Svelata la Meditazione per Indaffarati
Recentemente sono stato intervistato da Ogni Momento un canale Youtube con oltre 47 mila iscritti: volevano che svelassi cosa è il metodo di meditazione per indaffarati ed ho pensato di condividerla con te.
Scopri:
- Per meditare non dobbiamo stare isolati sull’Himalaya
- i 3 equivoci che ti fanno smettere di meditare
- come funziona il “o tutto o niente”
- l’errore delle galline appollaiate
- “non riesco a meditare” quindi smetto
- Cosa diceva il grande Ajaan Chah a chi gli diceva “non ho tempo per meditare”
- Come funziona il metodo di meditazione per indaffarati
- E molto altro ancora
Guarda l’intervista (dura 18 minuti) o dai una occhiata alla trascrizione qui sotto:
Benvenuti su ogni momento io sono Veronica e oggi abbiamo con noi per la prima volta un video intervista con Claudio Padovani un’insegnante di meditazione e counselor e anche il creatore del metodo meditazione per indaffarati.
Ciao Claudio
ciao Veronica bentrovata e ciao a tutti e soprattutto a te ci ascolti
bene allora ecco volevo chiederti appunto su questo la meditazione per indaffarati il tuo metodo mi sapresti spiegare un po’ come è nato?
Si è nato dal fatto che mi rendo conto che c’è un equivoco molto diffuso: molti pensano che la meditazione è bella interessante, però “non ho tempo per meditare”, “sono distratto”
Poi il bello che anche chi non è indaffarato è comunque distratto perché poi alla fine la mente è sempre occupata da mille pensieri
Coi cellulari televisori insomma siamo sempre indaffarati anche se abbiamo tutto il tempo che vogliamo per noi e non riuscire a meditare perché non si ha tempo è in realtà una una grande illusione.
In molti ritengono che la meditazione è una pratica che uno pensa si possa fare solo sull’Himalaya, da seduti e non mentre invece viviamo il quotidiano..
..ecco questo è un falso, è un errore per cui ho cercato di creare un metodo che ci spingesse quanto più possibile a essere presenti a noi stessi, a fare degli archi di presenza, a ricordarci di noi stessi anche mentre siamo indaffarati, nel senso di presi durante il cuore del quotidiano da altre occupazioni.
Contenuti
Possiamo meditare quando mangiamo, ci laviamo camminiamo eccetera
Possiamo meditare mentre mangiano, possiamo meditare mentre ci laviamo, possiamo meditare mentre camminiamo, possiamo essere presenti a noi stessi qualsiasi cosa noi stiamo facendo!
Quindi mi sono focalizzato molto sul veicolare soprattutto questo modo di meditare, piuttosto che soltanto sulla pratica da seduti, proprio nel nostro vissuto di tutti i giorni.
C’era una spia americana che operava in Thailandia a un certo punto immagino quanto potesse essere stressata questa persona, ha cominciato a dirsi “qui si insegna la meditazione, io imparo un pochino la meditazione – tra l’altro la meditazione che imparava era la vipassana questa che io diffondo principalmente- lui ha imparato a meditare tanto, che a un certo punto ha smesso di essere una spia, e ha cominciato a insegnare a tanti thailandesi.
Ebbene lui diceva una cosa molto carina, secondo me, diceva che meditare non significa stare ore e ore a seduti perché sennò le galline che stanno ore ed ore appollaiate sarebbero illuminate!
Evidentemente non è la quantità di ore seduti che fa di una meditazione una buona meditazione.
Parte del mio lavoro è distogliere da questi false credenze, per portare i benefici della meditazione -quelli che riscontriamo quando ci alleniamo e stiamo seduti- anche e soprattutto durante il nostro quotidiano.
C’era un altro grande saggio che si chiama Ajahn Chah, era venerato in Thailandia un po’ come noi veneriamo a Padre Pio, Chah soleva dire a chi diceva “non ho tempo per meditare” diceva “hai tempo per respirare? Se hai tempo per respirare, hai tempo per meditare!”
Perché comunque essere presenti, per esempio al respiro, è una tecnica molto diffusa e potente.
Respiriamo non solo quando siamo seduti a meritare, noi respiriamo tutto il giorno e noi possiamo essere presenti a noi stessi tutto il giorno!
