meditazione in gravidanza

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“Salve, ho letto qualcosa sul mondo della meditazione e ne sono rimasta affascinata. Non ho mai veramente cominciato per stanchezza, pigrizia ed altro ma adesso qualcosa sta cambiando.

Sono al sesto mese di gravidanza e vorrei cominciare a meditare per essere più serena e trasmettere serenità e amore alla mia bambina e a chi mi sta intorno. Come posso iniziare? Grazie”

Innanzitutto, se segui il corso di meditazione per indaffarati, proprio come stai facendo, allora sei nel posto giusto: stai iniziando nel modo più appropriato.

meditazione gravidanzaCredo sia bellissimo quello che hai detto, il trasmettere serenità a te stessa e alla bambina.

Si comincia da quando è nella pancia e poi si continua quando cresce.

La meditazione può tornare utile durante la gravidanza e alla sua fine, durante il parto ed anche in seguito.

Durante la gravidanza ci sono degli scombussolamenti ormonali, per cui l’umore va e viene; è molto facile perdere la pazienza e la fiducia.

Meglio avere uno strumento che ci aiuta ad affrontare questi periodi con più presenza.

La meditazione in gravidanza può essere di grande aiuto per questi sbalzi di umore ma anche per trasmettere serenità e amore a chi porti in grembo.

Ed anche, una volta nato, dopo il parto.

usare il respiro in gravidana

Per iniziare, la cosa fondamentale è tornare alla base: tornare al respiro.

Il respiro è un ottimo calmante, un’ottima ancora al presente, un ottimo modo per rilassarsi anche durante il parto.

Esserti allenata a stare nel respiro ti aiuta ad Essere.

Proprio poco fa parlavamo del dolore, dello stare di più col dolore, dell’essere più presente, senza lasciarsi trascinare troppo dal dolore.

Non è facile: il dolore c’è, ma puoi focalizzarti sul respiro, sulla respirazione per aiutarti a spingere, per aiutarti a essere nel presente.

Ad ogni modo, sono maschio e non posso sapere cosa voglia dire.

Mio figlio inoltre è nato da parto cesareo quindi non ho assistito a un travaglio vero e proprio.

Credo sia molto dura.

Una delle tecniche che insegnano come allenamento pre-parto è la respirazione.

Respirare in un certo modo, essere concentrati sul respiro, perché questo ha un ottimo potere calmante.

Ti radica nell’adesso, sgancia quella sensazione di spavento che può trascinarci via, in qualche modo smorza, pur non calando il dolore in sé.

Per esempio, adesso ho questo dolore post-operazione alla schiena.

A distanza di giorni è un dolore ancora significativo.

Questo mi obbliga a ritornare a essere presente a me stesso.

Se io torno ad essere presente a me stesso, torno per esempio al respiro, non nego, non faccio nessun braccio di ferro con il dolore.

Ecco allora che io calmo lo stesso dolore.

Istintivamente invece tendo a contrarre i muscoli, in un braccio di ferro inutile, che non aiuta.

Tornare al respiro mi aiuta a calmare.

Posso rilassare il corpo con una semplice azione: il respiro.

Se tu adesso provi a farlo, noterai tutte quelle sensazioni corporee.

Noterai che il corpo si rilassa, scarica tensioni.

Focalizzare l’attenzione sul respiro ti aiuta a trovare serenità, accettazione e amorevolezza.

Anche dopo la gravidanza, quando i bambini sono molto piccoli.

Meditazione in gravidanza: e dopo?

Quello è sicuramente un periodo molto stressante.

C’è poco tempo persino per dormire, e la meditazione in questo può aiutarti a dormire meno.

Quando si ha poco tempo… un quarto d’ora, venti minuti, non riusciamo a dormire.

Possiamo invece usare quei venti minuti per meditare.

Questo aiuta a recuperare un pochino di energie in modo un po’ più concentrato rispetto al sonno.

Il sonno probabilmente a quel punto non basterebbe.

Questo è uno dei poteri della meditazione.

Inoltre man mano che mio figlio cresceva, ho riscontrato una cosa.

Quando non sono presente mio figlio fa il diavolo a quattro.

Quando sono stanco o nervoso, mio figlio si accorge che non sono presente a lui, che la qualità della mia presenza è scarsa.

Non basta essere fisicamente presenti, c’è bisogno di una qualità di presenza.

Quando sono stanco e nervoso, quella qualità sarà per forza scarsa.

Ecco che lui fa di tutto per attirare l’attenzione.

Questo è un classico, qualcosa che tutti i bambini fanno.

E lo fanno anche gli adulti, in qualche modo.

Se non siamo presenti a noi stessi, ecco che: “Cosa c’è? A cosa stai pensando? Cosa c’è che non va?”

Sono tutti richiami dell’attenzione.

Se riesco ad essere presente a me stesso, anche grazie a tecniche meditative, ecco che offro quello che veramente ho da offrire a mio figlio.

Posso offrire a mio figlio la mia presenza.

Lo psicologo Bowlby ha dimostrato che i bambini, prima ancora del nutrimento, prima dell’accudimento fisico, hanno bisogno di sentire protezione.

Hanno bisogno di sentire che i genitori ci sono.

Questa è protezione.

I bambini dicono spesso: “guardami, guarda mamma”: hanno bisogno di “essere visti”.

Ma per essere visti tu ci devi essere, devi esistere.

Ecco che la presenza è fondamentale.

La meditazione ci aiuta proprio a fare questo atto di presenza.

Un altro pezzo “rubato” al “come meditare coaching” clicca per saperne di più su come funziona: “come meditare coaching

 

se vuoi tornare a delle semplici istruzioni per fare la meditazione clicca su: come meditare

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