Meditazione in silenzio
Aldo dice: “È vero che la meditazione dovrebbe essere fatta in silenzio? Se sì, perché? Posso ascoltare della musica?”
guarda il video – meditazione in silenzio
o continua a leggerne la trascrizione sotto
Noi meditiamo per stare con le cose così come sono, non è che se c’è della musica non possiamo meditare; possiamo meditare benissimo lo stesso
C’è anche chi accende delle musiche particolari per favorire uno stato meditativo.
Io consiglio il silenzio, ma non è che è: o silenzio o niente meditazione.
Può anche essere piacevole, ogni tanto, scegliere di fare una meditazione diversa e mettere una musica, perché no?
Il punto è che puoi accorgerti, se mediti veramente e stai con le cose così come sono, e hai allenato la tua capacità di stare nel silenzio (e in seguito ne parleremo del valore del silenzio), che la musica può suscitare in te delle emozioni, oppure uno stato ipnotico di assorbimento mentale: e quindi vizia un po’ l’esperienza.
Poi c’è musica e musica, magari non hai scelto proprio una musica contemplativa, e questo ti può mettere in agitazione.
Insomma, la musica può viziare l’esperienza, nel bene come nel male.
Anche se ti aiuta ad entrare maggiormente in uno stato di assorbimento mentale, è un po’ come se ti avesse ipnotizzato: non stai con le cose così come sono.
Può anche essere uno strumento valido qualche volta, se tendiamo a distrarci molto, ma io preferisco invitare a stare con la distrazione piuttosto che a utilizzare qualche metodo esterno per non farci distrarre.
Meglio stare con la distrazione, secondo me, perché il silenzio è prezioso.
Il silenzio, come diceva un monaco cristiano ortodosso, è “il ventre fecondo dell’anima”.
Un ritiro di dieci giorni di Vipassana, si fa stando per dieci giorni in silenzio, e non solo quando si medita: in silenzio quando si mangia; in silenzio quando si passeggia; non si parla con gli altri; non si legge nulla; non si ascolta musica.
Si cerca di “spegnere” tutto quello che può distrarci, e si obbliga la mente a stare con le cose così come sono.
E noterai, dopo un po’ – in meditazione capita – che la mente ha bisogno di distrarsi: diventa irrequieta, si agita (“no no no, io non ce la faccio!”).
E invece, se lo attraversi questo momento di difficoltà – che può durare anche parecchio – ecco che poi tu e il silenzio diventate una cosa unica; e il silenzio, a quel punto, rende tutto musicale.
Un paradosso, no?
Non ti identifichi più con la nota, ma con le pause.
Un bravo musicista sa come usare le pause, sa usare il silenzio, ed è un musicista: emette dei suoni; ma sa stare nel silenzio, lo sa valorizzare, e sa quindi quando è il momento giusto per far uscire quella nota, e quando deve farla cessare.
Il silenzio e le pause sono parte integrante della musica.
Oppure pensiamo a una battuta.
Io vengo dal mondo del teatro, e ho notato come cambia una battura, da sera a sera, a seconda dei tempi comici che quell’attore sa usare o meno.
E quindi, il silenzio è prezioso anche per chi usa la voce, e aiuta a valorizzare quello che si sta facendo.
Il silenzio è come un foglio bianco su cui puoi scrivere qualsiasi cosa e, normalmente, il silenzio è proprio il luogo da cui può emergere qualcosa.
In Vipassana, per esempio, noi facciamo proprio questo lavoro: andiamo in profondità per permettere di fare emergere qualcosa da questo vuoto fertile.
Quando svuotiamo un po’ la nostra mente dalle mille distrazioni e dalle mille idee, notiamo che comunque altre idee sorgono: però magari sono delle idee migliori, costruttive, o sono delle intuizioni.
Magari ci può venir da dire: “Ah, che idea geniale!”
Ma perché avviene tutto questo?
Cercavi il silenzio, ma ti è venuto questo altro chiacchiericcio mentale lo stesso; ti accorgi comunque che si tratta di un livello diverso: hai permesso al tuo solito chiacchiericcio distraente di assopirsi, hai creato una forma di silenzio e da lì ha potuto prendere forma una idea nuova o una nuova forma pensiero.
Poi magari, se stai meditando, non è che devi prendere nota (a meno che non mediti proprio per avere delle idee nuove); se mediti per meditare poi la lasci andare questa idea: la abbracci, la vedi, la accogli, ma poi la lascia andare per tornare al silenzio.
Coltivare il silenzio ci permette di avere un’idea molto più chiara delle cose così come sono.
Un esempio che uso per descrivere la Vipassana è quello dell’acqua cristallina: se noi continuiamo ad agitare il bicchiere abbiamo sempre di fronte agli occhi dell’acqua torbida, e non riusciamo mai a vedere attraverso quest’acqua, ma se ad un certo punto ci fermiamo, diamo il tempo alla sporcizia di sedimentare, allora ecco che l’acqua divena cristallina e noi possiamo vedere attraverso.
Questo è il silenzio: rendere tutto cristallino, tutto possibile; e scrivere facendo tabula rasa.
“Tabula rasa” è un termine che usavano i latini per dire che stavano facendo tornare bianco un foglio.
Loro però non usavano dei fogli come noi, utilizzavano delle tavolette (antichissimi “tablet”, che significa appunto “tavoletta”) cosparse di cera che veniva incisa per poterci scrivere sopra; se volevano usare le stesse tavolette per scriverci cose nuove, ecco che le dovevano “rasare”, per cancellare i segni vecchi e tracciarne dei nuovi.
Ed ecco perché si dice “tabula rasa”.
Scopri l’anteprima gratis del corso di vipassana: http://meditazionevipassana.it/anteprima-gratis-scopri-la-vipassana/
Ho ascoltato ,molto interessante Ma io mi distraggo facilmente se sono in silenzio e comincio ad agitarmi e interrompo la meditazione Se ho una musica di sottofondo o meditazione guidata con qualcuno che ti parla e ti guida ,allora va meglio
capita a tutti e non succede solo a te, ma come dico spesso a lungo andare è meglio stare con un po’ di frustrazione che emerge dal fatto di non avere appigli esterni e lo sguardo all’interno che farsi addormentare da una voce esterna che calma. Percarità se sei all’inizio va benissimo, ma a lungo andare meglio il silenzio (senza impedirti di tornare alla voce guida di tanto inanto).
ciao a tutti…credo la meditazione vada fatta e concepita nel silenzio per entrare il più possibile nel momento presente…quando ascolti della musica che ti penetra e ti senti tutt’ uno con lei ….per me è cime se stessi meditando..come quando contempli le nuvole che si spostano con il vento o osservi la maestosità di gradi alberi , un tramonto , un lavoro incessante di un formicaio….
belle parole