Meditazione Del Cuore
Carlo domanda: “In molti insistono sulla necessità di favorire l’apertura del cuore: esiste una meditazione specifica?
Come si fa la meditazione del cuore?”
La meditazione del cuore è una delle mie preferite.
Probabilmente esistono vari approcci, a seconda delle scuole; a me piace molto la pratica di benevolenza, la pratica di apertura del cuore: quella che favorisce la benevolenza, l’amorevolezza; quella che in lingua pali (l’antica lingua parlata dal Buddha) si chiama Pratica di Metta ovvero, appunto, “pratica di benevolenza” (gli inglesi traducono invece questo termine con “Loving kindness meditation”).
Su questa pratica ho realizzato un corso che ho intitolato “Meditazione della Pace Interiore” clicca qui per saperne di più: www.comemeditare.it/metta
guarda il video o continua a leggerne la trascirzione sotto
Vediamo più nello specifico cosa intendiamo come meditazione del cuore, anche come qualità meditativa.
Come molti sapranno, per chi si approccia con una modalità un pò diversa dalla tradizione meditativa buddhista come per esempio quella yogica, al cuore corrisponde un chakra (una cosiddetta “ruota energetica”), ed è un pò il chakra più importante, quello a cui fanno riferimento tutti; e normalmente si dice che quando qualcuno raggiunge l’illuminazione e si risveglia, non può far altro che avere un cuore che sboccia e si apre come un fiore:
normalmente infatti viene rappresentato come un fiore di loto, che nasce dalla melma e il cui gambo è immerso totalmente nelle acque torbide ma che, una volta fuori dall’acqua, sboccia in tutta la sua meraviglia e in tutta la sua purezza: e quindi va oltre, senza negare nulla (come si dice in una bella frase: “non c’è loto senza melma” o più prosaicamente “no melma no loto”).
Il loto rappresenta quindi anche la qualità meditativa di chi, pur avendo raggiunto l’illuminazione, non cessa di stare nel dualismo e nella sofferenza.
Già questo ti aiuta a un atteggiamento accogliente rispetto anche a quelle cose che non vogliamo come la sofferenza, oppure l’essere impauriti o tristi, o quando ci sentiamo di essere in carenza di qualcosa, quando ci lamentiamo: tutte cose che, guarda caso, ci fanno chiudere, ci fanno mettere una corazza per difenderci e questa corazza ci chiude il cuore.
Quindi inevitabilmente quando stiamo con quello che c’è, quando lo accogliamo e ci accorgiamo anche della meraviglia di certi episodi magari anche difficili da attraversare, ecco che si sviluppa questa meravigliosa attitudine di grande apertura del cuore: parliamo quindi non del cuore come un luogo fisico ma di una esperienza, un’esperienza da vivere, da conoscere;
parliamo di una energia, di un sentimento e di una emozione: forse l’emozione più vicina al sentimento che vogliamo sviluppare è la gioia, ma non si tratta di una gioia duale che si contrappone alla tristezza, è una gioia che va oltre il dualismo, una qualità di gioia che puoi conoscere anche quando si è tristi.
Hai presente quando stai pienamente nella vita?
A volte, un lutto ci costringe a mettere un pò da parte il lavoro, le occupazioni e gli altri affanni e a stare profondamente nella vita: la morte di una persona cara, paradossalmente, ci aiuta a stare ancore di più nella vita e magari, se questo è capitato anche a te potrai riconoscerlo, puoi vivere quello stato di serenità (non chiamiamola gioia in questo caso) anche se una parte di te è profondamente addolorata per il lutto che stai vivendo; una parte del tuo essere è quindi addolorata ma un’altra è come sospesa, tranquilla, serena: parliamo quindi di quella qualità di gioia, una gioia imperturbabile che non cambia più, anche se ci sono i bassi, i dolori e le difficoltà.
Io ogni tanto mi sento un pò spento, quindi ho bisogno di praticare una meditazione che mi stimola un pochino di più; anzi più che di meditazione sulla consapevolezza si tratta di una pratica, una pratica che aiuta a ritrovare una apertura in un cuore che altrimenti è chiuso, corazzato.
La cosa bella è che quando cominciamo a essere a contatto con il cuore, la benevolenza e l’amorevolezza, e diamo amore, più l’amore lo diamo e più l’amore cresce dentro di noi: più siamo in contatto con questo amore e più vogliamo bene alle persone, tutto è bellissimo, vediamo la bellezza ovunque; guardi un fiore e lo trovi bellissimo, trovi bellissima una persona: non c’è una attrazione fisica, niente di sessuale, è una attrazione per il bello, vedi la bellezza da tutte le parti (guardi un albero: accidenti, quant’è verde! quant’è bello!).
Si tratta di uno stato di grazia molto bello, uno stato di grazia che noi tutti conosciamo: la presenza aiuta, perciò la meditazione normale ti può aiutare a stare in questo stato di grazia; tuttavia possiamo stimolare un pochino di più questa qualità, soprattutto quando il cuore è chiuso, senza cercare di farlo per forza o di “far finta che” (senza fare i new age della situazione) ma cercando di vedere per un attimo cosa succede se ci auguriamo per un attimo di essere felici: di essere in questa qualità gioiosa che ti ho appena descritto, di dire a te stesso “Che io sia felice”; e poi di estendere questa felicità anche agli altri, partendo prima da noi stessi perchè non è possibile dare agli altri qualcosa che noi non conosciamo.
Ecco come si pratica questa meditazione: cominciando da te stesso con il dire “che io sia felice; che io sia felice” e poi estendendo questo auspicio anche a tutti gli esseri: ecco perchè mi piace salutare dicendo “che tu sia felice e che tutti gli esseri siano felici”, proprio perchè c’è questo invito a essere radicati proprio in questa dimensione.
Come puoi fare te l’ho appena detto, spiengandolo in poche parole; c’è poi un corso, più articolato, in cui spiego meglio la meditazione per l’apertura del cuore che trovi qui: https://comemeditare.it/metta