casa, ma è tutta una preoccupazione perché non ho motivo di essere, cioè, non in questo momento, non ho un problema. Lo sto già risolvendo.

C’ho gli operai dentro casa. Per il momento, non mi stanno creando problemi, stanno lavorando bene.” Allora, di che mi sto preoccupando?

E mi alleggerisco, anche se è ancora molto mentale tutto questo ragionamento. Ma il solo accorgersi che c’è ansia è già un motivo di alleggerimento.

Non ho bisogno di ragionare così tanto.

Trovare la Felicità nell’Adesso

“C’ho ansia. Sono io che sto pensando a delle cose. Mi sto agitando. Ma tu guarda quanto sono buffo che mi agito.”

E già questo trovarsi buffi mi ci alleggerisce, ci fa cambiare stato mentale. Da che mi lasciavo vincere dai pensieri, comincio a osservare io che penso. E c’è un osservatore attivo.

C’è una bellissima frase che è un po’ secondo me la chiave di volta di questa esperienza di abbandono al momento presente, che recita spesso e volentieri il mio maestro credo sia proprio sua è Mario Thanavaro e dice: “Non cercare, trova.”

E noi cerchiamo la felicità, cerchiamo qualcosa che sentiamo che non c’è e non stiamo con quello che c’è, continuiamo a rimandare la felicità a un domani.

Quando possiamo abbandonarci all’adesso e trovare la felicità nell’adesso. Non cercare, trova. Eh, mi rendo conto di aver fornito una chiave di lettura che merita di essere sedimentata un pochino, eh?

Più chiara di così non la posso dire. Ma mi piace pensare che ho offerto un tassello, diciamo un tarlo, che lavora e che può anche qui aiutare a fare la differenza.

Non cercare, trova.

 

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2 risposte

  1. Grazie Claudio per queste osservazioni. “Non cercare, trova” mi sembra il modo migliore per riassumere l’esperienza della meditazione.

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