Certo saremmo un po’ più distratti, ma possiamo comunque ricordarci di essere presenti a noi stessi e quindi visto che noi meritiamo da seduti per ottenere molto più presenza, molto più tranquillità, nel nostro quotidiano, perché non spostare direttamente la nostra attenzione e usare dei trucchi nel nostro quotidiano?
Specie per noi occidentali che ci affanniamo qualsiasi cosa stiamo facendo.
Questa è un po’ stata la mia sfida.
Meditare tanto? Non è questo il punto..
Possiamo iniziare a meditare per 10 minuti e poi impareremo anche a farlo per 20 minuti, quindi per 30 minuti.
Tuttavia quando uno va su internet a cercare informazioni su quanto meditare può sembrare che sia una cosa che uno fa o debba fare il più possibile (che percarità è utile) magari due ore di meditazione al mattino, due ore di meditazione la sera..
..e capisco anche perché ci sono persone che poi dicono “io non ho tempo per meditare” perché credono che, se uno vuole meditare nella vita, bisogna passare quattro ore
Quando parliamo di meditazione abbiamo spesso ragione e torto allo stesso tempo.
Meditare tanto aiuta tanto, ma pensare che bisogna per forza meditare tanto fa smettere di meditare e non è neanche vero che è per forza necessario! (non tutto ciò che è utile è indispensabile)
Se mediti per quattro ore va bene, se meriti per un’ora, va bene se meriti per mezz’ora, va bene se mediti per un quarto d’ora, anche per 10 minuti va bene, se poi riesci ad essere presente per due minuti, va bene lo stesso!
Cioè la quantità non fa la qualità, però certamente anche la quantità può aiutare.
Nella tradizione degli antichi la (Theravada) si usa fare dei ritiri di dieci giorni.
In questi dieci giorni si medita dalla mattina alla sera e alternando seduta e meditazione camminata -magari soprattutto nella tradizione del tailandese, in quella birmana si sta più seduti- però in questi dieci giorni si usa il silenzio, si sposano dei “precetti” cioè delle indicazioni per cui si cercherà, ad esempio, di non uccidere nessun essere vivente.
Quindi se vai a fare un ritiro di 10 giorni, cercherai di tenere un minimo di moralità e ti focalizzi su che cosa succede tutti i dieci giorni in silenzio: non ai cellulari, non alla musica, non ai libri, scrivi il meno possibile.
Stai dieci giorni concentrato in quello che fai: ebbene questi dieci giorni e sicuramente danno una qualità di attenzione molto importante, per cui quando ti sei immerso dentro te stesso per anche un giorno, anche tre giorni, e perché no tradizionalmente dieci giorni.
Quando tu poi torni a casa la qualità della tua meditazione è sicuramente migliore.
Io, quando medito di meno mi accorgo della differenza ma il problema non è veramente poi la quantità ma la qualità della mia attenzione.
meditare da distratti con la mente indaffarata
Paradossalmente più siamo stanchi e più siamo distratti, più abbiamo bisogno di meditare e meno lo facciamo!
il punto è che comunque noi occidentali siamo abituati a “o tutto o niente”, in realtà se io mi prendo anche solo sette minuti -certo meglio dieci o di più, però diciamo sette minuti- in questi sette minuti io sono presente a me stesso, mi ricordo, mi alleno ogni giorno a riportare l’attenzione a me stesso, che è quello il centro della meditazione per indaffarati, 7 minuti al giorno per una vita serena e consapevole, cioè uso questi sette minuti per ancorarmi all’adesso.
Questo ancoraggio quotidiano fa sì che io possa ricordarmi di ritrovarmi, di ri ancorarmi all’adesso, di ritrovare quel filo che mi lega al “qui e ora” anche mentre sto mangiando, anche mentre sto camminando!
Nella meditazione per indaffarati spiego come si fa a essere presenti mangiando con degli esempi pratici che ti aiutano, che ti guidano nel quotidiano ad esempio, ad assaporare per bene il cibo momento per momento.
Tutto ciò quindi te la ritrovi come risorsa nel vissuto di tutti i giorni -ovviamente non dico che uno deve per forza necessariamente ricordarsi sempre quando mangia, ma sapere che lo puoi fare quando mangi, sapere e averlo fatto favorisce l’essere più presente a te stesso molte più volte anche quando non stai seduto a meditare.
Così, grazie a questo percorso, ti ritrovi più volte consapevole di te stesso mentre ti lavi le mani, mentre i respiri, mentre sta guidando la macchina, ecco che poi alla fine, trasformi la tua giornata in un’intera giornata di meditazione e mediti tradizionalmente da seduto solo 7 minuti.
Questa attenzione al quotidiano è molto più importante che stare quattro ore a meditare!
Perché noi stiamo quattro ore per me a meditare proprio al fine di ottenere il risultato di presenza nel quotidiano, non il contrario!
Se uno pensa che per meditare bisogna stare quattro ore tuti i giorni, smette di meditare e non fa più niente.
Come dicevo questo è uno degli equivoci del mondo occidentale: “o tutto o niente”.
C’ è un altro errore comune che è questo:
quando io mi siedo magari dieci minuti a meritare o venti o un’ora è chiaro che in quell’ora io con la mente vagherò tantissimo, mi ritroverò spesso distratto: succede!
Succede in venti minuti figurati in una intera ora.
E figurati allora come possiamo essere distratti durante il nostro quotidiano.
Va bene è così!
Noi lavoriamo per migliorarci non per essere perfetti da subito!
Il lavoro dello stare seduti a meditare (ecco perchè comunque suggerisco di fare almeno 7 minuti nella meditazione per indaffarati) quando a poco a poco la mente se ne va, comincio a pensare ad altre cose, il nostro allenamento quindi è quello di riportarla al presente!
Facciamo questo esercizio di richiamo alla presenza ogni volta che ci riesce, quanto più possibile!
Quindi un’altra illusione è quella di pensare che “ non riesco a meditare perché la mia mente se ne va” ma questo succede a tutti è normale!
È la mente grossolana, che noi tutti abbiamo, che ci spinge a fare questa cosa..
“come sto” una domanda potente
Ma è utilissimo durante il giorno quando io mi ricordo di me.. magari mi sono tantissimo distratto.. e mi ricordo di me, mi ricordo quanto più possibile di me stesso, di ritornare al mio respiro, di ritornare al mio presente, alle sensazioni del corpo, a chiedermi come sto..
Ecco questa è la domanda magica: “come sto adesso?”
Magari sto correndo e mi chiedo: “come stanno le mie gambe? che cosa sto provando?”
Oppure sto parlando con qualcuno, il capufficio mi ha tirato le orecchie: “cosa provo? come sto?”
Porsi questa domanda è un ottimo modo per ritrovare se stessi!
Lo ripeto non bisogna necessariamente fare “tuttoo niente” per cui se io non riesco subito essere un gran Buddha illuminato ed essere sempre presente a me stesso, io smetto di fare questo lavoro di presenza..
..ma ogni volta durante la giornata che io mi ricordo di essere presente beh quell’attimo è prezioso!
Putacaso che oggi ci riesco due volte in più di ieri, e domani ci riesco una volta in più di oggi, è così giorno dopo, giorno dopo giorno, io vivrò sempre più momenti di presenza.
E quei momenti di presenza sono momenti in cui io sono vivo veramente, sono presente, quello che faccio, colui con cui mi sto relazionando è importante la mia vita, diventa importante la mia vita.
Divento veramente sempre di più il protagonista della mia vita, quando invece per lo più noi non lo siamo nella nostra vita.
Diceva padre Anthony De Mello, che io adoro, citando o Woody Allen o John Lennon : “la vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati a seguire tutto altri progetti”
Ecco il più delle nostre vite le consumiamo passivamente lasciandoci vivere passivamente
Più momenti di vita, di presenza io riporto nel mio quotidiano, tanto più io ho vissuto bene la mia vita, ho trovato più pace più tranquillità e serenità e più bellezza nelle cose che sto facendo
Questa è la vera scommessa e questa secondo me è l’ambizione che dovremmo veramente nutrire.
Da qui il mio metodo prevede un minimo di soli 7 minuti di meditazione seduta come allenamento per favorire piuttosto una sempre maggiore Presenza a noi stessi nella vita di tutti i giorni, stimolata da esercizi pratici di presenza quotidiana.
Chiaro ed efficace come sempre, ancora grazie Claudio!
grazie a te Graziano